|
notizia del 31/01/2009 messa in rete alle 20:03:06
Centrosinistra a brandelli
Mentre le lunghe ombre dell'inchiesta “Atlantide-Mercurio” si estendono al sistema dei rapporti tra mafia e politica, interessando in prima persona il presidente della Provincia di Caltanissetta nonché deputato regionale, Giuseppe Federico, pronto a presentarsi spontaneamente innanzi ai magistrati incaricati di seguire l'intero procedimento, con lo scopo prioritario di fugare ogni dubbio riguardo alla propria posizione, lo scenario politico a Gela assume connotati quantomai sorprendenti, e proprio per questo di non semplice lettura.
Il paventato accordo tra il Partito democratico e le altre componenti della sinistra presenti in Consiglio appare oramai destinato a collocarsi nella dimensione dell'assoluta impossibilità, mettendo ulteriormente a rischio l'intero progetto della giunta Crocetta.
I due principali attori della trattativa, Salvatore D'Arma per il Pd e Paolo Cafà per Democrazia e Socialismo, non sono giunti al traguardo comune, apparentemente possibile da varcare.
Entrambi, nelle ultime settimane, avevano espresso l'auspicio di strutturare un accordo programmatico, fondato su alcuni punti nevralgici per il futuro della città, indipendentemente dalle prospettive della giunta Crocetta, assai avversata dallo stesso capogruppo di Democrazia e Socialismo, completamente in disaccordo con le scelte fin qui assunte dal primo cittadino.
Lo stesso D'Arma si era favorevolmente espresso sul punto, ponendosi in contrapposizione ad altri componenti del suo partito, soprattutto coloro che attualmente compongono la giunta di governo, nella convinzione che solo una solida alleanza tra tutte le forze di sinistra (compresa l'unica esponente del Pdci in Consiglio comunale, Giovanna Cassarà) avrebbe potuto rafforzare l'attività di sostegno ai bisogni della città, accantonando divergenze più specifiche.
Ma la strategia della distensione non ha evidentemente sortito gli effetti sperati: la spaccatura si è appalesata, ed al contempo esteriorizzata, nel corso della seduta straordinaria del Consiglio comunale avente ad oggetto la crisi dell'intera provincia di Caltanissetta, fortemente voluta dall'opposizione di centro-destra, che per mancanza del numero legale non si è potuta svolgere regolarmente, principalmente a causa delle diverse assenze dei consiglieri della maggioranza, in primis degli esponenti del Pd, con l'eccezione proprio dei componenti di DeS e del Pdci, pronti a discutere apertamente del tema all'ordine del giorno.
I consiglieri del Partito democratico hanno voluto, in tal modo, scavare un solco politico evidente, ribadendo la loro vicinanza alla giunta comunale, ed indirettamente allontanandosi dai dissidenti del centro-sinistra; a questo punto Paolo Cafà, a nome di tutti i consiglieri gravitanti nella sua area politica di riferimento, ha voluto completamente smarcarsi dalla strategia messa in atto dal Pd: indicando l'estrema esigenza di nuove pratiche politiche, non più fondate sul protagonismo mediatico, ma di concreta attuazione di strumenti idonei al miglioramento delle condizioni della collettività, sempre più soffocata dall'attuale immobilismo istituzionale.Aldilà degli scontri meramente “fisiologici” tra due nuove aree politiche di centro-sinistra, il vero pomo della discordia, decisivo per il mancato raggiungimento di una vera intesa programmatica tra questi gruppi, deve proprio individuarsi nel cosiddetto “crocettismo”: inteso come modalità di gestione dell'azione di governo della città, incentrata su di una figura forte e decisionista quale quella del sindaco.
Il Partito democratico, e conseguentemente i suoi consiglieri, hanno valutato negativamente il progetto di accordo sostenuto da DeS e Pdci, in quanto rivolto ad una fase già successiva all'attuale gestione Crocetta, ritenuta oramai priva di una qualsiasi utilità, ed anzi descritta come lesiva per gli interessi di Gela, a causa dell'eccessiva confusione e superficialità dimostrate, in questi mesi, dall'intera giunta, aggravate dal velleitario protagonismo espresso dal sindaco.
L'intento del capogruppo D'Arma non era dunque la realizzazione di un'alternativa all'attuale gestione comunale, ma viceversa la preparazione di un nuovo progetto programmatico (con contenuti offerti anche da DeS e Pdci), ancora incentrato sull'indispensabile figura di Rosario Crocetta, ed anche dei suoi più fidati collaboratori.
Una simile prospettiva non ha minimamente convinto né i componenti di DeS né il consigliere Cassarà del Pdci: questi, prendendo atto della decisione assunta dal Pd, coerentemente alla volontà manifestata ormai da mesi, proseguiranno nella loro opera di opposizione interna alla maggioranza, con intenti costruttivi e non pregiudizialmente divergenti, seguendo una via che dovrà, però, necessariamente giungere ad un dopo Crocetta.
Proprio per tali ragioni il capogruppo di DeS, Paolo Cafà, sostenuto dal consigliere del Pdci, Giovanna Cassarà, ha provocatoriamente invitato la maggioranza a puntare su un accordo trasversale con le diverse forze centriste (Udc ed Mpa, per l'opposizione, ed il nuovo gruppo misto dei Cristiani e Liberali facente capo ai consiglieri Ferrara e Trufolo) piuttosto che attendere un loro appoggio.
Parlare di un semplice scontro interno a questo punto sembra veramente riduttivo; si fronteggiano in realtà due diverse entità politiche, prive, sempre più, di elementi comuni.
Autore : Rosario Cauchi
» Altri articoli di Rosario Cauchi
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|