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notizia del 16/05/2005 messa in rete alle 19:27:09
Legalità. E l’occupazione?
Gli ultimi giorni, a Gela, c’è stata la grande ripresa del dibattito sulla legalità. “Dibattito” è un modo di dire: piuttosto si dovrebbe parlare di “lieta novella” della legalità, annunciata in tutte le salse e ogni giorno, in manifestazioni diverse, dagli stessi personaggi, quasi come dovesse essere inculcata nelle coscienze a mo’ di lavaggio di cervello.
E sì, perché non è difficile notare che in ognuno di questi allegri simposi, ai tavoli della presidenza o in prima fila ci sono sempre le stesse autorevoli persone: il Sindaco, i sindacati, il Prefetto, il Vescovo, il Presidente della Provincia, il Presidente del Tribunale, il vicequestore.
E’ giusta e positiva questa “campagna pubblicitaria” sulla legalità, ed è di certo “politicamente corretto” parteciparvi, tra il pubblico, per ascoltare le ultime novità sul tema.
Però, dal momento che il titolo di questa rubrica non è stato scelto a caso, mi chiedo: non sarebbe meglio se si facessero tanti incontri e tavole rotonde, magari operative, per trovare rimedio alla dilagante disoccupazione della nostra città, dove i disoccupati diminuiscono solamente perché emigrano al Nord in quantità industriali, come negli anni ’50? E non ritengono, le nostre Autorità, che un cittadino onesto, seguace della legalità, se non ha di che sfamare i propri figli, sia inevitabilmente portato ad azioni “legalmente azzardate”, pur di risolvere il problema?
Ma così va il mondo, e addirittura sembra che alla Provincia si stia pensando ad istituire un assessorato alla legalità. Mi sforzo di immaginare quali compiti avrà questo assessore. Controllerà la perfetta efficienza dei vari comparti dell’Amministrazione? Sarà un investigatore interno di eventuali comportamenti illeciti? O forse presenzierà in tutti i Comuni della provincia ai soliti e ripetitivi dibattiti sull’argomento, magari organizzandoli direttamente e attingendo i fondi da un apposito capitolo di spesa? Gli sarà distaccato del personale, magari scelto tra coloro che in altre ripartizioni lavorano troppo e hanno bisogno di un po’ di riposo? E infine: sarà un incarico creato apposta per fare spazio a qualche esponente di partito che non trova adeguata collocazione?
Staremo a vedere. Intanto, al Comune di Gela, dopo due mesi di assessorato senza delega, si è dimesso l’assessore Saverio Verderame. L’accaduto mi ricorda l’assessore di Roncofritto, Alvaro Cangini, che nella trasmissione cabarettistica Zelig è “assessore alle varie ed eventuali”. Ecco, a Verderame è stato riservato lo stesso trattamento, con l’aggravante che è stato mortificato un serio professionista che non fa parte dei “politici di professione”, ma si è affacciato alla politica negli ultimi tempi e avrebbe potuto dare un valido contributo all’amministrazione. E’ stato lasciato per ben due mesi con la delega in sospeso, fino a quando, con dignità, ha preferito dimettersi annunciando che darà in beneficenza il compenso che gli spetta per l’assessorato fantasma.
Scusate, ma la vicenda di Verderame cozza un po’ con le adunate della cupola politico-istituzionale-clericale sulla legalità. I rituali della politica locale continuano a mietere vittime tra chi non fa parte del “giro” politico che conta. Ma non importa, l’importante è che ogni giorno e in ogni luogo si affermino e si riaffermino i “percorsi della legalità”: prima o poi qualcuno ci crederà.
Autore : Giulio Cordaro
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