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Corriere di Gela | Quelle «quote» che umiliano le donne
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notizia del 25/11/2012 messa in rete alle 19:39:29
Quelle «quote» che umiliano le donne

Qualche giorno fa è stata definitivamente approvata la legge che impone, già dalle prossime elezioni amministrative, de cosiddette “quote rosa”, nel senso che, tra genere maschile e femminile, nessuno dei due potrà superare i due terzi dei candidati in lista. Le testine… luminose dei nostri parlamentari hanno anche stabilito che nella scheda si potranno dare due preferenze, una maschile e una femminile, tanto per complicare la vita ai già schifati elettori. Anche se la legge è stata salutata come una grande occasione di riscatto per le donne, e anche io sono convinto che un po’ di donne in più in politica non farebbero che bene, ho troppa considerazione per il genere femminile per accodarmi al coro di chi esulta. E’vero, nei partiti e ai vertici della politica, come nei consigli comunali, le donne sono molte di meno rispetto ai maschi, ma forse la ragione è che i maschi fino ad oggi, anche per motivi pratici, hanno avuto più possibilità e voglia di interessarsi alla politica.

Lìart. 3 della Costituzione prevede l’uguaglianza di tutti i cittadini, di qualunque sesso, e questa legge non mi pare sia in sintonia con la Costituzione. Si parla tanto, e giustamente, di meritocrazia, ma nel preparare una lista per le amministrative ci si può trovare di fronte a una sfilza di candidati meritevoli tutti di un genere, maschile o femminile che sia: perché deve essere obbligatorio eliminare dalla lista un candidato meritevole di un sesso per salvaguardare la “differenza di genere” andando poi ad inserire un candidato meno meritevole?

Questa normativa. Già in vigore per le ultime regionali siciliane, ha prodotto effetti facilmente verificabili andando a leggere le preferenze nelle liste provinciali: in moltissimi casi, per la necessità di rispettare la norma, i partiti e i movimenti hanno cercato la prima donna disponibile, che poi ha preso dalle zero alle dieci preferenze. Ma l’importante era che fosse in lista

Esistono donne capaci e competenti, che meritano non solo di essere candidate, ma anche di essere elette, ma non è con la politica della “riserva indiana” che si potrà favorire una maggior presenza femminile nelle istituzioni. Tra l’altro, mi pare che donne parlamentari di grande spessore politico, come Emma Bonino, la Finocchiaro, la Bindi, prima ancora Tina Anselmi e Nilde Jotti, e altre, siano riuscite ad imporsi comunque senza bisogno delle quote rosa. E non mi pare che Margaret Thatcher o Angela Merkel siano arrivate a primeggiare grazie a leggi sulla “riserva indiana”.

Credo quindi che, quando si è meritevoli, si faccia carriera comunque, maschi o femmine, e che le “quote rosa”, anziché una luminosa conquista del mondo femminile, rappresentino l’ennesima umiliazione verso la donna. Che ha raggiunto e spesso superato il livello di capacità e competenza dei “maschietti”, ma ha comunque bisogno di qualche “aiutino” per andare avanti. In puro stile italiano.


Autore : Giulio Cordaro

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