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notizia del 14/07/2005 messa in rete alle 18:14:27
Cautele sul 'lombardismo'
Il venti per cento dei voti, conquistato a Catania dalle quattro liste 'dell’autonomia' di Raffaele Lombardo, sta provocando in tutta la Sicilia un vero e proprio terremoto politico. Numerosi consiglieri comunali e provinciali, provenienti soprattutto dall’Udc o comunque di area cattolica e post-democristiana, si sono affrettati, e tuttora continuano, a salire sul carro di Lombardo, che reputano “l’uomo nuovo” della politica siciliana, in predicato di diventare (se già non lo è) più potente del governatore Cuffaro.
Dal mio punto di vista, ci andrei un po’ cauto.
Sicuramente il tema dell’autonomia siciliana è in grado di attirare notevoli consensi, ma il quadro generale mi sembra un po’ come una riverniciatura di un vecchio mobile, che serve a renderlo un po’ più presentabile.
Lombardo è sicuramente un politico di buon livello, ma il contorno che a lui si sta avvicinando è composto da parte dei vecchi esponenti dell’Udc, qualche randagio della politica e qualche transfuga di Forza Italia che teme il netto ridimensionamento in Sicilia del partito di Berlusconi e vuole trovarsi per tempo dalla parte del vincitore.
Né, da questo punto di vista, mi convincono i legami con il governatore lombardo Formigoni e con altri governatori e politici regionali di area; tanto meno la presenza di Lombardo al congresso della nuova Democrazia Cristiana. Mi pare che si stiano gettando le basi, col beneplacito di Ruini e della nuova gerarchia cattolica integralista e politicizzata, per un nuovo grande centro di stretta osservanza vaticana, che dovrà rinverdire i fasti della Dc della prima repubblica. Il tutto mascherato e cucinato con la salsa profumata dell’autonomia.
A questo punto credo che se una cosa c’è di cui proprio nessuno ha bisogno è di una nuova Dc, che sarebbe alquanto diversa da quella che per cinquant’anni ha governato l’Italia con pregi e difetti, ma comunque garantendo la stabilità politica ed economica. Sarebbe diversa perché in quella Dc, oltre ai Gaspari e ai Cirino Pomicino, c’erano fior di statisti di alta levatura politica, mentre oggi, all’orizzonte dei partiti, di veri uomini politici è rimasta solo qualche pallida ombra, qualche tentativo di imitazione mal riuscito.
Il movimento per l’autonomia di Lombardo, quale che sia l’approdo (e lo verificheremo presto) è comunque una novità nel paludoso stagno siciliano, e va seguito con attenzione. Ma senza dimenticare che lo Stato, in ogni sua struttura centrale o periferica, è comunque laico e tale deve rimanere, al di là dei tentativi di piegarlo al volere di Ratzinger o Lombardo o Cuffaro. E senza dimenticare che l’attuale governo della regione (supportato dagli amici di Lombardo) è, senza timore di smentita, la sublimazione dell’inefficienza burocratica e dell’incapacità politica.
Autore : Giulio Cordaro
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