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notizia del 25/08/2013 messa in rete alle 19:30:27
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Zona franca, un’altra opportunità di crescita
In questo scorcio d’agosto si è tornato a parlare di zona franca urbana che per la nostra città rappresenta sicuramente una delle più importanti e storiche occasioni per lo sviluppo economico ed occupazionale. Si tratta di interventi legislativi mirati che di fatto consentiranno sgravi contributivi per cinque e fino a 10 anni per le imprese che se ne serviranno.
Lo strumento sarà già operativo immediatamente dopo l’estate, quando verranno pubblicati i primi bandi. Se ne parla dal 2006, con un primo decreto nel 2008 rilanciato nel 2010. Adesso non dovrebbero esserci più intoppi. Per la cronaca, sono 17 le aree inserite nelle Zfu, per le quali sono in arrivo i primi fondi. Si tratta di 155 milioni di euro, di cui 147 derivanti dallo sblocco del Piano d’azione della Regione, per cui si attende l’ok dalla Commissione europea, ed i rimanenti 8 erogati dallo Stato per Catania, Gela ed Erice. Le piccole e medie imprese che aderiscono alle Zone franche potranno godere di una serie di agevolazioni e sgravi fiscali.
Ad esempio non pagheranno Imu ed imposte sui redditi per i primi 5 anni di attività, e fino a dieci anni. Godranno dell’esenzione del versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente ed altre agevolazioni specifiche. L’amministrazione comunale comincerà a breve un’attività di informazione per gli imprenditori che vorranno cogliere questa grande occasione. Per saperne di più, ne abbiamo parlato col sindaco Fasulo che ha seguito personalmente a Palermo tutto l’iter. Un entusiasmo contenuto il suo, in quanto è perfettamente consapevole che gli attori principali saranno le piccole imprese che opereranno nelle aree urbane individuate.
Per quel che gli compete ci ha dichiarato tutta la propria disponibilità ad accelerare quanto più possibile le procedure, al fine di partire al più presto con la produzione di atti concreti, finalizzati a produrre nuovi posti di lavoro.
A settembre dovrebbero essere pubblicati i primi bandi di gara per accedere alle agevolazioni. Prima di entrare in argomento Fasulo ritiene di dovere partire da lontano per comprendere appieno la grande occasione che si sta presentando per la nostra città.
«Gela ha vissuto di industria – afferma il sindaco Fasulo – basta guardare agli ultimi sessant’anni. Si è avuta l’illusione di avere creato un vero indotto, ma non è così: non si è creata una vera città industriale . Con l’industria abbiamo avuto sempre una un rapporto conflittuale perché avremmo voluto che accanto ad un possibile sviluppo industriale si accompagnasse anche il rispetto per l’ambiente. Vero è che sono state offerte tante opportunità di lavoro, ma alla fine ci siamo resi conto che il problema occupazionale nel suo complesso non lo ha potuto né lo potrà risolvere l’industria, come neppure sarà essa ad intervenire sul recupero ambientale. Allora ci siamo detti di guardare altrove per rispondere alla crescente domanda di lavoro, ma lo abbiamo fatto senza tenere minimamente conto di una logica imprenditoriale e di una seria programmazione orientata verso i vari settori dell’economia, come il commercio, l’agricoltura».
Parole sante – aggiungiamo noi – solo che il vero problema è stato la mancanza di una classe dirigente che sapesse guardare lontano. La nostra città nell’ultimo quarantennio è stata preda dell’abusivismo edilizio da cui a gran fatica si è liberata, anche se c’è qualche preoccupazione di una ripresa fortunatamente scoraggiata dalla recessione che ci ha colpiti inesorabilmente. Non ha saputo guardare in termini pratici al commercio ed all’agricoltura come ha fatto Caltagirone. Possediamo tre dighe ma non siamo stati capaci di utilizzarle al meglio avendo a disposizione una piana che è la più grande della Sicilia e che ci ha dato ben poco rispetto alla sua potenzialità.
«Che ben venga l’Agroverde – incalza il primo cittadino – il cui progetto guarda ad una agricoltura vera, più moderna ed adeguata ai tempi. Oggi quella che potrebbe sembrare una svolta è sicuramente un nuovo modo di guardare all’industria con innovazioni tecnologiche che stanno andando oltre i confini nazionali, ma ciò che serve veramente alla nostra città è un tessuto economico diverso, più vivo, più moderno, adeguato alle esigenze del momento. Mi voglio riferire alle esigenze di una città che ha bisogno di nuove attività nel campo della ristorazione, dell’artigianato. C’è l’esigenza di cambiare logica. Occorrerebbe uno strumento
duttile in grado di entrare dentro la città fornendo quei piccoli aiuti che aiuterebbero ad innovare senza avere paura di dovere stravolgere la propria attività».
