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notizia del 12/05/2004 messa in rete alle 19:29:12
Tempi duri per gli eredi della “balena bianca”
Due deputati regionali dell’Udc, Borzacchelli e Lo Giudice, sono a carico dello Stato nelle patrie galere. Altri due, tra cui il “governatore” Cuffaro, sono sottoposti a indagini da parte dell’autorità giudiziaria. Non è sicuramente un momento facile per gli eredi della “balena bianca”.
Naturalmente mi auguro, da buon siciliano, “che la magistratura faccia piena luce e stabilisca infine la verità”, come si usa dire, ossia che questi esponenti politici vengano prosciolti dalle accuse. Però, pensando al ciclone giudiziario che sta travolgendo l’Udc, confesso che provo uno strano tremito quando, passeggiando, vedo i manifesti elettorali con la faccia di Follini che dice “io c’entro”. Io c’entro? Ma allora sono innocenti o no?
Staremo a vedere. Intanto, nel migliore stile del “salto della quaglia” (se la specialità fosse inserita alle Olimpiadi di Atene l’Italia avrebbe tre medaglie assicurate) c’è stato qualcuno che ha preferito togliere il disturbo, pensando magari che si sarebbe potuto trovare coinvolto nella prossima inchiesta: è Sergio d’Antoni, che da vicepresidente nazionale dell’Udc (e scusate se è poco) ha abbandonato la nave in difficoltà per approdare al più tranquillo porto della Margherita, così come aveva fatto qualche giorno prima il Magnifico (?) Rettore dell’Università di Catania, Latteri.
Ogni commento è superfluo, tranne ricordare che quando personaggi di tale calibro si spostano, in automatico si spostano anche le “quagliette” minori: assessori comunali, consiglieri, segretari di partito, portaborse di vario genere, pronti a seguire il “capo” nei suoi spostamenti. Che squallore politico!
Che assenza di personalità in questi personaggi di bassa lega della politica locale che seguono pedissequamente i “ragionamenti politici” dei loro capetti nella speranza di raccogliere qualche briciola di sottogoverno! Ma questa, purtroppo, è la politica, e così sarà fino a quando esisteranno persone che continueranno a votare le “quaglie”, invece di spernacchiarle quando pretendono di fare “ragionamenti politici”.
Ma oggi vorrei soffermarmi su una bella notizia. Una famiglia di Gela, composta da padre invalido, madre affetta da ritardi mentali, e sei figli dei quali cinque a loro volta invalidi, è stata aiutata dal Patronato Inapi, che ha interessato la Prefettura e ha fatto ottenere un lavoro, anche se momentaneo, al capofamiglia, e la pensione a quattro dei familiari, che hanno già avuto 40.000 Euro di arretrati e possono quindi sollevarsi dalle condizioni di estrema indigenza in cui si trovavano.
E’ una bella storia di vera solidarietà sociale, e sottolineo, vera, non soltanto strombazzata. Però mi sorge un dubbio: quello che Angela Fiore e Marco Midolo, responsabili dell’Inapi, sono riusciti a fare, non poteva essere fatto dai Servizi Sociali del Comune? E quanti di questi casi esistono nella nostra città? Quante altre persone, quante altre famiglie potrebbero vedersi riconoscere il diritto di vivere serenamente ma non ci riescono perché non hanno trovato chi li aiuta veramente?
Magari sto sbagliando, ma forse sarebbe il caso di organizzare un po’ meglio la reale incidenza dei Servizi Sociali, se ancora ci sono di queste lacune.
Autore : Giulio Cordaro
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