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notizia del 29/06/2005 messa in rete alle 18:55:37
Una città senza dibattito
Strana città, Gela: c’è chi parla, chi straparla, chi non può parlare anche se vorrebbe, chi preferisce non parlare. Ma, alla fine, non c’è confronto né dibattito: ognuno fa i suoi proclami senza un minimo contraddittorio.
Naturalmente, chi parla più di tutti è il Sindaco, Crocetta, che ha campo libero su emittenti televisive locali, regionali e nazionali grazie al personaggio mediatico che ha saputo finora creare con gli auspici del “guru” della comunicazione Klaus Davi, pagato a spese della casse comunali.
Questa settimana il “compagno Saro” (così viene chiamato dal settimanale L’Espresso) ha avuto due tribune nazionali: una, appunto su L’Espresso, l’altra su una trasmissione di RaiNews24. Ecco, se qualche giovane praticante giornalista vuole studiare un classico esempio di cattivo giornalismo, può leggere il servizio su Crocetta di Francesco Benassi, su L’Espresso.
E’ zeppo di errori, inesattezze, falsità. Un articolo che parla di brogli elettorali (quali?) che stavano impedendo l’elezione a Sindaco, della festa coi tifosi del Giugliano inventata da Crocetta (ma quando mai?), dell’attentato fantasma progettato con i killer lituani dalla mafia (smentito dalla stessa Magistratura) e sventato dalle forze dell’ordine che hanno arrestato tutti prima che entrassero in azione (pura invenzione). Chi non vive a Gela e legge il servizio di Benassi potrebbe anche crederci: ecco come si creano i personaggi mediatici, raccontando su organi di informazione (grazie a giornalisti poco seri) fandonie che comunque nessuno smentirà (e comunque la notizia, specie se eclatante, rimane nell’immaginario modo indelebile, a differenza della smentita).
Un’esempio di buon giornalismo è invece il conduttore della trasmissione “21,15” di RaiNews24, nella quale Crocetta ha tentato di sciorinare il suo repertorio di antimafia e legalità prenditrepaghidue ma è stato rintuzzato dal conduttore che si è dichiarato “non convinto”. Lo stesso conduttore ha poi apostrofato come “ridicoli” il compagno antimafia Lumia e l’esponente di An Nino Strano, che avevano iniziato a sproloquiare. Incredibile: un giornalista che invece di lasciare campo libero alle dissertazioni a ruota libera dei politici li rimbecca e li mette in difficoltà!
A Rainews24 Crocetta ha affermato che ascolta costantemente i cittadini, anche tramite i comitati di quartiere spontanei. Mi permetto di dissentire: il comitato di quartiere Centro Storico attende da quattro mesi un incontro col Sindaco, mentre il ricevimento del pubblico avviene ormai più raramente di uno scudetto dell’Inter.
Ma a Gela è difficile, anche se si vuole, fare sentire la propria voce. A Gela, da tempo, è morto il dibattito. Non esiste nell’unica emittente radiofonica cittadina. Ma non esiste neanche nelle tre emittenti televisive. Video Golfo svolge un prezioso lavoro di documentazione degli avvenimenti del comprensorio, con numerose interviste, ma senza dibattito. A VideoUno gli unici dibattiti riguardano il Gela JT, ma sono comunque dibattiti a senso unico. Canale10, dove un tempo i dibattiti erano settimanali, e dove c’è un gruppo di giornalisti preparati, ha purtroppo da tempo rinunciato – chissà perché – ai confronti televisivi.
Svegliatevi, signori! Il ruolo del giornalismo non è quello di annotare e riversare a lettori e ascoltatori i proclami dei vari capi e capetti di destra e di sinistra: la crescita sociale di un territorio non avviene con i proclami, ma col confronto serrato tra diversi modi di in-tendere le cose, così che i cittadini siano messi in condizione di capire e giudicare da diverse angolazioni. A Gela da tempo non si discute più, non ci si confronta più, gli argomenti cruciali della città non vengono più analizzati, sezionati, rivoltati. Rimangono solo le trombe, le trombette ed i tromboni del potere mediatico. Ma non è così che questa comunità può crescere.
Autore : Giulio Cordaro
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