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notizia del 26/08/2012 messa in rete alle 18:26:53
Nuova corte a Palazzo
A due mesi dalla elezione diretta del presidente della regione siciliana contestuale a quella dei deputati all'Ars, il quadro delle candidature comincia a delinearsi. La posta in gioco è altissima. Lavorare sulle candidature e sulle alleanze, non significa solo scommettere su una nuova fisionomia del governo isolano, giacché a rischio ci sono anche equilibri locali suscettibili di essere minati persino alle fondamenta. Nessun altro turno elettorale può influenzare il governo locale quanto le elezioni regionali siciliane, per la stessa natura della relativa disciplina legislativa. Tra turno unico e premio di maggioranza a chi prende più voti da un lato, tra assenza di voto confermativo (il solo voto al candidato all'Ars nella lista provinciale barrata con una ics, va anche al candidato alla presidenza collegato a quella lista) e possibilità al contrario di voto disgiunto (voto al candidato alla presidenza non collegato alla lista del candidato a deputato) dall'altro, ne deriva che l'effetto “trascinamento” delle liste provinciali (ed il peso elettorale dei candidati locali all'Ars) nei confronti della candidatura alla presidenza appoggiata, risulta (come già del resto è avvenuto in passato) determinante.
Ne avvertiamo già i primi segnali e non potrebbe essere altrimenti vista la candidatura del gelese Rosario Crocetta a capo della Regione. L'ex sindaco, avendo ottenuto l'appoggio in particolare di Pd ed Udc, ha di fatto chiuso la porta ad un possibile sostegno anche da parte del Mpa, diventato nel frattempo Partito dei Siciliani, per il veto posto dai partiti di Bersani e Casini, per voce dei rispettivi segretari regionali Lupo e D'Alia. Intanto, Gianfranco Micciché ha fatto un passo indietro e d'intesa con Lombardo oppone a Crocetta la candidatura di Nello Musumeci (La Destra). Crocetta, lo sanno tutti, è europarlamentare e presidente dell'assemblea provinciale nissena del Pd: partito che esprime il Sindaco di Gela, Angelo Fasulo, la cui maggioranza nel civico consesso fa fortemente leva sull'ex Mpa (formalmente 8 consiglieri), peraltro ben rappresentato anche in giunta (3 assessori su 6). Con il bilancio comunale alle porte, consentire ampi margini di manovra agli “autonomisti” ed in particolare all'assessore ai servizi sociali (voce strategicamente “pesante” nell'importante documento contabile), Fortunato Ferracane (vicinissimo all'ex presidente della provincia Federico), può andare a vantaggio in termini di consenso perlopiù al candidato all'Ars Pino Federico (Pds) il quale non solo ha ufficializzato la ricandidatura a Palazzo dei Normanni, ma ha pure reso noto di ambire ad un posto in giunta in caso di vittoria di Musumeci e premio di maggioranza alla coalizione a supporto.
La legge elettorale, volendo essere più espliciti, postula che senza uno spudorato indirizzo al voto disgiunto a favore di Crocetta, chi a Gela e dintorni vota Federico nella lista del neonato Pds (Mpa) fa il gioco di Musumeci. Idem nel caso di candidatura (annunciata nei mesi scorsi ed in attesa solo di essere ufficializzata) di Salvatore Gallo, capogruppo consiliare e membro della commissione bilancio in quota a Pensiero Libero, che conta (con lo stesso Gallo) 3 consiglieri comunali e che ha il suo padre putativo nell'attuale “city manager” Renato Mauro, nominato già allora tra le non poche perplessità dallo stesso sindaco Fasulo. Perplessità che aumentano. A fare da deterrente potrebbe essere, d'altra parte, la riproposizione della sfida famigliare con il cognato Piero Lo Nigro: consigliere comunale che il Psi vorrebbe candidare all'Ars nella coalizione a sostegno di Crocetta.
Già solo per quanto descritto, in un quadro che come accennato nell'incipit è ancora parziale, si preannunciano fuochi d'artificio in Municipio e non solo per l'imminente festa della “patrona”. Per il primo cittadino e la (presunta?) maggioranza consiliare saranno giorni difficilissimi durante una campagna elettorale che si può agevolmente pronosticare come infuocata in città, specie se consideriamo che all'interno dello stesso Partito Democratico, c'è ancora il nodo da sciogliere relativo all'ennesima (sarebbe la sesta consecutiva all'Ars e ben oltre i 15 anni di espletamento “della stessa carica” tollerati dallo Statuto del Pd) candidatura di Lillo Speziale al fianco dell'altro parlamentare gelese uscente del Pd, Miguel Donegani (seconda candidatura). D'altronde, l'espediente rappresentato dall'inserimento di Speziale nella lista Crocetta, rischierebbe seriamente di non dissipare le polemiche (i tanti fautori del ricambio politico giusto nelle liste del “rivoluzionario” Crocetta rimarrebbero delusi), di non essere affatto la soluzione, con l'unico effetto semmai di togliere le castagne dal fuoco al Pd e cambiare il destinatario della controversa diatriba e relativa responsabilità esclusivamente in capo allo stesso Crocetta.
La fortissima impressione, insomma, è che quanto meno in tema di approvazione del bilancio, contestuale allo svolgimento della campagna elettorale, Fasulo - che a scanso di equivoci ha pensato bene di partecipare personalmente alla presentazione ufficiale della candidatuta di Crocetta a Palermo - andrà alla ricerca di una maggioranza (presumibilmente) diversa da quella che ad oggi sostiene il suo governo, allo stato dell'arte sostanzialmente tricolore (Pd-Mpa-Psi). Stando alle ultime dichiarazioni rilasciate alla stampa, i lombardiani in consiglio comunale non sarebbero più 8, con Tonino Ventura e Terenziano Di Stefano (per motivi diversi) in rotta di collisione con il partito e favorevoli, già in tempi non sospetti, alla candidatura di Crocetta. I due potrebbero trovare un accordo con Fasulo, così come (per disciplina di partito) la finora belligerante coppia dell'Udc rappresentata da Giuseppe Di Dio e Guido Siragusa. Se aggiungiamo i due ex pidiellini ed indipendenti Giovanni Cravana e Gaetano Trainito, quest'ultimo tra i più convinti sostenitori della prima ora di Rosario Crocetta, il gap numerico che scaturirebbe dalla messa all'angolo del gruppo consiliare lombardiano verrebbe già colmato.
In ogni caso e per farla breve, quella di Crocetta è una candidatura che sta letteralmente sparigliando gli equilibri all'interno del civico consesso, a tutto vantaggio del suo successore alla carica di primo cittadino. Sempre che quest'ultimo ne sappia approfittare. Altresì, in caso di un successo elettorale di Crocetta, unitamente a quella del parlamentare gelese in quota Pd all'Ars, a maggior ragione qualora si verificasse il successo anche del candidato gelese in quota Udc all'Ars (Tonino Gagliano?), la nuova maggioranza “testata” in sede di approvazione di bilancio potrebbe tradursi in un rimpasto vero e proprio in giunta comunale. Ipotesi che, al massimo, si materializzerebbe (verosimilmente) prima della fine dell'anno. Ma non si può escludere a priori un ulteriore anticipo dei tempi. Invero, gli elettori gradiscono sempre meno alchimie nascoste.
Autore : Filippo Guzzardi
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