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notizia del 15/01/2007 messa in rete alle 18:10:44
Pronto soccorso: stando male si risparmia
Ho capito finalmente perché il CEPU ha tanto successo: probabilmente è lì che si è laureata buona parte dei ministri dell’attuale governo, a cominciare dall’emaciato e soporifero Tommaso Padoa Schioppa, che con i numeri non ha probabilmente grande dimestichezza.
Parliamo di sanità. Agli emeriti grand’uomini del governo è sfuggito qualche passaggio, nella concitazione della finanziaria per il 2007. Uno dei più eclatanti riguarda il ticket di dieci euro per ogni ricetta per analisi. Se avessero saputo fare i conti bene, si sarebbero accorti che per fare un’analisi di urine occorrono oggi 12,50 Euro (2,50 di ticket analisi e 10 Euro di ticket ricetta), mentre il costo della stessa analisi fatta privatamente è di soli 6,50 Euro.
Forse lo hanno fatto apposta, per diminuire i costi del Servizio Sanitario pubblico, ma quei costi vengono ribaltati sui cittadini; alla faccia della politica economica a favore delle fasce deboli.
E’ stato introdotto anche il ticket per le prestazioni di pronto soccorso: se l’intervento non è giudicato urgente dal medico, si pagano 25 Euro. Ancora una volta viene ribaltata sul cittadino l’imbecillità di chi ha voluto questa norma. Infatti, per capire se ciò di cui soffriamo è pericoloso e urgente, e quindi degno di una visita al pronto soccorso, dobbiamo tutti rinverdire le nostre nozioni di medicina (che per la verità non sono molte), e stabilire a priori se la visita all’ospedale sarà o no a pagamento .
Se per esempio abbiamo un senso di occlusione al torace, dobbiamo sperare che non si tratti di indigestione (altrimenti pagheremo il ticket), ma di una bella angina pectoris o di un infarto in corso, così almeno ci ricoverano e risparmiamo qualcosa.
Magari poi chi non capisce sono i medici, che ogni tanto rifiutano i ricoveri a gente che torna a casa e dopo due ore tira le cuoia, ma questo è un altro discorso…
A proposito di ticket sul pronto soccorso: quando la stessa “brillante” idea era venuta, in Sicilia, a Totò Cuffaro, gli scienziati della politica di sinistra hanno tuonato nelle piazze di tutta l’isola contro quel provvedimento “iniquo”. Oggi che lo stesso provvedimento è stato adottato dal governo Prodi, da sinistra non si leva un fil di voce. Non saranno bravi in matematica, ma i calcoli di convenienza li sanno fare.
E passiamo al ministro della salute Livia Turco, il ministro anti-obesità, antifumo, antigelo e antialtro. Dopo l’inchiesta del settimanale “L’Espresso” della scorsa settimana sullo stato del Policlinico di Roma, la ministra ha inviato i Carabinieri dei NAS in tutti gli ospedali italiani per verificare la situazione igienica dei reparti e delle attrezzature. Bravissima: ha ottenuto le prime pagine dei quotidiani.
A Gela la situazione è buona, tranne qualche problema legato al nuovo gruppo operatorio che non è ancora in funzione. Meno male, possiamo tirare un sospiro di sollievo e ringraziare l’ispezione voluta dalla ministra. L’igiene è a posto. Ma alla ministra non viene in mente di ispezionare gli ospedali e i poliambulatori pubblici per verificare i tempi di esecuzione degli esami e delle analisi?
Lo sanno, al Ministero, che a Gela per molti esami occorre attendere da sei mesi ad un anno? Lo sanno al Ministero, ma anche alla Regione, che i cittadini, nell’attesa dei necessari esami, possono nel frattempo aggravarsi e morire? Lo sanno, ma ancora non intervengono. Del resto, se si ha urgenza, si può sempre fare gli esami privatamente: magari costerà una somma notevole, magari non si riuscirà ad arrivare a fine mese con lo stipendio, ma almeno non si rischierà di morire.
Intanto, sui quotidiani nazionali, continuo a leggere che da quest’anno si vedranno i grandi benefici alle famiglie determinati dalla Finanziaria del governo. Io ancora non li vedo: andrò dall’oculista a farmi misurare la vista. Sperando che la visita non mi venga fissata tra un anno.
Autore : Giulio Cordaro
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