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Corriere di Gela | L’economia siciliana alla mafia. Che novità!
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notizia del 05/02/2012 messa in rete alle 19:00:32
L’economia siciliana alla mafia. Che novità!

E’ alquanto difficile, per i fatti che avvengono in periferia, trovare la dovuta attenzione da parte dei grandi mezzi di comunicazione: la protesta dei forconi in Sicilia, regione marginale, ha trovato poco spazio sulle testate nazionali, ma quando i Tir hanno bloccato le autostrade del nord le stesse testate hanno scritto fiumi di inchiostro.

Allo stesso modo, se un concetto, magari interessante e innovativo, viene veicolato dalla periferia, avrà possibilità quasi nulle di essere recepito dalla stampa nazionale. Ma se un altro concetto, magari semplicistico e lapalissiano, viene espresso da qualcuno che ricopre una carica di responsabilità, ecco che viene amplificato a dismisura. Se poi il concetto riguarda la mafia… Un concetto del genere, ripreso in grande stile dalla stampa nazionale, è stato espresso qualche giorno fa dal Procuratore di Palermo Messineo, il quale ha dichiarato:

“Ho il sospetto che l’economia della Sicilia sia controllata dalla mafia”. Complimenti, ma lo stesso sospetto ce l’hanno centinaia di migliaia di siciliani onesti, quindi non mi pare una novità. E poi, se Messineo ha questo sospetto, continui a lavorare con sempre maggiore forza: del resto è pagato per questo dallo Stato.

Lo stesso Messineo, ma anche l’altro magistrato palermitano Ingroia, e addirittura il Ministro dell’interno, Cancellieri, hanno espresso apprezzamento per la proposta, avanzata la scorsa settimana dall’imprenditore “antimafia” Antonello Montante, di assegnare un “rating” alle aziende antimafia. Non è chiaro chi e in base a cosa dovrebbe assegnare il “rating antimafia”, ma in base alle prime dichiarazioni di Montante dovrebbe essere a vantaggio delle aziende che denunciano il pizzo, che operano nella legalità, che sottoscrivono e seguono i protocolli di legalità, e via dicendo. I vantaggi del “rating antimafia” consisterebbero in migliori condizioni da parte delle Banche per l’accesso al credito e comunque nella possibilità stessa di accesso al credito.

Ho ricevuto le perplessità di un imprenditore molto preoccupato della proposta, perché finora non ha ricevuto richieste di pizzo. «Se fino ad oggi – mi ha detto – per mia fortuna, non ho ricevuto richieste di pizzo, come faccio a denunciare gli estorsori? Opero secondo legge, pago tasse e contributi, e magari un mio concorrente potrà avere condizioni bancarie migliori delle mie solo perché ha denunciato il pizzo? Vuoi vedere che dovrò inventarmi un’estorsione?». L’ho rassicurato, perché a quanto pare per ottenere il “rating antimafia” è sufficiente aderire al protocollo di legalità della Prefettura. Il resto è aria fritta, tant’è che la Raffineria di Gela, che ha firmato il protocollo di legalità e che è il più forte associato della Confindustria nieesna, si permette il lusso di manovrare per espellere dal petrolchimico le aziende gelesi facendosene un baffo del decreto Morese che prevede l’assunzione dei lavoratori da parte delle aziende appaltatrici subentranti. E naturalmente, l’Ispettorato del Lavoro e la Magistratura si guardano bene dall’indagare sulle manovre poco trasparenti attuate dal colosso petrolchimico. Ma tant’è: hanno firmato il protocollo di legalità, quindi sicuramente è tutto legale….


Autore : Giulio Cordaro

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