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notizia del 24/03/2013 messa in rete alle 18:48:42
Province addio, si ai Consorzi
C’è chi canta già vittoria, chi mantiene un basso profilo. I primi pensano di essere gli artefici di una svolta epocale, approvando una riforma che dovrebbe conciliare l’esigenza di eliminare un ente ritenuto superfluo e il risparmio (si è detto) di 100 milioni di euro l’anno. Di certo, con il voto a maggioranza dell’Ars di mercoledì scorso (favorevoli centrosinistra e grillini, contrario il centrodestra), una cosa intanto si è ottenuta: a maggio in Sicilia si andrà al voto solo per rinnovare le amministrazioni comunali e non anche per le province, che così verranno commissariate, fino all’introduzione di nuovi organismi, quali i Consorzi dei comuni e le città metropolitane previste dalla stessa legge, in sostituzione degli enti soppressi.
Tutto questo dovrebbe avvenire entro il 31 dicembre prossimo. Ma sarà proprio così? Conoscendo come vanno le cose in politica e specialmente in regione, un paio di proroghe saranno d’obbligo. Sin qui la prassi, ma c’è un altro scoglio da superare, prima che si canti definitivamente vittoria.
Ad insorgere per prime sono state le forze politiche di opposizione, ma ad opporsi a questa legge si è aggiunta l’Unione delle province siciliane, che ha già chiesto l’intervento del Commissario dello Stato. Il quale ha già in esame per suo conto il provvedimento legislativo dell’Ars.
L’Urps sostiene che la legge con cui sono state abolite le province è anticostituzionale, in quanto previste nella Carta e che neppure i consigli delle regioni a statuto speciale come la Sicilia possono toccare, poichè – dice l’Unione delle province – si andrebbero a modificare i confini territoriali degli enti soppressi.
Un sospetto in effetti c’è, ed è quello che qualcuno abbia voluto perseguire esclusivamente l’obiettivo del rinvio delle elezioni e del commissariamento delle province a scadenza di mandato. Lo avevamo scritto qualche mese fa. E a questo, quello di gettare un po’ di fumo negli occhi, appendendosi la medaglia di essere stata la prima regione d’Italia ad aver dato corso a quella che viene fatta passare come la prima vera riforma in linea con la spending review. E sarà anche per questo che grillini e partiti di maggioranza si stanno contendendo la primogenitura della storica ed ancora precaria riforma.
Anche a Gela si è fatta festa alla notizia dell’approvazione della legge. Gela, dopo un secolo di battaglie per diventare provincia, non essendo riuscita ad entrare dalla porta entrerebbe dalla finestra, potendo, attraverso la costituzione dei liberi consorzi dei comuni, attestarsi come capoluogo di uno di questi, avendone i numeri, la legittima aspirazione e le potenzialità.
Autore : Rocco Cerro
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