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Corriere di Gela | IL VOTO GELESE /Spargimento di sangue autonomista
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notizia del 03/03/2013 messa in rete alle 19:27:09

IL VOTO GELESE /Spargimento di sangue autonomista

Sorprese, come sempre, non ne sono mancate. Qualcuna un tantino prevedibile, classificabile quindi come sorpresina; altre, davvero grosse. La prima, il ritorno del Caimano-Berlusconi a Gela e quasi ovunque. E che ritorno! Altro che exploit di Grillo. Qui siamo in presenza della resurrezione di una mummia imbalsamata. E così il Pdl, con i suoi 8.086 voti (28,14%) si è attestato a primo partito in città al Senato e secondo alla Camera, (9.052, 27,90%), dietro al M5S. Da dove sono arrivati tutti questi voti, se non dallo svuotamento di quello che fu il bacino Mpa? Non altrimenti leggibile questo dato sorprendente, confrontando i dati di questa tornata elettorale con quelli delle precedenti Politiche 2008, delle Regionali dello stesso anno e delle ultime dell’ottobre 2012.

Alle Politiche di cinque anni fa, l’Mpa aveva preso 3.426 voti alla Camera e 2.935 al Senato; alle Regionali dello stesso anno, le sole preferenze date a Gela ai quattro candidati schizzarono a 8.116 (di cui ben 7.105 solo a Federico). Appena quattro mesi fa (Regionali 2012) i voti erano già scesi a 3.165, con la rielezione a rischio di Federico all’Ars. Oggi in città l’Mpa è precipitato a 611 voti alla Camera (assieme a Grande Sud) e 450 da solo al Senato. Questo dato spiega anche l’evaporazione negli ultimi mesi di Pino Federico, ora più che mai con le valigie pronte per il transito verso lidi più stabili.

Quella che invece si può classificare come sorpresina, è la messa a dieta del Pd ad opera di Crocetta, che al Senato, con la sua Lista Megafono, ha preso a Gela 4.410 voti a Gela, con il Pd sprofondato a 3.776 (13,14%).

Mentre alla Camera, dove non c’era la concorrenza del Movimento di Crocetta, per il partito di Bersani – che pure annoverava in lista un ex pezzo da novanta come Speziale, oltre al capogruppo consiliare Vella – il risultato è stato meno distrastroso: 5.902 voti, pari al 18,19%).

Ha voglia Crocetta di dire – per rassicurare i dirigenti del Pd – che la sua lista è stata un valore aggiunto alla causa di Bersani. I numeri dicono tutt’altro. La verità è che Crocetta, visti i primi mal di pancia, si sta costruendo una sponda in caso di divorzio dal Pd. Il primo a capirlo è stato il segretario regionale Lupo, le cui osservazioni sono state definite “cretinate” dal governatore della Sicilia.

A Gela, invece, tutto va bene. In apparenza. Ci piacerebbe sapere, infatti, se veramente l’assessore Casano e il capogruppo consiliare Pd Vella abbiano votato al Senato il partito di Bersani, cioè il loro partito, o la Lista Megafono del loro mentore politico Crocetta. Idem per il segretario cittadino Carlo Romano, anche lui espressione del presidente della Regione, che si dice pronto a dimettersi, ma ancora non lo fa.

Gongola Speziale, che dal suo 12° posto in lista ha sfiorato l’ele-zione. Al Partito Democratico, grazie al premio di maggioranza, sono stati assegnati alla Circoscrizione occidentale della Sicilia 10 seggi. Se Bersani, capolista, dovesse optare per altra circoscrizione, l’ex deputato all’Ars dovrebbe attestarsi come il primo dei non eletti. Non si sa mai. Tutto può succedere... L’Udc di Casini ha avuto in città un risultato storico, con i suoi 3.310 voti, pari al 10,22% alla Camera, dato non riscontrabile in nessuna altra circoscrizione nazionale. E questo – bisogna riconoscerlo – grazie alla presenza in lista dell’avv. Tonino Gagliano e di Romina Morselli, che hanno, con uno staff di prim’ordine, fatto una campagna elettorale molto accurata. Purtroppo il dato nazionale ha reso vano l’impegno dei candidati gelesi.

Discreto il risultato di Sel (710 voti), come pure quello della lista ispirata a Monti (1440 voti). In chiusura, il Movimento 5 Stelle. Un boom, con 10.142 voti alla Camera (31,26%) è risultato il primo partito a Gela; al Senato 7.940 voti (27,63%), appena dietro al Pdl (8.086 voti - 28,14%). E c’è stato un momento in cui il grillino Giuseppe Lo Monaco (nella foto) è stato dato per eletto. Al Movimento stellato venivano assegnati sette seggi, e Lo Monaco, al settimo posto, ha festeggiato assieme ad amici e sostenitori. Il giorno dopo, conteggi più accurati e verifiche, i seggi assegnati al M5S sono scesi a 6. Lo Monaco, così come era già successo alle Regionali di ottobre 2012, anche stavolta deve accontentarsi del platonico titolo di “primo dei non eletti”.

Gela c’è rimasta molto male, e non solo quella di fede grillina. Motivo di questo sconcerto, l’elezione alla Camera di Azzurra Cancelleri, sorella del più noto Giancarlo, eletto all’Ars. Questo familismo non è andato giù all’elettorato grillino gelese, tant’è che si è creato un gruppo d’azione, che ad una settimana dall’insiediamento del nuovo parlamento romano ha organizzato una manifestazione pubblica di protesta per chiedere la rinuncia della nissena Cancelleri per permettere l’ingresso a Montecitorio del giovane Lo Monaco.

Non per sterile campanilismo, ma non possiamo non porre una riflessione sull’ennesimo attacco dominante del capoluogo, che in questa tornata elettorale porta a Montecitorio tre parlamentari, i rieletti Pagano e la Cardinale e la debuttante Cancelleri, le ultime due, al momento, meritevoli solo di cotanti cognomi. Rocco Cerro


Autore : Rocco Cerro

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