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notizia del 11/06/2007 messa in rete alle 18:35:48
Giunta in alto mare
Venerdì è scaduto l’ultimatum ai partiti del sindaco Crocetta. Al suo ritorno da impegni istituzionali fuori sede, ognuno dovrà fare la sua parte senza strafare. La Quercia dovrà riconsiderare la sua richiesta di cinque assessorati più la vicesindacatura (oltre ai posti di sottogoverno che già occupa, come l’Ato rifiuti e la Ghelas multiservizi). E’ vero che, forte di otto consiglieri, è legittimata ad aumentare la posta, ma per non mandare tutto per aria dovrebbe avere il buon senso di fare un passo indietro per consentire alle altre formazioni, che sono ben sei, di avere una certa visibilità in giunta o altrove. Che sia ben chiaro, non siamo noi ad affermarlo ma lo abbiamo sentito parlando con alcune formazioni minori che hanno sostenuto il sindaco. I Ds dicono che secondo calcoli matematici avere cinque assessori è sempre un valore sottostimato. Per Paolo Cafà l’unica cosa giusta sarebbe quella di dare l’appoggio esterno alla giunta Crocetta. Non è vero che lui aspira a diventare capogruppo dell’intergruppo Ds-Margherita.
“Non sono disponibile a fare il capogruppo di una cosa che non c’è e che non conosco – ci ha dichiarato – per essere più preciso: all’indomani dell’insediamento la mia comunicazione di appartenenza, sarà al gruppo dei Democratici di sinistra. Non al gruppo del Pd che dovrebbe nascere in ottobre”.
Quando chiediamo a Cafà perché rinuncia ad andare in giunta, ci risponde così: “Non vado in giunta perché non voglio dare nulla del mio umile contributo ad una persona ingrata qual è il sindaco. Non mi sento di collaborare con lui perché in tanti anni sono stato uno che ha dato tutta l’anima, tutto me stesso e la mia professione. Mi sono comportato sempre da uomo della sinistra, dicendo sì quando era necessario, ma ho anche detto no quando ritenevo di dire no. Chi amministra deve sapere dire anche no. Crocetta ha bisogno di assessori asserviti alle sue logiche. Ed io non ho mai votato un bilancio perché non avrei potuto votare un bilancio che mi era contro”.
Molta amarezza ma la volontà decisa di non fare più l’assessore anche se – come lui afferma – ha fatto grandi miracoli pur con somme che spesso gli sono state sottratte dallo stesso sindaco per dirottarle altrove. Ma a parte la visione personale di Cafà, di offrire al primo cittadino l’appoggio esterno, c’è la posizione ufficiale dei Ds che rimane sempre quella di cinque assessori più vicesindacatura. I quattro nomi dei futuri assessori sarebbero già pronti e sono i primi quattro eletti consiglieri (Donegani, Arancio, Orlando e Biundo ?) e il quinto se ci sarà potrebbe essere una donna, Elisa Nuara. Nessun passo indietro, a meno che al momento di andare in stampa (venerdì 8 giugno) si sia compiuto il miracolo e «santo» Rosario Crocetta sia riuscito a realizzare la quadratura del cerchio. Una via di uscita potrebbe esserci, come quella che venne fuori qualche tempo prima delle elezioni, quando annunciò che cavallo vincente non si cambia e presentò agli elettori la stessa formazione di assessori uscenti.
Intanto, il 13 giugno è vicinissimo, il tempo incalza e non ci fa una bella figura un sindaco forte di oltre trentamila voti a presentarsi in Consiglio senza che presentare la sua squadra assessoriale. E dire che a Niscemi si è arrivati al ballottaggio e all’indomani dell’elezione Di Martino ha assegnato le deleghe. Ma stando alle risposte che Crocetta fornisce alle nostre domande nell’intervista che segue, non sembrano esserci previsioni di miracolo. C’è la sensazione di un sindaco all’angolo, da cui non riesce a uscirne. Forse si aspetta la buona volontà di chi tra le liste minori decida di fare un passo indietro.
