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notizia del 27/09/2009 messa in rete alle 19:13:00
Bilancio approvato fra tante polemiche
Una corsa contro il tempo. Mancano solo cinque minuti allo scoccare della mezzanotte di lunedì 21 settembre, ma ormai è fatta. Il Consiglio comunale è salvo. A denti stretti e con estremo decisionismo il suo presidente ha scongiurato lo scioglimento. Quasi un don Chisciotte in positivo che difende il suo ruolo e quello dell’organo che dirige senza purtroppo ricevere di contro, il dovuto supporto da parte dei consiglieri al momento in cui la nave sta per affondare. Ma nonostante i continui intoppi e gli ostruzionismi, di cui si dirà più avanti, Di Dio va avanti spedito sino a quando con voce sicura e liberatrice, proclama l’esito della votazione sul bilancio. “Presenti 19; Astenuti 4; Votanti 15; Favorevoli 13; Contrari 2. Il consiglio approva”. Hanno votato a favore: il presidente Di Dio; i consiglieri del gruppo Pd Biundo, Ventura, Rinciani, Liardo, Marchisciana, Catania, Gulizzi, D’Arma e Collura; il democristiano Ferrara e la chicca che non manca mai nei momenti cruciali, quasi a sancire un’intesa tra l’ex sindaco Crocetta e il presidente della provincia Federico che si ripropone nel tempo: la mano tesa dei due consiglieri dell’Mpa Napolitano e Di Stefano che esprimono il loro consenso al bilancio. Hanno votato contro: Trainito e il democratico Cafà Nuccio (Pd) che aveva motivato il suo dissenso in fase di dichiarazione di voto. Si sono astenuti: Cafà Paolo, Cirignotta, Cassarà, Gennuso. Per la cronaca c’è da aggiungere che prima dell’espressione del voto, hanno disertato l’aula Greco, Gallo, Scuvera, Muncivì, Robilatte, Trufolo, Nastasi, Ferracane, Collorà, Susino, Giocolano.
Il bilancio non è stato dichiarato immediatamente esecutivo, in quanto su richiesta del presidente si è deciso di inviarlo alla Corte dei conti. Come si diceva, il Consiglio doveva ritenersi sospeso dalle sue funzioni e successivamente sciolto con decreto assessoriale controfirmato dal presidente della Regione, se la deliberazione di approvazione del bilancio fosse stata assunta dopo la mezzanotte. Un pericolo annunciato dal presidente, ma sul quale non ci avrebbe giurato perché sembrerebbe proprio trattarsi di termine non perentorio. Pur tuttavia, arrampicandosi sugli specchi e riuscendoci, ha chiuso i lavori con cinque minuti di anticipo rinviando a lunedì prossimo la discussione del piano triennale delle opere pubbliche.
A Gela, è ormai divenuta una consuetudine approvare il bilancio di previsione oltre i termini. Questa volta sembra esserci stata una sorta di regia occulta difficilmente o forse facilmente identificabile che ha remato contro, con situazioni e inghippi tesi a far perdere tempo: cavilli amministrativi, assenza dei prescritti pareri dei revisori prontamente denunciati dal presidente del Consiglio. Di Dio se l’è legata al dito l’accusa di correzione a penna di un emendamento, sbandierata dal presidente del collegio dei revisori Carmelina Volpe nella seduta di venerdì scorso, quasi uno “show”. Ed ecco l’atto di accusa di falso che Di Dio ha respinto al mittente.
“E’ stata lei a peccare di omissioni e parzialità – ha urlato puntando il dito verso la Volpe – la correzione a penna del testo dell’emendamento e controfirmata di mio pugno, gliel’avevo comunicata a voce durante la seduta”. Ha continuato con toni forti annunciando che la questione avrebbe avuto un seguito nelle sedi opportune. Non l’aveva proprio digerito quell’invito che il presidente del collegio dei revisori aveva fatto ai carabinieri perché, invitandoli ad entrare nell’emiciclo riservato ai consiglieri, prendessero visione del presunto falso che Di Dio avrebbe operato. “Ho tutte le carte in regola – ha concluso il presidente del consiglio - per dimostrare la mia correttezza, mentre denuncio pubblicamente che è stato il collegio omissivo non facendo pervenire i pareri su cinque emendamenti”. A quel punto Di Dio ha preteso che quei pareri venissero espressi seduta stante sui testi originali, concedendo ai revisori una sospensione della seduta di dieci minuti.
I lavori sono iniziati con la discussione degli ultimi dieci emendamenti, molti dei quali trasformati in atti di indirizzo.
Questi gli emendamenti approvati: 20 mila euro per campionati e attività sportive per disabili (Di Stefano); 101 mila euro per borse di studio della regione per gli alunni meritevoli, 114 mila per cantieri di servizio, 60 mila per contributi locativi (emendamenti tecnici presentati dal vicesindaco Nuara); 572.895 euro per il servizio pubblico dell’Ast in favore degli anziani riferito all’anno 2010. Su quest’emendamento si è acceso un lungo dibattito. D’Arma (Pd) ha stigmatizzato il gesto del governo regionale che ha fatto venire meno delle somme che ora dovranno ricadere a carico dei Comuni. Cafà (DeS) e Ferrara (Dc) hanno chiesto se il riconoscimento di quelle somme andasse riferito anche al 2011. In un primo momento c’è stato l’orientamento a estendere l’impegno sino al 2011, ma dopo l’intervento critico di Trufolo (Pli), condiviso dalla Nuara di non “coprire le defezioni della Regione”, si è votato l’emendamento solo per l’anno 2010.
L’emendamento di 300 mila euro per spese sostenute per curarsi fuori Gela dai malati oncologici, è stato trasformato in atto di indirizzo all’unanimità. Il consigliere Ferracane ha chiesto di abbinare quest’atto con un altro atto di indirizzo votato precedentemente e riguardante malati cronici e reumatici. Approvati ancora emendamenti per: 6 milioni di euro per anticipazioni di cassa (Nuara); 85 mila euro per contributi alla Chiesa dei Cappuccini (Crignotta); 50 mila e 30 mila, rispettivamente per Heraclea ed Enviroil; 50 mila euro per acquisto ponte radio al corpo vigili urbani (Di Stefano); 20 mila euro per Aism, Associazione italiana sclerosi multipla, (Scuvera e Greco); 50 mila euro per acquisto terreno da parte dell’Oratorio di San Sebastiano (Ferracane e Collura); 15 mila euro per acquisto sussidi formativi e pacchi dono per le festività natalizie; 8 mila euro per acquisto alimenti di prima necessità (critiche di Ferracane e Gulizzi per questo emendamento ritenuto inutile e poco trasparente); 30 mila euro per acquisto spazi istituzionale del consiglio comunale.
Bocciato l’emendamento di Di Dio che prevedeva un contributo di 70 mila euro per l’acquisto del terreno su cui la Chiesa evangelica avrebbe costruito una chiesa. Ferma e decisa la protesta del consigliere indipendente Fabio Collorà per il rifiuto di Di Dio di ammettere a votazione un suo emendamento con il quale chiedeva l’esclusione dal piano di alienazione dei beni patrimoniali del Comune, il parco di Montelungo per il quale Collorà si è sempre battuto per essere riconosciuto patrimonio indisponibile. Al diniego motivato di Dio Dio ha risposto che si è consumato un crimine verso i cittadini di Gela.
Autore : Nello Lombardo
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