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notizia del 16/11/2004 messa in rete alle 18:22:56
Un allevatore ai botteghini dello stadio
Comprendo gli sforzi della nuova dirigenza del Gela Jt, che tiene alto il vessillo della città in campo calcistico, ma quello che è stato fatto non è sufficiente. Domenicali è bravo, ma non basta un allenatore: serve anche un allevatore. Non per i giocatori, per il pubblico.
La ressa ai botteghini per avere l’agognato biglietto ricorda l’ordine che hanno le pecore, notoriamente animali non troppo inclini alla disciplina. Stare in fila (cosa che da Roma in su è la regola, e anche i gelesi in trasferta vi si adeguano) a Gela è quasi impossibile: eventuali folli tentativi vengono subito vanificati da perentori inserimenti da destra e da sinistra. Allora chi è già in fila tenta di respingere gli invasori stringendosi, per cui si giunge ad un immane groviglio di corpi addossati l’uno all’altro, mentre nel frattempo si sgomita per evitare che qualcuno passi avanti.
Visto che il gelese medio non è quasi mai capace, in modo autonomo, di fare la fila, il comportamento deve essere indotto. Basterebbe qualche transenna fissa opportunamente piazzata davanti ai botteghini, come esiste nella maggior parte dei campi sportivi.
Non sarebbe male, inoltre, visto che siamo ormai nella stagione delle piogge, dare una sistemata al terreno davanti ai botteghini e alla porta di ingresso della tribuna, che è un vergognoso pantano e mette a rischio l’incolumità dei tifosi. Lo stesso dicasi per il pianerottolo all’ingresso della tribuna, che da anni, quando piove, è una grande pozzanghera che non si può evitare.
Non credo che vi siano grosse spese da fare per rendere più agevole e confortevole il rito della partita domenicale: del resto dopo il buon intervento al manto erboso sono dettagli di poco conto, ma sintomatici del rispetto che l’amministrazione comunale e la società Gela Jt devono avere per i tifosi.
Ma anche i tifosi dovrebbero rispettare la Società e la città. Non lo fanno quei tifosi della curva che si ostinano a presentarsi con striscioni e bandiere biancoazzurre, disprezzando i colori della città e della squadra, che sono giallorossi. Tra l’altro questa ridicola situazione è stata spesso oggetto di scherno da parte di altre tifoserie, che non perdono occasione per mettere in evidenza la nostra “crisi di identità”.
E allora si chiarisca una volte per tutte che i colori della squadra sono giallorossi e si invitino i tifosi ad adeguarsi e a rispettare le regole. Anche perché il rispetto delle regole, in qualunque occasione, ed anche in questa, è la base dei rapporti civili.
Autore : Giulio Cordaro
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