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Corriere di Gela | Alla ricerca di un Eden che non c’è
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notizia del 02/11/2004 messa in rete alle 18:26:31
Alla ricerca di un Eden che non c’è

L’erba del vicino è sempre più verde, e devo confessare che nel tranello ci sono caduto anch’io: lamentandomi delle tante cose che non funzionano o funzionano poco, senza accorgermi che, invece, vivo in un vero e proprio paradiso terrestre, dove l’economia, la burocrazia, l’ambiente e la cultura regnano incontrastati. Se poi, nelle statistiche sulla qualità della vita la provincia di Caltanissetta è quasi sempre all’ultimo posto, la colpa sarà certamente di gente poco informata, che capisce poco di numeri e di sviluppo economico e sociale, e non è mai venuta di persona a vedere come si vive dalle nostre parti.
Per fortuna ho aperto gli occhi, e d’ora in poi guarderò le cose in modo diverso: tutto merito di una pubblicazione della Provincia di Caltanissetta, che spiega chiaramente i motivi per cui dobbiamo essere felici di vivere in cotanta oasi paradisiaca, e soprattutto chiarisce ai potenziali imprenditori perché è conveniente investire in questo territorio. Vediamo.
“L’imprenditore – è scritto – potrà far conto sulla disponibilità e accoglienza della società locale”, e il pensiero vola ai “picciotti” che danno il benvenuto al nuovo arrivato, subito seguiti dai sindacalisti e dai politici di ogni schieramento che pretendono la fettina di posti di lavoro per i loro fedelissimi, pena improvvisi rallentamenti delle pratiche di concessione”.
“L’esistenza di forti vocazioni produttive locali”. Quali? A parte il settore agricolo, a Gela gli artigiani di produzione si contano sulle dita di due mani, e in provincia la situazione non è molto diversa.
“La disponibilità di aree attrezzate per gli insediamenti produttivi”: quali aree, se la zona industriale di Caltanissetta è quasi satura, quella di Butera lo è già, quella di Sommatino è sperduta tra i monti e a Gela i vincoli rischiano di far perdere i finanziamenti a chi si è insediato? E ancora: “il potenziamento, già in cantiere, di strade, porti, ferrovie, aeroporti”. Peccato che la scorrimento veloce Gela-Caltanissetta attenda da anni il completamento, che la bretella da Caltanissetta all’autostrada sia lenta e pericolosa, che per fare cinquanta chilometri da Caltanissetta a Mussomeli ci voglia più di un’ora. Peccato anche che dell’apertura del porto di Gela alle imprese si stia ancora discutendo, che le ferrovie siano ai livelli di cento anni fa (altro che potenziamento!), e che l’aeroporto di Gela sia rallentato da manovre attuate a braccetto dalla burocrazia e da certa politica. “L’efficienza e la disponibilità dell’apparato amministrativo e istituzionale”: e qui non servono commenti perché ognuno sa quanto sia efficiente l’apparato amministrativo del nostro territorio, e quanto i burocrati si facciano in quattro per rispondere con velocità alle istanze delle imprese. Per finire, “le straordinarie risorse naturali, paesaggistiche e culturali del territorio”. E questo è sicuramente uno dei motivi principali per cui un imprenditore può decidere di investire in provincia di Caltanissetta. Mancano le strade, le infrastrutture, i collegamenti? E cosa importa, se dalle finestre della fabbrica si può godere di un bel panorama?
Gli imprenditori veneti e lombardi? I grandi gruppi stranieri? Sono solo stupidi o, nella migliore delle ipotesi, male informati, ignoranti. Poverini, vanno a delocalizzare le loro aziende in Romania e non sanno che “al centro del Mediterraneo” c’è la provincia di Caltanissetta, il vero paradiso per gli imprenditori, il vero paradiso di disponibilità, efficienza, produttività.
Speriamo che la pubblicazione della Provincia Regionale non abbia grande diffusione: c’è il serio rischio che numerosi imprenditori si rendano conto di quello che hanno perso finora e decidano di investire in massa nei nostri territori, facendone scempio e rischiando di rovinare le meravigliose strutture che abbiamo.
Ed io perderei il mio paradiso, di cui finalmente, grazie alla Provincia Regionale, ho preso piena coscienza.


Autore : Giulio Cordaro

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