|
notizia del 01/09/2013 messa in rete alle 19:39:52
Ingresso a peso al vecchio pontile
Evviva, evviva! Dopo oltre trent’anni il Pontile sbarcatoio di Gela potrà essere nuovamente utilizzato. Sono infatti quasi terminati i lavori, costati a quanto pare ottantamila euro, per rendere fruibile la struttura al passeggio dei cittadini, come avveniva tanti anni fa. Oddio, fruibile è forse una parola grossa: un video girato lo scorso mese, e postato su Internet, mostra la condizione precaria dei piloni che reggono la struttura. Piloni che rischiano di crollare da un giorno all’altro, con le intelaiature di ferro fuoriuscite e arrugginite.
Ed infatti, è stato spiegato, il flusso pedonale non potrà superare le 200-300 persone.
Duecento o trecento? E del peso medio di settanta chili? Quindi per un totale di 14 o 21 tonnellate? E se arrivano tre autobus di turisti della “Associazione Obesi Felici”, tutti di 120 chili di peso? Il pontile crollerà o resisterà? Dunque, come ci fanno sapere gli “esperti”, l’accesso dovrà essere regolamentato, per evitare sovraccarichi pericolosi. Questo porterà presumibilmente all’istituzione di una nuova figura professionale, l’”operaio bilanciere”, ossia un dipendente comunale che verrà munito di bilancia all’ingresso del pontile e peserà con scrupolo i visitatori per evitare appesantimenti non graditi.
Ovviamente, a parte le passerelle mediatiche come quella di lunedì scorso, affinchè il pontile possa essere utilizzato per i trasporti navali occorrono dei seri lavori di consolidamento, il cui costo è stimato in due milioni di euro. Soldi che Crocetta ha promesso di trovare e che siamo convinti troverà presto. E allora, dopo il consolidamento e la sistemazione del fondale (la cui profondità sembra essere insufficiente rispetto al pescaggio dei catamarani), finalmente dal prossimo maggio avremo i collegamenti navali con Malta, Tunisi e Lampedusa. Così è stato affermato e così speriamo sarà.
Il presidente della Regione, ci dicono le cronache di lunedì, non ha fatto il bagno tuffandosi dal pontile, ma si è limitato al solito bagno di folla: autorità istituzionali, consiglieri comunali, politici riciclati. Portaborse, fedelissimi e questuanti di vario genere.
Tra questi, un lavoratore dell’indotto del petrolchimico ha chiesto, in relazione alla riconversione dello stabilimento da produttore di benzina a produttore di gasolio e alla chiusura del politene, come mai l’accordo preveda gli ammortizzatori sociali per i 150 operai diretti che saranno espulsi dal ciclo produttivo mentre gli operai dell’indotto non godono di alcun paracadute e perderanno il lavoro senza alternative. Crocetta, preso un po’ alla sprovvista, ha risposto che si attiverà, sentirà i sindacati, affronterà in qualche modo il problema.
Ce lo auguriamo, perché il piano di riconversione della raffineria, approvato con tuonanti dichiarazioni di giubilo dalla stessa Regione, dai sindacati e da Confindustria (di cui la Raffineria è uno dei maggiori e più potenti soci), è un piano che serve solo gli interessi dell’Eni ma non certo quelli del territorio, dei suoi lavoratori, delle sue imprese. Un piano che, tutti d’accordo, stanno facendo passare sulla testa dei gelesi senza che si odano all’orizzonte voci di contestazione. Un piano che avrebbe bisogno di qualche revisione, per evitare che alcune centinaia di lavoratori dell’indotto e le loro famiglie rimangano senza mezzi di sostentamento.
Autore : Giulio Cordaro
» Altri articoli di Giulio Cordaro
I Vostri commenti
Bellissimo articolo, molto ironico. Bravo Giulio!
Autore: Angelo
data: 07/09/2013
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|