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Corriere di Gela | Vicenda Conapro, aria di complotto?
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notizia del 02/09/2004 messa in rete alle 18:23:28
Vicenda Conapro, aria di complotto?

Sembrava che la questione del Conapro fosse ormai risolta, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che aveva sospeso la precedente sentenza del Tar del Lazio e quindi gli effetti del mancato rilascio dell’attestazione antimafia da parte della Prefettura di Roma. Ma non è così, dal momento che il Prefetto di Roma, con un provvedimento di sicuro sorprendente, ha ritenuto di negare nuovamente l’attestazione antimafia con una motivazione che, se ci trovassimo al festival nazionale dell’umorismo, vincerebbe il primo premio: “perchè il Consiglio di Stato non è entrato nel merito della questione”.
A questo punto occorre fare qualche doverosa considerazione, ed anche qualche ipotesi su ciò che è avvenuto e sta avvenendo davanti ai nostri occhi. Prima ipotesi: il Prefetto di Roma ha ritenuto di ignorare una decisione del Consiglio di Stato, massimo organo amministrativo del Paese, questo significa che c’è qualcosa che non va nei meccanismi della pubblica amministrazione e della giustizia. Se un burocrate, pur di alto livello come il Prefetto di Roma, può fare ciò che crede scavalcando il Consiglio di Stato e calpestando nei fatti una decisione di un organo superiore, allora in Italia siamo veramente alla frutta!
Seconda ipotesi: ci troviamo di fronte a strumenti di un meccanismo perverso realizzato in concorso da forze politiche ed economiche che hanno deciso, definitivamente e senza appello, che il Conapro deve rimanere fuori dal petrolchimico di Gela ed i suoi lavori devono essere assegnati a vantaggio di altri. La classica spartizione della torta da parte del branco di lupi famelici e feroci. Sia nella prima che nella seconda ipotesi, credo che sarebbe opportuno l’avvio di una seria indagine da parte della Procura della Repubblica, sempre attenta a ciò che succede al petrolchimico di Gela.
Un’indagine dovrebbe accertare se il Prefetto di Roma abbia compiuto un abuso d’ufficio nella continua negazione dell’attestazione antimafia al Conapro; un’altra indagine dovrebbe accertare se vi siano state o vi siano in atto manovre tese a turbare l’economia del petrolchimico spingendo verso situazioni di vantaggio, e a favore di chi.
Senza prendere le difese dell’una o dell’eventuale altra parte, riteniamo che il Prefetto di Roma, per ragioni di opportunità, avrebbe dovuto quantomeno attendere il giudizio di merito del superiore Consiglio di Stato.
Non resta che riporre doverosa fiducia nel lavoro della Procura e delle forze dell’ordine, che hanno di recente dato prova di sapere svolgere indagini difficoltose e importanti.


Autore : Giulio Cordaro

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