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Corriere di Gela | Andremo a votare in ginocchio
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notizia del 13/05/2012 messa in rete alle 18:11:22

Andremo a votare in ginocchio

Nelle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio scorsi la più brutta figura l’ha fatta la Regione siciliana, con la barzelletta del giusto metodo per calcolare le percentuali di voto. Sarebbe bene che l’Assemblea regionale, prima di votare favorevolmente leggi astruse, studiasse meglio ciò che va facendo, grazie anche al supporto degli strapagatissimi dirigenti regionali. Con la storia dei voti validi, anzi sì, anzi no, anzi forse, siamo diventati lo zimbello d’Italia, ancor più rispetto ai quattro inutili anni del governo Lombardo.

Il responso generale è chiaro: crolla il Pdl, crolla la Lega, perde anche il Pd, il Terzo polo finisce la sua vita ancor prima di iniziare, i votanti diminuiscono e la protesta si incanala verso i grillini. C’è poco da stare allegri, e veramente i partiti devono darsi una mossa e “rifondarsi” con metodi trasparenti e tentando di avvicinare le persone oneste e competenti che servono a dare un futuro al Paese. E in Sicilia? A Palermo la vittoria di Leoluca Orlando (foto) spariglia i giochi dei partiti “istituzionali”, determina il crollo dell’Mpa e del Pd, annulla le ambizioni degli assessori “tecnici” Russo e Armao con le loro liste clientelari. A Trapani crolla l’Udc, che aveva un feudo inespugnabile: A San Cataldo la famiglia Pagano-Torregrossa viene ridotta ai minimi termini. Il campanello d’allarme è suonato con insistenza: saranno capaci i politicanti regionali di cogliere il segnale, visto che tra l’altro l’Ars dovrebbe essere rinnovata in autunno? Riusciranno una buona volta a capire che devono lottare per i loro territori senza adagiarsi su comode poltrone e senza mortificare le intelligenze degli elettori?

Dicevo che a ottobre in Sicilia si voterà per il Parlamento regionale, sempre che l’indagato Lombardo non ci ripensi. E il campanello d’allarme suona anche per i nostri parlamentari locali, che raccoglieranno ciò che hanno seminato, nel bene e nel male.

La Gela che andrà a votare è in ginocchio, e ripeterlo è quasi noioso: l’agricoltura in piena crisi, due linee della Raffineria ferme, indotto dell’Eni in difficoltà, commercio e artigianato fermi, carenza di investimenti e strutture verso un diverso futuro economico. E poi le questioni, sempre irrisolte da anni: la questione dell’acqua, con Caltaqua che taglia i contatori e il Comune e la Regione che non si accordano sul pagamento del 50% delle vecchie bollette; la questione dei parcheggi, con un concessionario, la AJ Mobilità, che fa da padrone a casa dei cittadini (cioè al Comune di Gela) e si appropria indebitamente degli incassi dei parcheggi; la questione del porto, con i soldi stanziati che pare siano stati dirottati verso altri impieghi. Ce n’è per tutti i gusti, ma soprattutto ce n’è abbastanza perché i gelesi, se avessero sangue nelle vene, protestassero con rabbia contro l’immobilismo della politica. Ma la gente è ormai abituata a subìre e a cercare le scorciatoie per risolvere i problemi.

A giorni arriverà la stangata dell’Imu. Il movimento dei forconi ha chiesto che non si paghi l’Imu sulla prima casa e sulle pertinenze, che si paghi nella misura minima per gli altri fabbricati e che vengano esentati i terreni agricoli. Credo che le richieste siano eque, considerando anche le necessità finanziarie delle casse comunali “depredate” dalle precedenti amministrazioni. Personalmente vorrei lanciare un appello a non pagare l’Imu; vorrei, ma non posso farlo, perché ho scoperto che fare appelli a non pagare le tasse è un reato punito, a norma dell’art. 415 del codice penale, con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Quindi lo Stato, anche se ci impone tasse ingiuste (dov’è l’equità, signor Monti?) ci obbliga a stare zitti e ad obbedire, altrimenti ci schiaffa in galera. Ecco perché non vi dirò di non pagare l’IMU. Anzi, pagatela, perché è un dovere verso lo Stato dei tecnici. Se avete i soldi…


Autore : Giulio Cordaro

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I Vostri commenti
Una politica dissennata è incapace e corrotta ha portato un popolo alla rovina . Spero che alle prossime elezioni vengono mandati a casa o meglio ancora in esilio .

Autore: MARIO PERROTTA
data: 13/05/2012
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