Ed ecco che entriamo nel vivo della discussione sulle zone franche urbane nell’ambito delle quali gli operatori economici hanno a disposizione uno strumento che li aiuta a crescere economicamente e socialmente. Ascoltiamo con grande attenzione anche perché avvertiamo la grande passione con la quale Fasulo discute, portando ad esempio anche altre realtà. E’ fermamente convinto che le Zone Franche Urbane rappresentano un importante volano per lo sviluppo economico delle aree svantaggiate di un territorio, permettendo, attraverso politiche di defiscalizzazione, una maggiore competitività delle aziende e un generale miglioramento della qualità di vita della collettività che vi risiede. Numerosi studi scientifici infatti evidenziano che gli Stati che vi hanno fatto ricorso hanno tratto vantaggi tanto economici quanto sociali. E per Gela è proprio ciò che ci vuole.
«La zona franca urbana che è arrivata a Gela per alcune zone, ossia quelle meno ricche commercialmente – continua Fasulo – potrebbe essere un vero aiuto. Chi è bravo e se la sente potrà provarci anche con piccoli capitali. Per l’artigianato potrebbe essere il toccasana. Ci sono delle zone da scoprire nella città, per esempio alcuni vicoli e certi magazzini che non sono stati sfruttati. Questi potrebbero diventare la vera risorsa per la nostra città. E allora mi chiedo: quale potrebbe essere l’alternativa? Fermarsi? Ancora oggi Gela rappresenta una delle poche città che sopravvivono in una Sicilia sempre più in crisi. Mettiamoci in testa che attorno a noi c’è una situazione peggiore della nostra. E allora dobbiamo capire che abbiamo questa grande opportunità. Il micro-credito potrebbe diventare uno strumento utilissimo nella fase di start up».
Con i tempi che corrono è risaputo che le Banche sono molto restie a far credito alle imprese. Ma su questa mia affermazione il sindaco non è d’accordo sostenendo che il micro-credito esiste già. Infatti ci informa che ci sono 120 progetti convenzionati con la banca ed un progetto in convenzione con una fondazione per il sud. Si tratta di piccole somme, ma se è vero che l’Italia ha costruito il miracolo economico, lo ha fatto non con la grande industria, ma puntando sulle piccole attività familiari.
«Forse è il momento in cui si può ritornare a pensare, anche se in forma ridotta – afferma il sindaco – ad un modello di economia locale. Sono particolarmente contento perché il nostro progetto ha le gambe. Se accanto a ciò mettiamo uno sportello unico, una forma di comunicazione che raggiunga tutti coloro che si sentono interessati, diciamo che abbiamo fornito un supporto di conoscenza che non può lasciare nessuno indifferente. Oggi chi vuole misurarsi e rischiare, ha degli strumenti che sono unici. Ci sono anche altri strumenti come Protagora, ma che servono più ad imprese di medie dimensioni. Il vero traino per l’economia è proprio la zfu, un’attività per piccoli imprenditori. I fondi erogati terranno conto di tre premialità: nuove attività condotte da donne; imprese sociali ; attività per il turismo. Spero che il bando arrivi prestissimo e devo aggiungere che esso è stato fatto a misura del nostro territorio».
Il bando dovrebbe partire entro una sessantina di giorni. I requisiti previsti dovranno essere già posseduti ancor prima di quella data. Veniamo informati che l’amministrazione sta già pensando a creare un gruppo di lavoro con a capo un dirigente che è il dottore Lanza, una trentina di persone in tutto che penseranno a come promozionare e rendere fruibile questa grande opportunità. Più in avanti verranno coinvolte tutte le forze politiche, sindacali, la camera di commercio per creare attorno all’iniziativa credibilità ed informazione. Intanto sono stati già mobilitati molti commercialisti e anche molti comuni sono stati informati.
«Abbiamo tutti gli strumenti a disposizione per crescere – conclude il sindaco Fasulo – dobbiamo smettere di dare sempre tutte le colpe alla politica. La politica crea gli strumenti e noi adesso ne abbiamo uno. Utilizziamolo. Questa è una sfida che lancio a tutti coloro che hanno voglia di fare, di investire. A loro dico: lavoriamo insieme, scommettiamo insieme».
Finita la discussione sulla zona franca sarebbe nostro desiderio parlare anche della politica degli ultimi giorni, dello stato di salute della giunta, della farsa delle rimodulazioni delle deleghe assessoriali che hanno fatto un po’ ridere tutti. Se ne potrebbe parlare magari dopo la festa della patrona. Tradizione vuole che proprio in quella circostanza certe cose possano cambiare. Chissà che la Madonna d’Alemanna non faccia anche questa volta il miracolo “politico”.
Nel sentire ciò, Fasulo ha un sussulto e ci blocca sostenendo che non c’è un assessore che abbia mantenuto la stessa delega. «Forse che cambiando qualche assessore – ribatte - si aiuta la città?». Ma il Pd non voleva alleggerire il peso dell’Mpa e aggiungere un qualche assessore Pd? «Gli assessori che sono in giunta – è la sua risposta – sono quelli che ha indicato il Pd. Se il Pd vuole un assessore in giunta, mi dica chi dobbiamo togliere. Andiamo ad una verifica di maggioranza. Quale occasione migliore?»
Autore : Nello Lombardo
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