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Corriere di Gela | Aridateci i cortei degli anni ‘60/‘70
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notizia del 27/05/2012 messa in rete alle 19:52:59
Aridateci i cortei degli anni ‘60/‘70

Io non l’ho capita, e in un primo tempo avevo pensato che qualche neurone del mio cervello fosse andato in avarìa: i sindacati che a fine aprile avevano firmato con l’Eni uno “storico” accordo per la fermata di due delle tre linee di produzione al petrolchimico, consentendo la cassa integrazione per cinquecento lavoratori diretti e stendendo un velo pietoso sull’indotto in crisi, quegli stessi sindacati chiamavano cittadini e lavoratori a manifestare, il 19 maggio, per una diversa politica industriale dell’Eni.

Poi ho visto quale è stata la partecipazione al corteo. Anche se dal palco si è parlato di diecimila persone, e parte della stampa locale ha graziosamente parlato di tremila lavoratori, in verità i partecipanti sono stati un po’ meno di un migliaio, ivi inclusi i lavoratori del polo tessile di Riesi, le delegazioni di Niscemi, Butera e Mazzarino, e circa centocinquanta esponenti delle forze dell’ordine in divisa e in borghese. Nulla a che vedere con le manifestazioni degli anni ’70 e ’80 alle quali, allora sì, partecipavano dieci o quindicimila persone.

E allora significa che neanche i lavoratori l’hanno capita, questa manifestazione indetta, non si sa per cosa e contro chi. I miei neuroni funzionano ancora, e anche quelli della grande maggioranza dei lavoratori.

Ma le stranezze non erano finite. Nel corso del telegiornale di una televisione locale viene inserito un “messaggio elettorale a pagamento” dell’eurodeputato Crocetta in cui l’esponente del Pd si porta ad uno dei cancelli di ingresso al petrlochimico e inizia un monologo per spiegare che “intende protestare contro la politica dell’Eni”, che l’Eni “non può abbandonare Gela dopo averla martoriata per anni con inquinamento e danni ambientali” e infine che l’Eni “deve risarcire la città per tutti i danni provocati”.

Ho tentato di resistere, ma sono stato colto da nausea e vomito, che a malapena ho contenuto. Crocetta era lì, in video, a chiedere che il Comune aprisse una richiesta di risarcimento all’Eni? Ma Crocetta, quand’era sindaco, perché non l’ha fatto? Tra l’altro, nel mese di novembre 2008, sulla base del famoso rapporto del Cnr sull’inquinamento ambientale, il sindaco Crocetta annunciò “urbi et orbi” (e la stampa ne diede un gran risalto) che la richiesta di risarcimento danni all’Eni era imminente. Perché Crocetta poi non fece seguire i fatti alle (solite) parole? Chi e come gli ha fatto cambiare idea? E ora, a distanza di quasi quattro anni, crede che gli osservatori abbiano dimenticato le “sparate” del 2008 e tenta di cavalcare l’eventuale onda di protesta? Evidentemente sì, perché i nostri politici sanno bene che il “popolo bue” dimentica presto le cazzate che dicono periodicamente, e alla prossima campagna elettorale sarà sufficiente attingere alla solita scorta di promesse per ottenere nuovi consensi.

E a proposito di consensi, le “Vespertine” ne riscuotono solo da parte di pochi affezionati. L’idea del dirigente comunale Emanuele Tuccio è stata senza dubbio buona, un’ora di buona musica ogni sera dovrebbe allietare e far godere i cittadini. Peccato che, ad esclusione delle sere in cui ci sono cori od orchestre (e quindi genitori e parenti di chi si esibisce, videocamere alla mano), il pubblico raramente supera le venti o trenta unità. Altri passeggiano per il Corso dando un’occhiata distratta, ma non si fermano neanche un attimo. E allora, caro Tuccio, avete sbagliato la formula. Dove credevate di essere? A Firenze? A Perugia? A Parma? No, miei cari, siete a Gela, dove la buona musica è un affare “di nicchia”. Quindi, se avete intenzione di rifare la manifestazione il prossimo anno, cambiate formula. Organizzate una rassegna di musica latino-americana e chiamate ogni sera un gruppo di samba brasiliano con ballerine seminude e rigorosamente in tanga. Avrete centinaia di presenze e seri problemi di ordine pubblico. Ma riscuoterete un indubbio successo, offrendo alla città quello che merita il suo livello culturale.


Autore : Giulio Cordaro

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