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| notizia del 16/03/2013 messa in rete alle 18:57:28 Acqua e bollette, “Mistero Buffo” tutto alla gelese Mistero buffo? Chi crede che sia il nome di una delle migliori opere del “giullare” Dario Fo dovrebbe aggiornarsi: oggi è il titolo della sceneggiata che da ormai sette anni si svolge a Gela in merito ai problemi della distribuzione idrica. Il primo interprete ad andare in scena è Caltaqua, il gestore della distribuzione in tutta la provincia fin dal mese di luglio 2006, per conto del “gran carrozzone” denominato ATO idrico. L’Ato idrico non compare in scena, ma viene spesso citato, anche perché è l’organo che stipula il contratto con Caltaqua e concede graziosamente alla società similspagnola ( nel senso che si comporta peggio di un napoletano dei quartieri spagnoli) aumenti prefissati e concordati ad ogni volgere di anno, co l’assenso di alcuni sindaci del comprensorio, tra cui quello di Gela. La vita sembra scorrere tranquilla, quando si viene a scoprire, grazie alle lamentele dei cittadini e all’azione di uno sparuto gruppo di ambientalisti, che l’acqua erogata non è potabile. Ed entra in scena il protagonista principale, il sindaco di Gela Crocetta, che non solo stabilisce che l’acqua non potabile va pagata al 50%, ma invita i cittadini a pagare solo metà bolletta, depositando al Comune le fotocopie delle bollette pagate. L’acqua rimane non potabile fino alla fine del 2009. Nel frattempo Crocetta è volato all’europarlamento, la Regione Siciliana di lombardiana memoria non risponde, come non ha nai risposto, alle richieste dell’Amministrazione comunale di stabilire con chiarezza che l’acqua erogata a Gela andava pagata a metà, e Caltaqua inizia il distacco dei contatori non solo ai morosi totali, ma anche ai cittadini che, ascoltando l’invito di Crocetta, avevano pagato il 50% depositando copia delle bollette al Comune. Per inciso, il fatto che l’acqua erogata si paghi al 50% quando non è potabile, è stabilito dal provvedimento n. 26 del 1975 del Comitato Interministeriale Prezzi, che lo ha ribadito con determina n.131 del dicembre 2002: quindi è pacifico il diritto dei cittadini ed illegittima ogni azione di Caltaqua di diverso tenore. Ma serve una decisione chiara, quella che non c’è mai stata. Qualche cittadino ha fatto ricorso al Tribunale, assistito dagi “Cittadinii per la Giustizia”, guidati dall’avv. Lucio Greco, e il Tribunale ha dato loro ragione; ma in qualche caso ha dato anche torto. Qualche riunione si è svolta alla Regione, ma senza esito, tranne la mitica battuta, che resterà eternamente ai posteri, del pidiellino Alessandro Pagano, secondo cui l’acqua erogata a Gela “è potabile ma non bevibile”. Ed ecco che irrompe sulla scena, come attore non protagonista, l’attuale sindaco di Gela Fasulo, che, eletto nel 2010, il problema se l’è trovato sul groppone senza colpa. Fasulo ha scritto a Crocetta, nel frattempo diventato Presidente della Regione, per dirgli in pratica: caro Crocetta, Caltaqua continua nei distacchi delle utenze idriche ai cittadini, pretende anche il 50% per gli anni in cui erogava acqua non potabile, chiede ora addirittura cento euro di spese legali (operazione da codice penale); questa situazione parte dagli annunci che facevi quando eri Sindaco (e la Regione di Lombardo non rispondeva), ma ora che sei tu il Presidente della Regione, nel giro di qualche giorno potresti risolvere il problema una volta per tutte. E rientra in scena il protagonista della sceneggiata, il Crocetta oggi governatore della Sicilia. Inizia il terzo atto della sceneggiata. Ma che succede? E’andata via la luce? La recita non può continuare? Ma no, continuerà: si tratta solo di aspettare un po’ e il terzo ed ultimo atto andrà in scena. Sperando in un lieto fine, quello che attendono i cittadini di Gela. Autore : Giulio Cordaro » Altri articoli di Giulio Cordaro |
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