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notizia del 19/06/2011 messa in rete alle 19:06:11
Tempus regit actum
Da alcune settimane, negli ambienti politici ed amministrativi della nostra città, tiene banco la spinosa questione relativa all’attribuzione del cosiddetto premio di maggioranza, previsto dalla legge elettorale siciliana, in applicazione della quale c’è stato un autentico ribaltone dell’esito delle ultime elezioni amministrative, celebratesi nella primavera dello scorso anno e che hanno visto, dopo il secondo turno (quello di ballottaggio), l’avv. Angelo Fasulo (Pd) prevalere sul suo più temibile e, al tempo stesso, più agguerrito avversario, l’on. Calogero Speziale, che, come si ricorderà, pur essendo stato battuto alle “primarie”, non ha voluto accettare la sconfitta ed ha sfidato il concorrente in una competizione elettorale fedifraga e fratricida, caratterizzata – anche per i pesanti interventi delle rispettive fazioni – da colpi bassi ed imboscate di ogni genere.
I fatti sono ampiamente noti. Al termine dei due turni di consultazione, la commissione elettorale mandamentale, nel proclamare la vittoria di Angelo Fasulo,non aveva ritenuto di assegnargli anche il cosiddetto “premio di maggioranza” (uno strumento voluto dal legislatore per assicurare stabilità politica ed amministrativa agli Enti locali, spesso ostaggio di poteri forti interessati ad assumerne il controllo per la gestione di piccoli e/o grandi affari), perché le liste a lui collegate non avevano raggiunto e superato il 50% dei voti validi, espressi dagli aventi diritto. Quorum che, invece, era stato appannaggio della coalizione avversaria, formata da Democratici per Gela, Democrazia e Socialismo, Sicilia Pensiero Libero, Udc e Liberi e Gelesi, sostenitrice del candidato sindaco Speziale.
Fasulo, di fatto, si era ritrovato senza una maggioranza qualificata in Consiglio comunale e, quindi, avrebbe dovuto affrontare gli anni del suo mandato nelle stesse condizioni in cui si era trovato il suo predecessore, Rosario Crocetta. Ma per pochi mesi, perché gli esponenti dei partiti che lo avevano sostenuto, hanno proposto ricorso al Tribunale amministrativo di Palermo, che, nel mese di ottobre dello scorso anno, ha annullato la decisione della Commissione elettorale mandamentale, sancendo il diritto di Gioacchino Gradito, Rocco D’Assenza e Fabio Collorà (Pd), Nunzio Scudera, Saverio Verderame e Giuseppe Verdone (MpA) ed Orazio Maganuco (Lista Donegani) di sedere in Consiglio comunale.
Contro questa sentenza, com’era facilmente prevedibile, i perdenti hanno presentato ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo (in Sicilia, organo omologo al Consiglio di Stato). Ed in previsione dell’adunanza, con thema decidendum il contestato risultato delle amministrative gelesi, c’è stato chi ha pensato di far modificare all’Ars la normativa elettorale, che, guarda caso, sposa in pieno la tesi dei legali dei ricorrenti, i quali si sono ritenuti legittimati, nell’udienza celebratasi nei giorni scorsi, a reclamare la correzione del deliberato della Commissione elettorale di Gela.
Questi gli avvenimenti, sui quali, però, va fatta una dovuta ed indispensabile chiarezza, anche per fugare le preoccupazioni di Gioacchino Gradito & company e, contestualmente, per non alimentare le illusioni di coloro i quali fanno parte del raggruppamento avverso, guidato dall’ex assessore della Giunta Crocetta, Giovanna Cassarà.
Nel mondo del diritto, che ha solide fondamenta in quello romano (non è un caso che chi si iscrive al Corso di Laurea in Giurisprudenza inizia gli studi con due fondamentali materie, Istituzione e Storia del Diritto Romano) si usa spesso la locuzione tempus regit actum, il cui significato letterale è il tempo regge l’atto, principio da cui discende la irretroattività della norma giuridica, che spiega effetti ex nunc (d’ora in poi) e mai ex tunc (da allora) e la cui finalità mira ad evitare confusioni e/o sovrapposizioni di regole, garantendo la certezza del diritto, senza la quale si tornerebbe pericolosamente all’anarchia e all’imbarbarimento della vita sociale, politica ed economica di ogni consorzio umano, come nel “caso Gela”.
Autore : Elio Cultraro
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