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notizia del 02/11/2004 messa in rete alle 18:24:00
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Il Consiglio beffa il sindaco
Quella che doveva essere la serata della grande svolta che avrebbe sancito un nuovo corso si è rivelato un autentico boomerang contro il sindaco Crocetta. Il primo cittadino prima di presentarsi in aula, vestito impeccabile con cravatta nuova di zecca, aveva passeggiato nei corridoi di Palazzo Bianco forse per sondare il terreno e vedere che aria spirava dopo che nella stessa giornata si era tenuto il preannunciato vertice di centro sinistra, tra l’altro rinviato a sabato, si era fatta un’idea che la serata sarebbe stata tranquilla.
Tra una sigaretta e l’altra gettata a terra quasi a metà dopo averne imboccata un’altra nell’androne ridotto ad una camera a gas, Crocetta richiamava alla mente le dichiarazioni di Silvana Grasso, l’intervista a Video Golfo e Canale 10, preambolo per poi sondare umori e opinioni sui punti scottanti all’ordine del giorno. Sembrava di trovarsi alla fiera di San Martino. Tutti attorno al sindaco, assessori, consiglieri scontenti di centro destra e centro sinistra e lui lì, sorridente e pronto alle risposte, accomodante come sempre. Nessun problema, tutto risolvibile e dai ancora con i sorrisi rassicuranti. Sicuramente è la serata buona. Si comincia quasi puntualmente. Carabinieri, polizia e vigili urbani. Non è andata come si pensava. Anzi. Il giorno dopo il contrattacco del sindaco agli attacchi che gli saranno riservati in aula.
(D’Arma intanto sarà il capogruppo dei ds al posto di Arancio, diventato assessore)
Una serata così – si pensava – non può passare inosservata. Pensate, c’è da presentare finalmente al Consiglio comunale i due neoassessori Giuseppe Arancio e Giovanna Cassarà. Ma non solo. C’è anche la surroga del consigliere uscente fresco di nomina col primo dei non eletti dei Ds Antonio La Folaga (nella foto). Due eventi importanti in una sola serata.
Presentazione senza tanti fronzoli da parte del sindaco dei due assessori e giuramento con le consuete dichiarazioni. Molti si aspettano che La Folaga sia la persona giusta al posto giusto per ricucire gli strappi continui e le diatribe tra opposizione di centro destra e maggioranza di centro sinistra, sindaco compreso. Al primo esordio possiamo dire che La Folaga non ha demeritato per niente. Appassionato, argomentato e portato a segno il suo intervento quasi a fine serata quando le cose stavano precipitando (e poi sono precipitate) per la volontà del capogruppo consiliare di Forza Italia Francesco Giudice di stigmatizzare, notificandolo all’assessorato regionale agli Enti locali, l’operato della giunta che con notevoli ritardi aveva portato all’esame dell’assemblea civica il rendiconto consuntivo del 2003 con ben 3 mesi di ritardo e con la spada di Damocle del commissariamento.
Ma cosa era successo di tanto grave dal punto di vista amministrativo che aveva indotto Franco Giudice di Forza Italia a proporre un suo documento da trasmettere all’assessorato Enti locali? A suo giudizio il Consiglio si sentiva offeso per l’emissione del provvedimento regionale che decretava il commissariamento e che il Consiglio aveva tutte le ragioni per autotutelarsi rigettando ogni responsabilità dei ritardi alla Giunta. Nonostante gli interventi chiarificatori di Peppe Di Dio (Margherita) di Rosario Italiano (indipendente), Antonio La Folaga (Ds) e persino del sindaco, che sostenevano che il commissariamento fosse un fatto squisitamente tecnico, il capogruppo consiliare Franco Giudice non ne ha voluto sapere, per lui era evidente che si trattava di un fatto politico da condannare.
$E dire che a un certo punto era sembrato che volesse recedere dal proposito di mettere ai voti il suo documento, quando aveva chiesto 5 minuti (diventati poi un’ora) di sospensione della seduta, invece al suo ritorno è sembrato molto più accanito ed ha reiterato la sua proposta.
