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notizia del 23/06/2013 messa in rete alle 19:43:50
Non si esce dal pantano, nessuno sa come uscirne
Quando si parla di crisi della giunta Fasulo non si può prescindere dal parlare anche del consiglio comunale da dove limitatamente ai consiglieri del Pd è provenuta la richiesta di azzeramento della giunta in nome di un non meglio precisato “rilancio amministrativo”. Ma andiamo per ordine puntando per prima l’attenzione al senso di questa crisi che neppure il sindaco dice di aver capito e come si evolverà, per poi dedicare un po’ di spazio alle due sedute consiliari della settimana che va a morire.
Ci piace iniziare col vecchio detto gattopardesco: “Tutto cambia perché nulla cambi”. Si attaglia molto bene alla situazione politica attuale. La scorsa settimana nove componenti su dieci del Pd (tranne il consigliere Gulizzi) con in testa il segretario Carlo Romano avevano chiesto l’azzeramento della giunta al sindaco Fasulo. E Fasulo li ha accontentati. Deleghe congelate in attesa di una rimodulazione. Il buon Carlo Romano ha sentito il dovere di sottostare al diktat proveniente dai vari gruppi frammentati ed agguerriti del Pd ritenendosi soddisfatto di avere assolto velocemente la missione. Gli chiediamo se questa è la volta buona per un ricambio o un “rimpastino” all’interno della giunta azzerata. Romano non si sbottona facilmente, non ci anticipa nulla.
Si limita ad informarci che per venerdì sera è convocata l’Unione comunale per decidere il da farsi. Gli strappiamo una qualche dichiarazione che non va al di là del “abbiamo chiesto un atto di buona volontà a qualche assessore… l’Mpa è sovradimensionato…si dovrebbe arrivare ad una rimodulazione delle deleghe”. E’ risaputo che l’Unione comunale è la cassa di risonanza di decisioni già prese. E di decisioni non sembra essercene state. Ma allora nulla di deciso? Chiedo. E allora era proprio necessario azzerare la giunta per poi lasciare le cose come erano prima.
Martedì sera nei corridoi di Palazzo Bianco trapelano indiscrezioni secondo cui l’autonomista D’Aleo dovrebbe lasciare il suo posto di assessore assieme alla socialista Marina La Boria. Pare che ad occupare il loro posto sarebbero pronti Guido Siragusa dell’Udc e Nuccio Cafà del Pd. Siragusa smentisce tutto sostenendo che c’è un problema politico che va risolto non con l’esci tu che mi ci metto io. Sembra che D’Aleo non voglia saperne più di continuare a fare l’assessore preferendo dedicarsi alla sua professione di avvocato. Pare che alla base della sua decisione ci sia un piccolo strappo nel recente passato con Pino Federico. All’indomani mattina si viene a sapere che è pace fatta tra D’Aleo e Federico. Anzi quest’ultimo manda a dire che non se ne parla di toccare gli assessori in quota Mpa. Se il sindaco dovesse chiedere la testa di qualcuno, può prendersele tutte, offerte in un piatto d’argento. Insomma, Pino Federico non ci sta e, come ha sempre affermato, gli assessori Mpa non si toccano. Ma allora chi sarà ad uscire? Si dice che la socialista Marina La Boria potrebbe essere l’unica ad essere sacrificata non perché non abbia fatto bene il suo lavoro, ma perché spesso ha avuto il coraggio di battere pugni e piedi sul tavolo per il raggiungimento dell’obiettivo politico che si era posta. La qualcosa sembra non sia stata di molto gradimento al sindaco. Se effettivamente, dovesse verificarsi questa ipotesi, probabilmente per calmare le ire del socialista Piero Lo Nigro che era stato il sostenitore della quota rosa (leggi Marina La Boria), ci sarebbe pronta l’offerta di una sorta di sottogoverno e così questo ricambio si rivelerebbe abbastanza indolore, anzi molto fruttuoso. Naturalmente nessuno è disposto a giurare che ciò possa accadere. E’ giovedì sera, sta per iniziare una seduta ordinaria di consiglio con una valanga di ordini del giorno che non si riescono mai ad esitare e il consigliere Rocco Giudice che si dice fortemente amareggiato di come stanno andando le cose, ci confessa a bassa voce che dalla riunione dell’Unione comunale programmata per venerdì, non ne verrà fuori nulla. Enrico Vella, capogruppo Pd è molto enigmatico. «Noi avevamo chiesto un rilancio amministrativo – asserisce – non un levati tu che mi ci metto io. Il problema non è questo. Se si fosse trattato di sostituire un assessore, lo avremmo fatto in cinque minuti. Fino a stasera il sindaco non ci ha dato nessuna risposta».
