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notizia del 05/06/2007 messa in rete alle 19:00:40
E’ caccia alle poltrone
La settimana che si chiude suggerisce qualche considerazione sulla politica. Sembra che i conteggi dei voti siano ultimati e che molto presto dovrebbe insediarsi il nuovo Consiglio. Eventuali ricorsi al Tar potranno esserci ma dopo che i consiglieri eletti si insedieranno. Se la settimana scorsa parlammo di bocche ingessate e di silenzi riguardo alla formazione della giunta Crocetta e nulla trapelava di ufficiale, adesso invece c’è stato un autentico incalzare di voci e di ipotesi che per certi versi hanno messo in movimento i partiti.
Primo fra tutti Crocetta, che ha fatto sapere che porterà avanti la sua vecchia idea di inserire nella sua giunta quattro donne indicandone anche qualche nome. Sembra che le esternazioni del sindaco abbiano infastidito Liardo (segretario ds) e compagni.
Un po’ tutti i partiti, liste comprese, si attendevano per fine settimana dal sindaco una convocazione per affrontare la discussione delle deleghe, ma al momento in cui scriviamo (giovedì 31 maggio), non c’è stata alcuna convocazione. Anzi, proprio giovedì, si sarebbe dovuto riunire il direttivo dei Democratici di sinistra per discutere della questione della formazione della giunta e dei possibili criteri per l’assegnazione delle deleghe.Il partito della quercia si quindi è posto il problema di chi mandare a ricoprire la carica di assessore. Intanto, mentre prima aspiravano ad accaparrarsi 5-6 assessorati, adesso se ne accontenterebbero di quattro, più la vicesindacatura. Tra i desideri del sindaco ci sarebbero Enrico Vella, Elisa Nuara e Miguel Donegani. Altre donne che Crocetta gradirebbe sono Giovanna Cassarà, che ha ricoperto la carica di assessore ai lavori pubblici e, in subordine, qualora la Cassarà non accettasse, Agata Pappalardo.
E’ più che certo che la Cassarà non accetti. Gli abbiamo chiesto se è vero che rifiuta la carica di assessore. Ci conferma che intende fare il consigliere comunale per consolidare questa esperienza e poi ha aggiunto: “Premesso che metto sempre a disposizione del partito la mia persona, devo dire che mi mancava questa esperienza di consigliere comunale, che intendo affrontare. E poi si parla tanto di presenza delle donne nelle istituzioni e veramente mi dispiacerebbe privare l’assemblea civica della presenza dell’unica donna. Credo che il mio ruolo è più produttivo in Consiglio anziché in giunta”.
Il fatto che Crocetta abbia dato queste indicazioni senza che ancora ci sia stato un tavolo di confronto, come abbiamo riferito più sopra, ha finito con l’infastidire non solo i Ds, ma anche altri partiti della coalizione.
Carmelo Ferrara che è trasmigrato dalla Margherita alla Federazione democristiani-Udeur, afferma che se accordo c’è stato sulla vicesindacatura e sulla presidenza, è stato un fatto tra partiti, ossia tra Ds e Margherita. L’unica cosa certa sancita in un accordo che ha coinvolto tutti, è che ogni partito o lista che avrebbe ottenuto un consigliere, avrebbe avuto una rappresentanza in giunta. Parola di Crocetta!
Peppe Di Dio (Margherita) dice che non c’è stato mai un accordo che prevedesse quattro donne in giunta. Perché se così fosse stato, la Margherita avrebbe pensato di costruire una lista in funzione di questo assunto. Anche i Ds dicono che il sindaco ha sempre sostenuto di inserire qualche giovane eletto consigliere comunale in giunta ed un paio di donne. Come dire: “Caro Saro non puoi cambiare le carte in tavola”.
A proposito di Di Dio, è lui che viene indicato come il possibile presidente del Consiglio comunale, ma dovrà fare i conti con i numeri e con qualche franco tiratore...magari tra quelli che prima facevano parte dello schieramento della Margherita e che sono confluiti ed eletti in altre formazioni politiche di centro sinistra. Anche se si dice che era stato siglato un accordo di ferro tra Ds, Margherita e sindaco per assegnare la poltrona di presidente del Consiglio a Di Dio, si è pure azzardato che erano in corsa per la stessa carica il delfino Miguel Donegani e l’ex assessore alla solidarietà sociale Paolo Cafà. Ma si tratta di voci infondate e che gli stessi interessati smentiscono. Donegani, da un canto puntualizza che sarà il partito a decidere la sua destinazione, dall’altro, ponendolo come interrogativo, afferma che la gente lo ha premiato per quel che ha fatto nel ruolo di assessore e che quindi sarebbe suo desiderio ritornare a farlo. Magari con la carica aggiuntiva di vicesindaco. Ha comunque detto che la presidenza del consiglio non lo interessa.
Paolo Cafà avrebbe detto di non volersi impegnarsi nel ruolo di assessore.
I socialisti dovrebbero riproporre come assessore Ugo Granvillano perché l’unico consigliere eletto nelle file dello Sdi, Antonio Rinciani, vuole continuare a fare il consigliere comunale per portare a compimento un percorso iniziato nella scorsa consigliatura, ovvero l’istituzione di un osservatorio che studi le malattie professionali legate alla presenza dell’industria.
Giovedì, le ultime esternazioni del sindaco dai microfoni e telecamere di Canale10. “ Se devono contare i voti, li dobbiamo fare contare su tutto. Se il meccanismo elettorale premia le forze maggiori con maggiori consiglieri (esempio: i comunisti con 2 mila voti hanno ottenuto un solo consigliere, i ds con 8 mila voti ne hanno ottenuto 8), questo beneficio non essere introdotto su tutto”.
Ds e Margherita sono avvertiti. Ed ancora: “Sulle vice presidenze del Consiglio bisogna aprire alla opposizione e anche sulle commissioni consiliari; una coalizione che prende la maggioranza deve sapersi anche confrontare con le opposizioni. Non deve fare l’asso pigliatutto”.
Autore : Nello Lombardo
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