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notizia del 11/03/2003 messa in rete alle 18:12:08
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Scaglione un uomo solo
Fino a qualche giorno prima, il sindaco ancora in carica Scaglione aveva pensato di non andare a Palermo. Per evitare che la cosa potesse essere male interpretata, alla fine ha deciso di essere presente. Forse però non si aspettava di ritrovarsi così solo in una giornata tanto particolare.
Nella piazzetta davanti allo storico Palazzo Butera, sede del Tar, zona porto, Scaglione arriva da solo, per scelta, con il suo autista Carmelo Morello e la macchina di rappresentanza. A Palermo è raggiunto dalla moglie e da alcuni amici (Antonio Callea, Giacomo Iozza e qualche altro). Il deputato del suo partito Giacomo Ventura (nella veste anche di componente del suo collegio di difesa), il coordinatore cittadino di Forza Italia Elia Gueli e il capogruppo consiliare Francesco Giudice ed il consigliere comunale di Nuova Sicilia Enzo Cirignotta, sono gli unici politici in rappresentanza della coalizione di centrodestra. La “delegazione” pro-Scaglione è completata dalla presenza del rag. Angelo Di Bartolo, presidente del collegio dei revisori dei conti al Comune.
Ben poca cosa, se si pensa alla nutrita rappresentanza dei sostenitori di Crocetta.
Questa solitudine di Scaglione viene subito interpretata come una sentenza annunciata. Nessuno degli assessori in carica, che il colpo di spugna del Tar ha cancellato, ha ritenuto di essere presente, neppure come gesto di solidarietà al loro sindaco, nessuno dei consiglieri dell’Udc e di An, i maggiori alleati del partito del sindaco, si è visto dalle parti del Tar. Anche questo segno non solo di disinteresse ma forse anche dello scaricamento di fatto di un sindaco scomodo.
Eppure Scaglione non può considerarsi uno sconfitto. Ha certamente incassato il colpo e sul piano umano il trauma non lo ha risparmiato. E’ sceso tra i primi dal 4° piano di Palazzo Butera. Lo abbiamo incrociato mentre a testa bassa stava per raggiungere la macchina del Comune. Abbiamo avuto il tempo di chiedergli se si sentisse in qualche modo uno sconfitto. Non aveva tanta voglia di parlare. Ha risposto di sentirsi con la coscienza a posto, di aver speso tutto il suo tempo per cercare di risolvere i problemi più urgenti e di poter tornare a Gela a testa alta.
Sul disastroso percorso politico della sua maggioranza non gli si può rimproverare nulla e sul suo impegno amministrativo possiamo dire che non si è risparmiato. Un’esperienza che non potrà non segnarlo, come politico e come uomo.
Da sottolineare l’atteggiamento dignitoso che ha mantenuto anche dopo la sentenza che lo ha di fatto scalzato dalla poltrona di sindaco. Una sentenza che non ha voluto commentare ma che ha già concordato coni suoi legali di voler impugnare davanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa.
Autore : Rocco Cerro
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