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Corriere di Gela | Consiglio comunale, stop al question time per l’annuncio shock della Raffineria
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notizia del 22/04/2012 messa in rete alle 19:06:46
Consiglio comunale, stop al question time per l’annuncio shock della Raffineria

Il consiglio comunale, dopo avere deciso all’unanimità di sospendere la seduta di question time in deroga al regolamento, di concerto con l’amministrazione comunale, le segreterie politiche dei partiti ed i sindacati ha stabilito di convocare l’assise civica in seduta permanente a seguito dell’annuncio da parte della Raffineria di Gela del fermo per un anno e della messa in cassa integrazione di cinquecento lavoratori.

L’incontro presso l’ufficio del sindaco si era svolto qualche ora prima della seduta e quando con quaranta minuti di ritardo si sono aperti i lavori, c’è stato l’annuncio ufficiale da parte del presidente del consiglio comunale Peppe Fava, presenti 27 consiglieri. “A seguito della riunione tenuta dal sindaco – ha detto Fava – è emersa l’ipotesi di convocare il consiglio in seduta permanente. Dopo l’annuncio dell’Eni di fermare gli impianti creando una situazione drammatica per cinquecento famiglie, è necessaria una mobilitazione generale per giungere ad una soluzione che veda un rientro immediato dei lavoratori del petrolchimico. C’è quindi la necessità di sospendere il question time per riconvocarlo martedì prossimo”. All’unanimità tutti i consiglieri hanno approvato per alzata di mano le espressioni del presidente del consiglio, decidendo anche di rinunciare al gettone di presenza. A margine della seduta si è dovuta registrare una presa di posizione de “Il grande Sud” che per bocca del consigliere Luigi Farruggia ha manifestato il proprio rammarico per non essere stato invitato alla riunione. Fava, anche a nome del sindaco, si è scusato per l’inconveniente involontario, invitandolo ufficialmente a prendere parte attiva al tavolo permanente che si sarebbe aperto all’indomani.

“La situazione è molto delicata – ha detto subito dopo la riunione il sindaco Fasulo – e richiede l’intervento compatto di tutte le forze in campo. L’Eni adesso deve fare chiarezza sulle sue intenzioni. Chiediamo conferma che ai 500 lavoratori che verranno messi in cassa integrazione venga garantito il reintegro al termine dei 12 mesi e chiediamo che l’Eni confermi la volontà concreta di effettuare gli investimenti previsti nel territorio. Gela ha bisogno di risposte immediate, qualora non arrivino non escludiamo eventuali forme di mobilitazione”.

Il giorno prima, lunedì 16 aprile, il consiglio era stato convocato su richiesta di cinque consiglieri per una seduta monotematica sul problema acqua e sui contatori staccati da Caltaqua. I lavori sono stati caratterizzati non solo da continui attacchi a Caltaqua rea di avere staccato i contatori a quei cittadini che tra il 2007 e il 2009 avevano pagato solo il cinquanta per cento dell’importo delle bollette, ma anche in una sorta di processo politico al sindaco ed all’assessore D’Aleo per questioni legate al comportamento di Caltaqua e per un presunto disimpegno dell’amministrazione ad intervenire risolvendo il contratto con la società.

A prendere per primo la parola è stato il socialista Piero Lo Nigro che ha annunciato di non partecipare

Più ad alcuna seduta che avesse per oggetto il tema acqua. “C’era stata una conferenza di servizi e la costituzione di una commissione – ha continuato - per decidere i comportamenti da assumere sulla questione del 50% non pagato. Devo dire che tutti gli attori di questa vicenda , me compreso, non abbiamo compiuto il nostro dovere. Dopo due anni non se n’è fatto nulla. Tutti devono ricordare che si stabilì che doveva essere la regione a colmare la differenza. Di quel finanziamento non esiste più traccia e la cosa più grave è che non c’è indennizzo da parte di Sicilia acque. Sia ben chiaro e i cittadini lo devono sapere che il consiglio comunale ha fatto ogni cosa con dignità e senza alcuna complicità in questa situazione”.

Rocco Giudice (Pd) si è detto molto scoraggiato e per nulla disposto a fare ulteriori appelli ai nostri parlamentari. Ha raccontato di essere stato rimproverato da un cittadino che gli ha gridato “vergognatevi”. Il motivo? La questione di Caltaqua che stacca i contatori, le mancate assunzioni dalla società dei parcheggi, le colonnine che non danno resto, gli ascensori non realizzati. Rivolto, quindi, al presidente ha chiesto che bisogna fare chiarezza una volta per tutte su tutte le cose pendenti.

