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Corriere di Gela | La base del Pd gelese torna a interrogarsi
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notizia del 05/07/2009 messa in rete alle 18:29:27
La base del Pd gelese torna a interrogarsi

La base dei simpatizzanti e tesserati del PD Gelese si è autoconvocata venerdì 26 giugno presso una saletta dell’hotel Sileno. Un evento positivamente “anomalo”, sotto certi aspetti, perché scaturito dalla base e non sotto gli auspici della dirigenza politica del partito. Pur tuttavia gli onorevoli Donegani e Speziale erano presenti all’incontro, ascoltatori interessati ai segnali che la base politica del PD ha voluto esprimere.
Ci sono due modi per interpretare e valutare l’incontro: il primo squisitamente di tattica politica. Le risultanze delle elezioni europee in Sicilia, la preparazione ad una fase cittadina di reggenza commissariale, le nuove proposte di candidatura alla sindacatura gelese, le possibili alleanze politiche locali e nazionali, la nomina del segretario nazionale del partito ad ottobre costituiscono lo scenario tattico nel quale si stanno muovendo le “anime politiche” del PD, raccogliendo tutti i segnali che tale situazione esprime. Su questo aspetto più commentatori hanno ampiamente illustrato intenzioni ed opinioni.
C’è un secondo modo di interpretare l’incontro e le motivazioni che lo hanno innescato, un modo che attiene alla categoria della “politica come processo” ossia come si sviluppano le percezioni, le adesioni, i consensi ed i malumori attorno ad un progetto politico, cosa non banale se si parte dall’assunto che una vittoria politica non la si ottiene solo compattando tesserati e simpatizzanti, ma coinvolgendo quella fascia di cittadinanza, non politicamente attiva, ma capace di spostare la propria opinione politica in funzione di prospettive che la entusiasmano e che vengono presentate con la dovuta attendibilità dal gruppo politico che le propone. Su quest’ultima interpretazione spenderò qualche ragionamento.
Partiamo dalle parole chiave del manifesto che invitava i simpatizzanti all’assemblea. Le parole chiave sono: democrazia, confronto, partecipazione, condivisione, rispetto delle regole. Quando viene citata tale catena valoriale significa implicitamente che esiste la percezione di lacune da sanare in tale ambito. D’altra parte la contrazione elettorale del PD ne è un effetto, aggravato localmente dalla perdita di roccaforti del PD come Mazzarino e Caltanissetta, comprovato a Gela da una mancanza di compattazione, latente e permanente, in un PD che ha molte “anime” con l’aggiunta dell’outsider Crocetta che certo sta portando nuovi contributi e vincoli. Dagli interventi espressi in assemblea la base confermava una generale carenza di identità ed una contestuale assenza di autodisciplina politica che i più anziani vantavano come elemento di forza nei partiti della cosiddetta prima repubblica. Spunti da non sottovalutare.
Va notato, per rendere finalizzato il ragionamento, che la catena valoriale citata nel manifesto esprime valori di spessore civile ma che sono subordinati. Sono cioè asserviti ad un elemento che deve necessariamente esserci e stare a monte del ragionamento, altrimenti nasce la domanda: confronto e partecipazione per che cosa, per quale fine? L’elemento che sta a monte sono proprio le idee, idee attinenti il modello di società che il PD vuole perseguire, sia a livello nazionale che locale e cittadino. Modello di sviluppo della società italiana e della nostra Gela che deve essere reinventato, declinato, proposto sotto forma di programma politico e fatto oggetto di adesione partecipata da parte dei cittadini. Parlare di nuovo e non di innovazione, di giovani e non di rinnovata adesione, ripropone una catena valoriale subordinata, che per questo risulta svuotata dell’unico elemento che una cittadinanza si aspetta: un’idea di sviluppo civile. E’ su questo che il Partito Democratico deve spendersi e radicarsi. A livello nazionale anteponendo una politica di reperimento di risorse e di innesco di liberalizzazioni ad una politica di contenimento e di corporativismo come quella che la destra sta consolidando. Basti pensare che recentemente la Corte dei conti ha stimato che la corruzione negli uffici pubblici è valutata in circa 60 miliardi di euro da sommare a circa 100 miliardi di euro di evasione fiscale ed elusione da lavoro sommerso. Altro che mancanza di risorse in un momento di crisi, se solo ci fossero politiche di contrasto efficaci per tali fenomeni!
E Gela? Quale idea di sviluppo per la nostra città? Una città dagli obiettivi raggiungibili e non mantenibili: si costruisco opere che poi decadono sottraendosi alla fruizione dei cittadini, per mancanza di piani di presidio e manutenzione, fondamentali per assicurare il consolidamento degli obiettivi raggiunti. Una città che non ha ancora dichiarato chi sono “i poteri forti” della città verso i quali attuare politiche decise e trasparenti. Ed i poteri forti non sono solo quelli illegali e malavitosi ma anche quelli legali e corporativi. Un modello di sviluppo cittadino che non è stato tradotto in un programma, ma al massimo in slogan dalla facile presa.
Il PD deve dare risposte a tale presupposto: idee e programmi di sviluppo, declinati per ogni settore ed estesi al beneficio civile dei cittadini. Solo così il PD potrà divenire un partito allargato, non solo di tesserati e simpatizzanti, che ne costituiscono l’anima, ma di cittadini che ripongano la loro “fiducia civile” nelle idee e nell’autodisciplina che un partito moderno deve avere, altrimenti i valori civili “subordinati”, che il manifesto dell’assemblea citava, rimarranno metodi non asserviti all’unica vera prospettiva che la politica ha il privilegio di avere: un’idea di sviluppo sociale allargato.


Autore : Sebastiano Abbenante

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