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notizia del 11/06/2012 messa in rete alle 18:52:23
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Rocco Siffredi in Commissione
Il consigliere comunale che durante una importante seduta riguardante il Prg guardava filmini porno sul tablet pagato dai cittadini ha fatto tornare Gela sulle pagine della cronaca nazionale, e anche stavolta il fatto non si puè annoverare tra le cose positive della città.
Ne è seguita una serie di comunicati, da quello di Di Stefano che tiene a precisare che “l’Mpa non c’entra nulla”, a quello del sindaco Fasulo, che da tempo tenta di stimolare in qualche modo i consiglieri comunali ma ai filmini porno ancora non aveva pensato. Ma gli insulti per la “casta” comunale, con relativi inviti a dimettersi (“andate a casa”) sono apparsi in gran quantità sulla rete.
E proprio questo è l’errore. Fare di tutta l’erba un fascio è un comportamento impulsivo, poco riflessivo, e soprattutto poco intelligente. Se tra i consiglieri comunali c’è qualche imbecille che, anziché guardare filmini porno a casa sua, cosa che riguarda la sua sfera personale e privata, li guarda durante una riunione politica, non vuol dire che tutti i consiglieri comunali siano affetti da inopportuna perversione compulsiva. Se alcuni consiglieri comunali servono solo da soprammobili o, peggio, seguono interessi personali o particolari, non vuol dire che tutti siano delle persone inutili o dei lestofanti. In consiglio ci sono pure persone dignitose, preparate, che cercano di lavorare per il bene della città. D’accordo, sono pochi, ma pur ci sono! Dunque è bene che vada a casa il responsabile del fattaccio, il cui nome circola di bocca in bocca e tutti ormai sanno chi è, ma che non posso citare per ovvi motivi.
La cosa però più grave è che qualcuno se la sia presa con la stampa, che ha pubblicato la notizia. E questo è indice di arretratezza culturale e di pericolosa mancanza di senso della democrazia. La Stampa, signori (e non mi riferisco al quotidiano torinese ma alla Stampa con la S maiuscola) ha il dovere di scrivere notizie e di diffonderle, e l’unica accusa che le si può fare è eventualmente quella di pubblicare notizie non vere. Se la notizia è vera, un giornalista che si rispetti è tenuto a pubblicarla. Ma evidentemente c’è ancora qualcuno che vorrebbe i giornalisti imbavagliati e pronti ai propri voleri, magari rimpinzati con lauti contributi provenienti dalle casse comunali e spacciati per “comunicazione istituzionale”.
Comunque sia, ancora una volta Gela ha fatto una magra figura a livello nazionale. E per parlare ancora di consiglio comunale, credo sia opportuno un plauso ai consiglieri che hanno presentato alla Procura un esposto sull’«affaire» della AJ Mobilità. Un «affare» che, con l’indagine giudiziaria, farà probabilmente emergere responsabilità, commistioni e collusioni a danno dei cittadini. Fatti che aveva già denunciato nel luglio scorso il comandante della Polizia Municipale Montana e che noi, da queste colonne, avevamo ribadito un paio di mesi or sono. Ora attendiamo l’indagine giudiziaria, ma credo che delle “strisce blu” di Gela torneremo a parlare presto.
Autore : Giulio Cordaro
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