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Corriere di Gela | Ricostruzioni in centro storico, stop alla discrezionalità
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notizia del 11/11/2005 messa in rete alle 18:20:51
Ricostruzioni in centro storico, stop alla discrezionalità

A partire da oggi in fatto di demolizioni, ricostruzioni, restauro nelle zone A1-2/A2 la normativa regolamentare non si presterà più ad equivoci e nessuna discrezionalità sarà lasciata all’Amministrazione. La disparità di trattamento in fatto di edilizia nell’ambito della città lamentata dal capogruppo consiliare di Forza Italia ed ingegnere Franco Giudice non potrà più accadere. Ciò, grazie ad un atto di indirizzo votato all’unanimità dal Consiglio comunale nella seduta del 2 novembre (proponente Davide Giordano) e che Forza Italia avrebbe voluto trasformare in emendamento. In questo caso si sarebbe andati oltre la legge in quanto l’emendamento avrebbe significato sostanzialmente modificare la legge dello Stato in materia edilizia. “Finalmente si è votato un atto più sicuro e trasparente – ha detto l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Arancio a conclusione della seduta – che sarà una garanzia per tutti quei cittadini che hanno necessità di ristrutturare quelle abitazioni che non possono più reggersi in piedi demolendole e ricostruendole secondo criteri specifici. Si tratterà di mantenere nella ricostruzione quelle caratteristiche che tipicizzavano la nostra edilizia. Il mantenimento quindi delle caratteristiche architettoniche che lasciano l’impronta della nostra storia”.
Sulla estensione della normativa anche alla periferia della città, così come suggeriva il consigliere Giordano e con il “sì” del consigliere Giudice, l’assessore Arancio si trovava d’accordo politicamente. Solo che tecnicamente non era possibile in quanto si sarebbe andati contro legge perché le zone in questione non sono dotate di piano particolareggiato. L’atto avrebbe potuto essere approvato anche nella seduta precedente dove è prevalsa la fibrillazione dei due schieramenti. Infatti al momento del voto era venuto a mancare il numero legale. Ad incaricarsi di elaborare l’emendamento che avrebbe portato ad una convergenza di posizioni era stato il vicepresidente del Consiglio Angela Galioto (An) che con scrupolo e competenza aveva predisposto l’atto.
"Si tratta di due emendamenti – ci ha spiegato il consigliere Galioto – il primo dei quali si riferisce ai volumi tecnici i quali dovranno essere ricompresi all’interno del fabbricato e comunque nell’ambito della volumetria autorizzata prima della demolizione. L’altro emendamento prevede che nel momento della ricostruzione dovrà tenersi conto di alcuni elementi architettonici e di stile, preventivamente definiti dall’Amministrazione in considerazione del pregresso storico e culturale dell’ambiente urbanistico in cui ricade l’intervento interessato. In altri termini si è trattato di costruire un complesso di norme che rendono omogenea l’edificazione in maniera tale che non si abbia luogo ad iniziative che creino contrasto nell’ambito di un quartiere o di una via al momento della ricostruzione. Queste norme finalizzate a creare delle regole e dare ordine ad un quartiere".
Quando il Consiglio vuole riesce a produrre atti che hanno ripercussioni immediate positive sulla città e i consiglieri pur con qualche scaramuccia, riescono a spogliarsi dell’abito politico. Ma appena si deve affrontare un deliberato dove il gruppo politico deve conquistare “potere”, allora cominciano le polemiche, le schermaglie e i trabocchetti. Mercoledì sera infatti si è ancora una volta litigato tra centro destra e centro sinistra. Il falso pretesto era che nessun prelievo poteva essere effettuato visto che con i capigruppo era stato concordato un certo ordine che non andava assolutamente manomesso con proposte di prelievo in aula consiliare. Paladini se ne facevano i partiti del centro sinistra. Ma il vero motivo nascondeva il desiderio della maggioranza che appoggia la giunta Cro-cetta, di spiazzare il centro destra ancora spaccato sui nomi da votare per la ricostituzione dell’organo dei revisori dei conti. Tra una sospensione e l’altra ed una proposta del forzista Catalano di rinviare la trattazione del punto in questione a lunedì prossimo si sono innescate polemiche sulle quali è dovuto intervenire il presidente cercando di mettere ordine. Nel corso della sospensione i due “poli” si sono riuniti separatamente, poi si sono incontrati lungo i corridoi per un accordo probabilmente sui nomi dei revisori, ma sicuramente sulla decisione di rinviare la seduta. Entrati in aula si tenta di passare alla trattazione del punto quattro che tra le bocche di tutti i consiglieri passa col nome “il problema delle strisce blu”. Anche qui c’è un intoppo. Il centro destra vuole prendere tempo per scongiurare che si arrivi a trattare il punto successivo che prevede la votazione per l’elezione dei sindaci revisori. Infatti sono tremendamente impreparati perché nella Casa delle libertà c’è spaccatura e ancora disaccordo. Il centro sinistra incalza e sottolinea che bisogna passare oltre in quanto per l’argomento in questione pur essendo presente l’assessore alla vivibilità Ugo Granvillano, manca il dirigente. E su questa defezione prende la parola la Galioto che stigmatizza il perpetrarsi di una simile situazione. Non è possibile – afferma – che si debba rinviare alle calende greche la trattazione di un atto sol perché il dirigente è malato. Che l’assessore nomini un sostituto. Per l’esponente di An si potrebbe anche iniziare la discussione e rinviare poi ogni decisione senza la necessità di un rinvio. Il centro sinistra incalza per tramite del socialista Rosario Italiano che eccepisce la proposta della Galioto. Per Italiano non c’è più tempo da perdere, il commissario ad acta è alle porte, è necessario ricostituire il collegio dei revisori in quanto in questo mese di novembre dovranno andarsi a effettuare gli storni e gli impinguamenti con la necessità di avere i pareri da parte dei sindaci revisori. Di qui la necessità per Italiano di procedere alla votazione. Intanto il forzista Catalano forte dei numeri (14 consiglieri del centro destra contro 11 del centro sinistra) ripropone il rinvio a lunedì per le ore 20,45 anziché per le ore 20,30 come era previsto nella sua precedente proposta. Si passa ai voti e con 14 “sì” contro 12 “no” la seduta è rinviata a lunedì prossimo. La casa della libertà per ora è salva per il rotto della cuffia. Ma lunedì sarà veramente in grado di esprimere i nomi sui revisori? Si vedrà.


Autore : Nello Lombardo

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