Italia di mezzo lo ha già fatto dicendo che non è interessata ad alcun assessorato, ma ciò non significa che non debba ricevere nulla in cambio. Libera città civile per bocca di Nastasi aveva pure detto che non era interessata ad alcun assessorato, e che avrebbero potuto accontentarsi della vicepresidenza del Consiglio che era stata offerta loro dai Ds. Ma niente da fare, è venuta fuori una ferma opposizione di Terlati e Gradito che hanno pure litigato mentre erano in delegazione dal sindaco perché uno dei due doveva andare a ricoprire una poltrona. Restano poi tutte le altre formazioni che sono agguerrite. L’Udeur vuole il suo assessorato, il Pdci vuole anche l’assessorato e avrebbe anche indicato il nome di Anna Bunetto ed un giovane, dato che la Cassarà ha detto a chiare lettere che non vuole assolutamente impegnarsi a fare l’assessore. Le dispiacerebbe privare il Consiglio comunale dell’unica donna presente. Lo Sdi pretende di entrare in Giunta e il suo segretario Pietro Lenza ha indicato Ugo Granvillano e Rosario Italiano. Rinciani non è assolutamente disponibile e dichiara ufficialmente che da consigliere intende portare avanti le problematiche connesse all’ambiente con la creazione di una struttura consiliare – sanitaria per lo studio delle malattie legate all’industria. Una idea con le gambe che ha avuto l’avallo di due Ministeri romani. Questa è la sua verità, ma è anche vero che lasciando il posto di consigliere il primo dei non eletti sarebbe Lombardo che fa capo al gruppo di Lo Nigro fortemente in rotta con lo Sdi ieri e figuriamoci oggi. Lo Sdi non rinuncia quindi ad alcun assessore anzi dice chiaramente al sindaco che i patti preelettorali vanno rispettati. Grazio Trufolo a nome del Partito Liberale ha indicato i nomi di Graziella Condello ed il primo dei non eletti nella sua lista. Lo ha fatto per bocca del segretario socialista Pietro Lenza cui aveva dato la delega a rappresentarlo in quanto aveva dovuto lasciare la riunione per impegni urgenti. Ma chi potrebbero essere gli assessori della Margherita? Circolano i nomi di Giuseppe Fava e Davide Giordano, ma anche quello di un giovane.
– Sindaco, siamo in alto mare?
«Per quanto riguarda la giunta stiamo discutendo. La giunta non è solo un problema del sindaco ma anche della coalizione. E’ chiaro che il sindaco ha avuto un consenso indiscutibile come la coalizione ha avuto un consenso notevole. Ci sono poi dei rapporti che si formano in Consiglio comunale per evitare che poi una serie di fibrillazioni si possano tradurre in un danno per l’andamento del Consiglio e della gestione democratica. Credo che sia estremamente importante fare un quadro di accordi generalizzato nel momento in cui apprendo che il centro destra si appresta a non volere alcun dialogo istituzionale. Le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio comunale Federico sono delle dichiarazioni irresponsabili, perché non tengono conto di nessuna capacità di confronto. Ne prendiamo atto. L’importante è che non si attribuisca né al sindaco né all’Unione la volontà di volere chiudere. Loro hanno chiuso la porta in faccia alla possibilità di dialogo. Noi terremo conto di questo problema. Io credo che questo consiglio comunale sia caratterizzato per una forte presenza di giovan , della maggior parte di consiglieri che vogliono discutere. Mi dispiace la linea di scontro assunta da Federico. Nemmeno in passato ha assunto atteggiamenti di così netta chiusura al dialogo, quando era Presidente del Consiglio. Voglio ricordare ad esempio la nomina del presidente dell’Asi veniva da me fatta perché sapevo che era vicino alla linea apolitica del Presidente del Consiglio».
– Dopo l’atteggiamento di rigidità dei Ds, la quadratura del cerchio sembra sempre più difficile?
«E’ sempre difficile la quadratura del cerchio. Se si vuole la metà degli assessorati (e qui il sindaco ride non riuscendo ad andare avanti) come si fa? Certo ogni forza politica vuole ottenere il massimo e in una trattativa è fisiologico. Alla fine dovremo fare in modo che tutti possano avere il loro ruolo che non necessariamente significa averlo all’interno dell’amministrazione. Ci sono tante altre cose».
– Se i Ds daranno ascolto a Cafà che chiede che venga dato l’appoggio esterno alla giunta, cosa succederà?
«Allora a quel punto proporrei che l’Amministrazione sia fatta solo diessini e che siano le altre forze politiche a dare l’appoggio esterno. Non si può pensare che un partito che ottiene otto consiglieri comunali possa stare all’esterno. Assolutamente. Si deve assumere le sue responsabilità. I diessini sono stati tra i primi che hanno proposto la mia candidatura a sindaco e quindi a questo punto credo che veramente bisogna fare il monocolore. Se c’è qualcuno che vuole rompere dentro i ds, cerchi altri argomenti».
– E con i partiti minori come la mettiamo?
«Saranno sicuramente d’accordo al monocolore diessino. Li convincerò. Se la questione diventa: o cinque o fuori, allora sono certo che tutta la coalizione sia concorde a sostenere dieci assessorati ai Ds».
Autore : Nello Lombardo
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