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Corriere di Gela | Rita Borsellino, Sferlazza e Ruini
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notizia del 11/11/2005 messa in rete alle 18:23:01
Rita Borsellino, Sferlazza e Ruini

In Sicilia fervono le manovre di partiti e gruppi della “società civile” per scegliere i candidati alla Presidenza della Regione. Il centrodestra sembra non avere grossi problemi per la riconferma di Cuffaro, mentre nel centrosinistra la lotta è più che mai aperta tra Latteri, Rita Borsellino e qualche altro candidato che spunterà nei prossimi giorni.
La riflessione che mi viene da fare è proprio su Rita Borsellino, esponente del co-siddetto “fronte antimafia”, per non spaccare il quale anche Crocetta ha rinunciato alla candidatura. E’ di certo una donna di tutto rispetto, sempre in giro per la Sicilia, nelle scuole, nelle parrocchie, ad incitare i giovani e i meno giovani alla legalità e alla lotta al malaffare. Ma da qui ad amministrare una Regione difficile come la nostra, ce ne corre. E mi chiedo: può essere in grado la sorella del grande Paolo Borsellino di sostenere tale ruolo? E’ dotata di capacità amministrativa? Conosce i difficili meccanismi della burocrazia regionale? Sarà, ma sono poco convinto.
Come non sono per niente convinto della proposta, avanzata da un “cespuglio” della sinistra, di candidare alla Regione l’ex procuratore di Palermo Caselli, il quale ha già combinato fin troppi danni con i suoi “teoremi” smentiti dalla Cassazione, e sta più che bene lontano dalla Sicilia. Perché farlo tornare?
In quanto, poi, a convinzioni (e qui divento politicamente scorrettissimo), se facessimo un sondaggio tra i gelesi, almeno l’80% storcerebbe il naso se chiedessimo se veramente credono al mancato attentato al giudice Sferlazza. Può darsi che mi sbagli, ma la “caratura” dei personaggi arrestati, la personalità del “pentito” e il fatto che di esplosivo non si sia trovata traccia, fa pensare più ad una “bufala” che ad altro. Comunque, nel dubbio, esprimo anch’io la mia solidarietà a Sferlazza e agli altri coraggiosi magistrati in trincea.
E a proposito di trincea, chi mi sembra in trincea in questo periodo è lo Stato laico. E’ quantomeno singolare che si facciano manifestazioni contro l’Iran, stato confessionale e religioso per eccellenza, e si permetta che l’Italia scivoli verso un carattere di Stato cattolico.
Il cardinale Ruini, che è pesantemente intervenuto negli affari di Stato in occasione del referendum sulla procreazione assistita, ha certamente, come ogni cittadino, il diritto di esprimere la propria opinione, ma non certo il diritto di dare indicazioni di voto. E qualche giorno fa dal Vaticano è giunto al Parlamento l’invito, esplicito e pressante, a sostenere di più le famiglie (che per la Chiesa significa “le famiglie sposate” e non certo le coppie di fatto).
E’ avvilente il silenzio con cui i nostri uomini politici subiscono tali ingerenze, espressamente vietate dal Concordato attraverso cui la Chiesa riceve ogni anno qualche migliaio di miliardi di lire. E allora la soluzione potrebbe essere una: se la Chiesa attua ingerenze negli affari dello Stato, anche lo Stato può mettere in atto ingerenze negli affari della Chiesa. In base al Concordato la Chiesa nomina gli insegnanti di religione; lo Stato, attraverso i suoi organi, potrebbe nominare sacerdoti e vescovi. Si potrebbe fare attraverso libere elezioni, ed è probabile che molti dei nostri uomini politici si troverebbero più a loro agio come pastori di anime che come amministratori pubblici.
E comunque, in queste elezioni, una quota del 50% potrebbe essere riservata alle donne, e finirebbe così l’ostracismo verso il sacerdozio al gentil sesso. In questo caso, spinta dai voti dei fedeli, una donna potrebbe anche diventare Papa. Sa-rebbero già pronte Rosy Bindi e Gabriella Carlucci, ma potrebbe farcela anche Stefania Prestigiacomo, che diventerebbe Papa Stefania I.
Assurdità? Certamente, ma è altrettanto certo che ci si sta dimenticando che la “libera Chiesa” ha diritto di esercitare la sua dottrina in un “libero Stato”, e certe ingerenze appaiono sempre più intollerabili.


Autore : Giulio Cordaro

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