Tralasciando preambolo e premessa in sostanza Giudice chiedeva nel suo documento che l’Assessorato regionale agli Enti locali prendesse dei provvedimenti “...opportuni e necessari nei riguardi della giunta che tra l’altro ha operato in ritardo nella fase di redazione ed approvazione del bilancio di previsione determinando una ingiusta nomina del commissario ad acta nei confronti del Consiglio, invece che correttamente nei confronti della giunta municipale”. Quel documento – ha spiegato Giudice – serve a tutela dell’immagine dell’assemblea civica perché è umiliante la nomina di un commissario ad acta senza che esista alcuna minima responsabilità dell’organo consiliare.
"L’atteggiamento del nostro gruppo – ha continuato il capogruppo consiliare di Forza Italia - è stato sempre quello di essere propositivi, di superare comunque anche accollandoci responsabilità che non sono a nostro carico, ma adesso si è toccato il fondo"
Ed ecco che quando è già mezzanotte, per appello nominale viene votato il suo documento che passa ottenendo 12 voti favorevoli (centro destra), 9 contrari (centro sinistra) 1 astenuto (Federico).
Inutili gli sforzi di Peppe Di Dio, La Folaga e Italiano che intervengono a decisione ormai assunta dal Consiglio. Il capogruppo di Forza Italia interviene rincarando la dose, poi viene rinviato tutto a giovedì sera perchè nel frattempo è andata via la corrente elettrica.
La seduta ha inizio con un intervento critico del consigliere An Angela Galioto che attacca il sindaco su tutti i fronti. Prende quindi la parola il comunista Peppe Bonura che sostiene che spesso è costretto a difendere a denti stretti la giunta ed il sindaco perché è suo dovere farlo, ma ci sono delle volte che non si può difendere l’indifendibile. Cita alcuni interventi del sindaco, autentici errori commessi, come quello del mercato settimanale, degli assessori a tempo ecc. E poi cita la miriade di piccoli problemi dei quartieri che non vengono risolti. E se ne duole al punto che non ha la “faccia” di ripassare per quelle strade perché tutti gli rinfacciano tutto. Conclude il suo intervento con l’appello “affinché questa maggioranza sia in grado di dimostrare tutte le sue potenzialità”. Un augurio infine che tutti gli amministratori si rimbocchino le maniche perché questa città venga accontentata per quelle piccole cose che chiede.
Il consigliere Udc Celona prima formula l’augurio ai nuovi assessori ed al neo consigliere e la sua prima parola che pronuncia è: incomunicabilità. Infatti sostiene che in questo Consiglio non si riesce a comunicare
“Ci voleva quel documento critico e di richiamo del Consiglio al sindaco – afferma il consigliere Udc – per portare il primo cittadino in Consiglio a presentare gli assessori. Lui che ci cerca solo quando ha bisogno di noi”. Conclude il suo intervento stigmatizzando l’operato del sindaco per le variazioni operate al Peg in dispregio del deliberato del Consiglio e riferendosi specificamente alla variazione Peg di 120 mila euro riguardante l’acquisto dell’area su cui costruire la chiesa di Santa Lucia ma infine auspica che si apra una stagione nuova basata sul dialogo.
Il consigliere indipendente Rosario Italiano precisa subito che non vuole fare né l’avvocato difensore né il pubblico ministero. Intanto precisa che nell’operato del sindaco non c’è alcun dolo. "E’ facile – continua Italiano – addossare responsabilità al sindaco. Quando c’era più dialogo tra noi consiglieri, si produceva di più. Questo Consiglio, diciamocelo con franchezza, ha sconquassato il bilancio e le previsioni politiche dell’amministrazione infierendo sul sindaco. Una manovra di 3 milioni di euro non è poca cosa. Uno sconquassamento. Con gli emendamenti abbiamo messo in ginocchio la città. Si sono anche congelati 300 mila euro riguardanti il progetto delle lavoratrici madri per il solo piacere di mettere all’angolo l’amministrazione e ora gli chiediamo il colpo di grazia. Concludo invitando tutti ad un esame di coscienza, di capire prima noi stessi e poi l’operato degli altri".
