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notizia del 11/05/2008 messa in rete alle 18:10:59
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D’Arma: 'Ricreare il partito che non c’è'
Nel Partito democratico c’è molta confusione. Serena e unitaria, da cui sarebbe potuta scaturire la candidatura di un rappresentante del centro sinistra che potesse competere col centro destra e vincere, non c’è stata. Stando così le cose, non ci potrà mai essere se non si prenderà atto che le recenti elezioni regionali hanno spazzato via quella posizione di rendita che faceva di Lillo Speziale l’unico deus ex machina. Ora bisognerà fare i conti con una nuova situazione e lo ammette lo stesso Totò D’Arma, (nella foto) capogruppo consiliare del Pd, che nelle recenti elezioni ha sostenuto Speziale.
“Dobbiamo prendere atto di quello che è accaduto. Lo può scrivere tranquillamente – afferma alzando il tono della voce –. Sono stato corretto nell’appoggiare Lillo Speziale alle regionali, ma con altrettanta chiarezza dico che la mia correttezza non ha avuto un riscontro di pari valore. Ormai gli onorevoli sono due nel Pd. E credo proprio che Speziale questo non lo abbia ancora capito, come non ha capito che ormai ha finito. Ma dobbiamo anche operare affinchè anche Donegani la smetta di lavorare ghettizzandosi in un gruppo. Entrambi devono capire che tutti assieme dobbiamo creare il nuovo partito che non c’è”.
E’ arrabbiato Totò D’Arma e lo diventa ancor più mostrando tutta la sua ironia e il suo sarcasmo quando gli chiediamo se il suo nome lo troveremo accanto a quello di Messana, Cannizzo, Fasulo, Di Dio e forse Rinelli per cimentarsi nelle primarie.
“In lista potrei anche esserci – risponde – perché credo di avere tutte le carte in regola senza offesa per nessuno che potrei fare anche il presidente della Repubblica. Se il partito mi chiederà di mettermi in lista, lo farò. Naturalmente vorrò sapere chi dovrà candidarsi presidente. Di sicuro c’è che non sono più disponibile a portare ulteriori croci”.
– D’Arma, è ormai deciso tutto? Ci conferma che ci saranno le primarie nel Pd?
«Stando a quello che leggo sui giornali sembra che ci saranno tre candidati di Gela ed uno di Caltanissetta. Mi permetta di essere ironico e provocatorio. Forse qualcuno avendo capito che queste province sono obsolete al punto che c’è chi pensa di cancellarle, agisce come se si trattasse di una partita di calcio mettendosi in porta ritenendosi più bravo degli altri e quindi decidere per tutti. Si era partiti da un progetto di condivisione e quindi di sostegno alla candidatura dell’attuale presidente del consiglio comunale Peppe Di Dio alla presidenza della provincia come il candidato di Gela da sostenere, ma poi ci sono stati subito dei risvolti di ripicca personali o di tentativi ricattatori. Per esempio: io mi metto alla provincia e posso anche ritirarmi se... Stiamo rasentando la tragicommedia. La politica che io condivido e per la quale mi sono battuto sempre è stata quella del dialogo, dell’onestà, della chiarezza dei rapporti, della scelta condivisa non necessariamente all’unanimità, ma almeno discussa. Purtroppo manca un partito, non ci sono decisioni collegiali e stiamo registrando purtroppo le ripercussioni di una elezione regionale che è andata non propriamente bene. Forse è il momento di voltare finalmente pagina, trovare le condizioni per stare assieme. Spero che il sindaco non entri in questa logica. Sarebbe deleterio anche per il processo di cambiamento di questo territorio. Non possiamo essere punto di riferimento nella lotta per la legalità e poi politicamente accettare logiche che sono perfettamente contrarie. Se il sindaco accettasse questa logica di gruppi e sottogruppi determinerebbe un quadro di fibrillazioni quotidiane e di ricatti quotidiani che farebbero diventare il Comune non il punto di riferimento della legalità, ma quello del bordello».
– D’Arma, mi pare che esiste un coordinamento provinciale cui spetta affrontare le problematiche da lei denunciate?
«Esiste ed è dettato dalle emergenze. Lillo Speziale, forse frastornato ancora da una elezione che comunque l’ha visto eletto. L’essere coordinatore e coordinare non il partito ma gruppetti, ossia cocci di un mosaico che probabilmente non può essere messo assieme, questo deteriora anche la sua immagine come coordinatore. Purtroppo, come le dicevo, questo non è un partito. La prima esigenza è quella di creare un partito che come sta dicendo D’Alema, non può essere in se stesso, non può ghettizzarsi. Noi dobbiamo ricreare le condizioni per essere un partito di sinistra che veda in maniera diversa la società e la sappia recuperare attraverso una nuova politica e un nuovo modo di concepire i nostri rapporti con il territorio»
– Si voleva fare un grande partito che fosse sintesi di movimenti di centro e di sinistra, ma di fatto così non è stato. Qual è la sua opinione?
«Il Pd non è il partito che io concepisco. Sono per le alleanze strategiche di prospettiva. Prima eravamo un albero con i rami all’interno. L’idea della deideologizzazione ci fa andare alla deriva senza punti di riferimento. Occorre riprendere le condizioni storiche del passato renderle moderne attraverso un intervento avanzato, e lavorare per eliminare le disuguaglianze in nome di una democrazia partecipata seria. Dobbiamo allearci con tutte quelle forze che assieme a noi si possa riprendere in maniera l’idea che il mondo può cambiare. Altrimenti qual è la differenza tra noi e gli altri?».
– Voi ex comunisti non avete sulla coscienza una parte di responsabilità della cancellazione dal vocabolario politico della parola Socialismo? Non crede che proprio oggi c’è tanto bisogno di essere socialisti?
«E’ un discorso che porta lontano. Posso dirle che ho in mente di lanciare l’idea, e ne ho parlato anche con molti compagni, di inserire nel Pd la componente socialista. E’ chiaro che così non si può andare avanti così. O c’è l’idea di un partito pluralista, riformista e socialista altrimenti siamo come altri partiti di estrazione non di sinistra. Faremo quest’area socialista nella speranza di incidere nelle scelte. C’è una sinistra latente che ha rifiutato i loro leader. C’è in Italia e nel mondo una esigenza di sinistra e di socialismo. Sta a noi coglierla in maniera moderna al di là del nome».
Con D’Arma abbiamo anche voluto tornare a parlare di ambiente. Lui assieme al presidente Di Dio si è reso promotore di incontri per assumere iniziative importanti come ci aveva annunciato in un’intervista nello scorso numero del Corriere.
– D’Arma, non dovrebbe esserci un Ente che coordina i vari interventi che vengono effettuati sul fronte dell’ambiente? Non crede che non si deve lasciare il tutto alla buona volontà di qualcuno?
Stavolta è stato lei assieme a Di Dio ad assumersi l’onere di coordinare interventi sull’ambiente.
«Certo. Si sente l’esigenza di un coordinamento non solo sul fronte dell’ambiente, ma anche su altre problematiche che investono il nostro territorio. E’ necessaria una visione unitaria delle priorità e registriamo diverse situazioni di stallo in alcuni settori e confusioni in altri. Ciò è dovuto alle elezioni già effettuate o alle elezioni da fare oppure alle fibrillazioni in atto per le necessità di verifica politica per l’amministrazione».
Autore : Nello Lombardo
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