Enrico Vella (Pd) si è lasciato andare ad una lunga filippica prendendo di mira Caltaqua ma anche l’assessore D’Aleo che “ci ha preso in giro politicamente. Ditegli di andare a fare gli espropri – ha proseguito il consigliere Pd – per far fare le cessioni delle aree a Manfria. Mi risulta che sono state messe le luci su strade private, ditegli di andarle a togliere. La rete idrica non si farà prima di tre anni. Riguardo a Caltaqua è certo che non possiamo mandarla, ma dobbiamo chiederle che si attenga alla convenzione”.

Terenziano Di Stefano (Mpa) in risposta a Vella afferma che a chiarire ogni vicenda non spetta all’assessore D’Aleo, ma al sindaco. Riguardo ai contatori denuncia una vicenda che dovrebbe fare riflettere come il denaro dei cittadini venga frodato da Caltaqua. Guido Siragusa (Udc) si dichiara fortemente imbarazzato perché non è riuscito a capire di cosa si stia parlando. Vella e Lo Nigro hanno lanciato accuse ben precise. «Se Caltaqua ha responsabilità lo deve dire il sindaco ed il presidente dell’Ato idrico e non i consiglieri comunali».

Salvatore Cauchi (Pensiero libero) si è chiesto perché i cittadini dovrebbero pagare il restante 50% della bolletta dell’acqua dichiarata non potabile. Dopo una serie di considerazioni di ordine tecnico e giuridico ha chiesto l’istituzione di un tavolo di controllo “verso un servizio essenziale per la salute pubblica dei cittadini”.

Per Peppe Di Dio alcuni interventi sono stati una sfida all’Ok corral. “I partiti di maggioranza – ha detto – se ne sono detti di tutti i colori, ma non succede nulla. Questa è una maggioranza nebulosa, come la torre di Babele. Della questione Caltaqua sono convinto che non se ne dovrà parlare più, ma bisogna agire. Gradirei che ci riunissimo alla presenza del sindaco e stabilissimo una riunione con i vertici di Caltaqua mettendo nero su bianco.

Salvatore Gallo (Pensiero Libero) ha voluto subito rassicurare i colleghi della maggioranza che il suo partito non ha intavolato alcuna trattativa per entrare in maggioranza.

Per Tonino Ventura (Mpa) le responsabilità non sono di Caltaqua, ma del sistema che è stato creato.

Giovanna Cassarà (Pd) afferma che è patetico tornare a parlare di acqua. “Io mi sento di avere la coscienza a posto – ha detto- voglio ricordare come nella scorsa consigliatura abbiamo celebrato tante sedute monotematiche affrontando anche la questione del 50% delle bollette. La seduta è proseguita con interventi di Cafà, Farruggia e Morselli.

Domanda finale a Fasulo. Sindaco, un po’ di chiarezza sulla vicenda Caltaqua e del pagamento del restante 50%, vogliamo farla?

«Riguardo al 50%, in tutti verbali è scritto che avrebbe dovuto essere Siciliacque e la Regione a procedere al riconoscimento di questa differenza. Solo che ancora non hanno trovato i soldi per pagare queste somme. La mia posizione in assemblea e in consiglio di amministrazione è nota a tutti, tanto che Caltaqua ha minacciato azioni nei miei confronti perché a vendo sollevato contestazioni sono stato considerato la causa di un eventuale fallimento della società. Durante la prima votazione ero rimasto solo contro 21 Comuni. La mia posizione è stata chiarissima. Oggi ciò che serve sono gli investimenti sulla rete perché la qualità dell’acqua è nota a tutti. I 5 milioni certo non bastano, occorrono altri investimenti. Il ministero ritarda e le somme non sono ancora disponibili. Sono ferme al Cipe a Roma. Il progetto è stato presentato da parte di Caltaqua con notevole ritardo. Adesso la pratica dovrà passare dal Ministero al Cipe e poi alla Regione che deve rendere esecutivo il provvedimento. I tempi ovviamente non saranno brevissimi».

Il Consiglio torna a riunirsi alle 20,30 di lunedì 23 aprile, con quattro punti all’odg, tre riguardano convenzioni con l’Iacp e il quarto la dichiarazione di prevalente interesse pubblico e di insussistenza di contrasto con interessi urbanistici e ambientali di alcuni immobili abusivamente realizzati.


Autore : Nello Lombardo

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