E’ quindi la volta delle comunicazioni, interrogazioni e interpellanze. Il consigliere forzista Catalano che presiede l’assemblea fa alcune comunicazioni riguardanti note trasmesse dai revisori dei conti, dall’assessore Vullo che ripresenterà il regolamento così com’era nonostante sia stato bocciato, dal presidente di un comitato di quartiere Crocifisso Moscato.
Prende quindi la parola il capogruppo di Forza Italia Franco Giudice che si accanisce contro il sindaco e la giunta biasimandone l’operato per avere portato in Consiglio il rendiconto che doveva essere votato entro giugno.
"Ora dobbiamo approvare questo rendiconto – aggiunge il capogruppo di Forza Italia – con la spada di Damocle. Chiedo di approvare una lettera da mandare all’assessorato agli Enti Locali perché venga fatto presente che il commissariamento avrebbe dovuto essere indirizzato alla giunta e non al Consiglio. Questa lettera servirà a tutela del Consiglio che non ha alcuna responsabilità sui ritardi. Anche se la deliberazione sarà sfavorevole, sarà il gruppo di Forza Italia a prendere l’iniziativa di trasmettere il documento all’assessorato agli Enti locali".
Il sindaco dopo l’intervento di Giudice chiede la parola.
"Mi si dice che devo confrontarmi col Consiglio – afferma Crocetta – ma la risposta non è quella del feed-back. Non si vuol capire. I bilanci consuntivi li fanno gli uffici preposti perché sono un fatto tecnico che si vuol fare diventare ad ogni costo una ragione politica. Il commissariamento è un fatto tecnico. Avviene in una qualunque azienda quando si cambiano dei software con i conseguenti ritardi. Il consiglio comunale non ha alcuna responsabilità. Si continua ancora a fare la caccia alle streghe".
Chiede quindi di parlare il neo consigliere La Folaga.
"Nell’ultimo Consiglio è stato sottoscritto un documento per dare delle indicazioni al sindaco per cambiare rotta. Stasera il sindaco è presente, quindi c’è l’intenzione di volere cambiare rotta. Ma se stasera il collega Giudice presenta quel documento da approvare, come si può pensare al dialogo? Credo che occorra un atteggiamento diverso. Sono del parere che quel documento non va votato. Questa sera il sindaco è qui e sono certo che a partire da stasera porterà in aula tutti gli atti per rendere edotti i consiglieri. Faccio un augurio di essere sempre presente e dare assieme agli assessori le giuste risposte.
Italiano ritiene esagerata la proposta del consigliere di Forza Italia e dichiara il suo voto contrario.
Il consigliere Di Dio si associa a quanto detto dal suo collega che lo ha preceduto e comunica di avere letto la lettera del commissario ad acta che a suo giudizio non è venuto per il rendiconto, né che esista commissariamento. La sua presenza serve a verificare a che punto è l’iter amministrativo. Sarà quindi sua cura sottoporre all’attenzione dei consiglieri la delibera da votare. Infine chiede a Giudice di ritirare il suo documento.
Pausa di riflessione per circa un’ora chiesta da Giudice. Alla fine il documento viene votato ed approvato con grande disappunto dei consiglieri di centro sinistra. Nuovamente Di Dio chiede di intervenire a votazione avvenuta. Parole pesanti le sue quando afferma che quell’atto appena sarà letto a Palermo farà tacciare il Consiglio di ignoranza per le inesattezze che contiene. Si verrà tacciati di incompetenza. Invita quindi a verificare la veridicità di quanto affermato nel documento.
Riprende la parola il capogruppo di Forza Italia che critica il fatto che Di Dio sia intervenuto su un atto ormai approvato e continua imperterrito ad argomentare il perché di quell’atto.
Autore : Nello Lombardo
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