E il sindaco che dice? Sono le 23 di giovedì e stiamo per andare in stampa. «Ancora non ho capito cosa vogliono – ci risponde mentre con la sua borsa in mano lascia l’aula consiliare senza avere avuto l’opportunità di intervenire sui numerosi punti all’ordine del giorno – il rilancio amministrativo è già stato avviato a livello di funzionari e dirigenti comunali con buoni risultati. Sulla giunta qualcosa cambierà, ma attendo un riscontro dalla riunione che l’Unione comunale del Pd terrà venerdì 21. Il problema non è di sostituire il tale o il tal altro assessore, ma più complessivo. Vediamo domani cosa verrà fuori».
Nulla di preciso, nulla che possa far presagire ad una rivoluzione. Se prima il bicchiere era mezzo pieno ora è mezzo vuoto, cioè nulla è cambiato.
Veniamo ora all’ultima seduta di giovedì 20 giugno, dove sono da esitarsi 23 punti all’ordine del giorno. Una seduta che non si discosta per nulla dalle altre che l’hanno preceduta. Il solito rumorio, il va e vieni dall’aula per contattare con i cellulari “chi di dovere”. I richiami all’ordine del presidente Fava che inizia subito con una comunicazione proveniente dalla dirigente Simonetta Guzzardi. Occorre con urgenza approvare la delibera sulla determinazione delle rate di versamento e scadenze per la riscossione del tributo sui rifiuti e sui servizi (Tares), per l'anno 2013.
E’ Nuccio Cafà del Pd che si incarica di richiedere il prelievo del punto 11, che messo ai voti viene approvato a maggioranza. Si apre subito un dibattito. Intervengono i consiglieri Nuccio Cafà, Guido Siragusa, Terenziano Di Stefano, Maria Pingo e Peppe Di Dio. Viene chiesto (Nuccio Cafà) di rimodulare le scadenze come proposto dalla commissione. Siragusa pone un quesito tecnico, ossia se è possibile emendare il regolamento. Infine ipotizza la possibilità di congelare l’atto in attesa che gli uffici predispongano il regolamento. A rispondere è la dottoressa Simonetta Guzzardi che chiarisce non trattarsi di vero e proprio regolamento, ma di un miniregolamento che riguarda solo due punti: scadenze e numero di rate. Molto duro Di Dio perché atti che potevano essere portati a tempo debito vengono portati al civico consesso sempre con l’acqua alla gola. Lasciamo l’aula consiliare mentre sono da votare due proposte di emendamento. La prima presentata dalla commissione bilancio elaborata da Cirignotta che prevede tre rate di scadenza: 31 agosto, 31 ottobre e 31 dicembre . La seconda porta la firma di Di Dio ed altri, che contempla due scadenze: 31 ottobre e 31 dicembre.
Senza storia la seduta di question time di martedì 18 giugno. Molto discussa la mozione di Cirignotta tendente alla creazione di un fondo di solidarietà per i bisognosi, da alimentare con fondi privati, del comune e di quanti vogliono fare un atto di solidarietà. In seguito si penserà anche a redigere un regolamento. Dopo che Gaetano Trainito ha comunicato il suo passaggio al gruppo consiliare denominato Megafono, Siragusa (Udc) ritiene interessante la mozione ma che debba essere affinata. Enrico Vella (Pd) demolisce totalmente la proposta rimproverando Cirignotta di non averla prima concordata col vice sindaco. Lo accusa infine di confondere il ruolo e la differenza tra assessore consigliere e di farsi solo pubblicità sui giornali. Seguono dei battibecchi tra Di Dio e Lo Nigro. Si continua con interventi fiume per nulla costruttivi e quasi tutti dello stesso tenore. La seduta si conclude l’uscita dall’aula per protesta per l’assenza dell’amministrazione da parte dei consiglieri Gennuso, Pingo, Cauchi, Giocolano. In aula rimangono solo 12 consiglieri, il che determina lo scioglimento dell’assemblea per mancanza del numero legale che prevede la presenza di almeno 16 consiglieri.
Autore : Nello Lombardo
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