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Corriere di Gela | Siamo al «Lei non sa chi sono io!»
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notizia del 06/05/2012 messa in rete alle 19:55:05
Siamo al «Lei non sa chi sono io!»

“Dio lo vuole!” era, nel Medioevo ma non solo, il grido di battaglia di una Chiesa cattolica integralista che spingeva cavalieri, nobili e anche re a recarsi, con scorte di servi non troppo convinti, a Gerusalemme per liberare il Santo Sepolcro dagli “infedeli musulmani”. Ma lo slogan è servito anche, più tardi, per giustificare inquisizione e torture, olte che la “evangelizzazione” forzata, in America latina e in Africa, a suon di spade e fucili.

Altri tempi, per fortuna. Ma “Dio lo vuole” è oggi il grido di battaglia degli integralisti islamici che a suon di attentati terroristici lottano contro gli “infedeli” occidentali, confidando magari nel premio di un paradiso e di uno “stock” di diciassette vergini a disposizione.

E’ dunque una costante storica delle varie religioni quella che permette ai sacerdoti di interpretare il volere di Dio, entità soprannaturale con cui evidentemente sono in stretto contatto e la cui volontà trasferiscono a noi poveri mortali popolani.

Da qualche tempo in qua il grido di battaglia è mutato in “L’Europa lo vuole!” o, se preferite, “Ce lo chiede l’Europa”. E questa è la giustificazione per ogni nefandezza politica e tecnica attuata sulle spalle dei cittadini. E lo slogan, secondo chi lo sventola, non ammette repliche o critiche: ce lo chiede l’Europa, quindi è giusto e doveroso fare ciò che ci viene richiesto da questa nuova entità soprannaturale (o sovranazionale).

Poiché però io sono “infedele” per natura, nel senso che tento sempre di ragionare razionalmente senza prendere per oro colato tutto quello che i media ci propinano, mi viene qualche dubbio: qual è l’Europa che ci fa le richieste? L’Europa delle multinazionali? Delle banche con i loro derivati spazzatura? L’Europa della speculazione finanziaria? L’Europa della Merkel e dell’asse franco-tedesco che impone il proprio interessato volere sugli altri Stati? L’Europa che rinuncia a difendere le produzioni agricole del Mezzogiorno e stipula trattati con i Paesi del Maghreb per permettere l’importazione di ortaggi a basso prezzo, coltivati da lavoratori sfruttati e senza diritti? L’Europa che pretende di stabilire per decreto anche le misure minime e massime dei preservativi? I dubbi diventano macigni. Non così per Monti e il suo governo, che hanno varato la manovra del “rigore” sacrificando le tasche dei cittadini (ce lo chiede l’Europa…) e sono ora attesi alla fase della “crescita”, e dei tagli alle spese, fase per la quale non hanno grandi idee se hanno chiamato altri tre “tecnici” per dare una mano e se chiedono ai cittadini consigli on-line su cosa e come fare.

Un consiglio, semplice semplice, glie lo diamo subito. Se fossi al governo varerei immediatamente una norma che preveda, in caso di situazione finanziaria negativa degli enti locali, che i debiti fatti dagli amministratori e dai consiglieri vengano pagati da chi li ha fatti, e non con i soldi dei cittadini. Scommetto che sparirebbero con la velocità della luce sponsorizzazioni, “comunicazioni istituzionali”, feste, festini, balletti, sagre dai nomi improbabili, contributi ad associazioni fantasma e buona parte dei debiti fuori bilancio. Perché è comodo amministrare a spese dei cittadini, ma se si è chiamati a risarcire in proprio… la cosa cambia.

Vedremo come andrà a finire. Nel frattempo a Gela, per tutto il mese di maggio, godiamoci, la sera, le esibizioni musicali delle “Vespertine”, nel centro storico vicino la Chiesa Madre. All’inaugurazione è stato uno spettacolo vedere un tratto di Corso Vittorio Emanuele libero da auto e motorini. Anzi, quasi libero. Perché se anche illustri partecipanti, come il Procuratore della Repubblica Lotti, hanno rispettato il divieto di transito parcheggiando nelle vicinanze e dirigendosi a piedi, pur con la scorta, all’inaugurazione (la classe non è acqua, signori…), la scorta del presidente Antiracket Caponnetti ha preteso di infrangere il divieto, parcheggiando la vettura (unica nota stonata della manifestazione) a due passi dai musicisti. La motivazione? “Motivi di sicurezza”, e come se non bastasse, “noi siamo del Ministero dell’Interno”, che tradotto siginfica “noi ce ne freghiamo dei divieti, siamo un organo superiore”. E lì nessuno ha potuto replicare: se ce lo chiede il Ministero dell’Interno…


Autore : Giulio Cordaro

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I Vostri commenti
Trovo che l'articolo è stato scritto con cognizione di causa da persona colta, competente e sensibile ai problemi del paese . saluti dott. mario Perrotta

Autore: mario perrotta
data: 07/05/2012
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