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notizia del 01/05/2006 messa in rete alle 19:56:32
Partiti come camere d’albergo
La definizione giusta l’ha data il direttore di Canale 10, Franco Infurna, parlando di un “Grand Hotel della politica”, un albergo dove c’è gente che entra e gente che esce.
Mi riferisco al mondo della politica gelese, che negli ultimi giorni ha accelerato quel processo di cambiamento (di partito) già iniziato alcuni mesi fa.
I più attivi nella campagna acquisti e cessioni sembrano essere quelli dell’Udc: dimostrando di essere vivi e sempre alla ricerca di rinnovamento, hanno totalmente sostituito il gruppo consiliare, perdendo Italiano (transitato allo Sdi), Di Giacomo (indipendente), Celona e Robilatte (transitati al Mpa di Lombardo come l’ex segretario provinciale Gagliano). Ma negli ultimi giorni hanno recuperato Enzo Cirignotta (ex Nuova Sicilia) e Franco Giudice (ex Forza Italia). Senza dimenticare l’ex senatore di Nuova Sicilia Ognibene, anch’egli diventato Udc.
L’Mpa ha acquisito anche l’ex liberalsocialista Biscotto, già assessore nei nove mesi di sindacatura Scaglione, mentre a sinistra si fatica a se-guire il percorso dell’ex assessore Consiglio, transitato ormai da tutti i gruppi, tanto che si pensa di formare un nuovo partito per trovargli adeguata collocazione.
Infine la notizia più eclatante: il segretario del-la Cgil Scicolone che abbandona i Ds per candidarsi alla Regione con i cespugli comunisti e dipietristi, spaccando la quercia gelese e creando non pochi problemi a Speziale, che oltre al fronte nisseno dovrà combattere sul fronte gelese per assicurarsi la quarta elezione.
Voltagabbana o legittimi mutamenti di appartenenza? Ognuno la pensi come vuole: è sicuramente legittimo uscire da un partito in cui non ci si ritrova più per approdare ad una formazione più vicina al proprio pensiero. E’ più difficile capire come certi passaggi possano avvenire all’indomani di una serrata lotta per le politiche e alla vigilia di un’altrettanto serrata battaglia regionale. E’ certo, comunque, che la politica ha sempre più come riferimento le persone e non i valori: si tende a cambiare “casa politica” per avere come riferimento un personaggio politico di spessore piuttosto che un modello di politica fondato su valori, ideali, tradizioni.
E a proposito di valori, a Gela l’unico ferreo e roccioso valore che viene ripetuto ogni giorno è quello della legalità e della lotta alla mafia. Il Sindaco, che di questi valori è ormai alfiere riconosciuto “urbi et orbi”, ha anche scritto un libro per spiegare al popolo il suo pensiero, anticipando i temi in un’intervista su un quotidiano regionale, nella quale sostiene che la mafia oggi si avvale di politici, amministratori, ingegneri, tributaristi, gente ben pettinata e presentabile che l’aiuta nei suoi loschi affari.
Partendo dall’assunto che se qualche extracomunitario è delinquente non tutti gli immigrati sono criminali, e se qualche donna vende il suo corpo non tutte le donne sono puttane, è ovvio che se qualche amministratore, ingegnere o “tributarista” è magari colluso con la mafia, la stragrande maggioranza di loro è pulito.
Sarebbe bene, quindi, che il Sindaco si astenesse dal fare il solito sensazionalismo e chiarisse meglio ciò che vuole dire, senza sparare nel mucchio come fa ormai di consueto. Perché a sparare nel mucchio erano una volta i nazisti e oggi i terroristi islamici. Chi lavora per la legalità non può certo permettersi di sparare nel mucchio.
Autore : Giulio Cordaro
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