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notizia del 30/09/2012 messa in rete alle 17:57:52
I giovani e la politica. Sfiducia a tutto spiano
Manca circa un mese alle elezioni regionali e nella nostra terra non c’è nulla da cui ripartire. La crisi economica continua a segnare la vita di imprese e famiglie in modo preoccupante. I giovani disoccupati aumentano di giorno in giorno e, secondo recenti indagini Istat, ad essere più colpite sono le generazioni under 35, quelle dei precari tanto facili da licenziare. Non c’è nessuna politica avviata precedentemente degna di essere continuata per il bene della collettività. Gli scandali che sono emersi dalla nostra regione e, ultimamente dalla regione Lazio, causati da interessi privati e dalla logica del potere, hanno distrutto le speranze dei giovani e la loro fiducia nella politica. Intanto i politici litigano, si dividono e non vedono, o fingono di non vedere, la crisi della democrazia e la sfiducia nelle istituzioni.
«Sono molto pessimista nei confronti della politica – ha dichiarato Simona diciottenne, studente del liceo delle scienze umane di Gela – e quindi dalle prossime elezioni regionali non mi aspetto nulla di buono. Questo sarebbe la prima volta che voto, sono però molto tentata di non andarci – ha continuato Simona – perché in giro si vedono già grandi manifesti di propaganda elettorale, ma nessun candidato parla di programmi. Conosco qualcuno dei candidati, perché amico della mia famiglia, ma ritengo avvilente andare a votare solo per fare un piacere a mio padre. Dei problemi concreti non si occupa nessuno».
In effetti, la crisi della politica non ha rappresentato alcun vantaggio per i giovani e, – come di recente asserito il prof. Mario Morcellini, direttore del dipartimento di comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma – la diminuita partecipazione non è compensata dall’estremismo e da chiunque lo incoraggi. L’indebolimento dei valori ideali appare oggi determinante nel generare smarrimento e senso di solitudine nelle giovani generazioni.
«Qui non c’è speranza – ha commentato Giuseppe Biundo, disoccupato di Gela venticinquenne – e il sistema è corrotto».
Siamo in presenza di una crisi di una tale complessità e profondità da non poter essere affrontata con formule facili o peggio propagandistiche. La Sicilia è da tempo sprofondata nella bancarotta economica e sociale e la sua situazione è peggiorata rispetto a quella descritta nelle scorse elezioni regionali da un rapporto del Sole 24 ore. Più arretrata strutturalmente e alle prese con problemi ambientali dove alle ricchezza di pochi si contrappongono situazioni di povertà e difficoltà diffuse. Non sono di consolazione i manifesti con qualche slogan politico e il sorrisone, sparsi in giro per la città. Inoltre, i social network attirano l’antipolitica e incitano alla disertazione del voto.
«Non credo che andrò a votare perché non c’è un partito politico che mi rappresenti – ha commentato Nuccia, 27 anni studentessa universitaria – mi rendo conto che in questo modo vanifico un mio importante diritto, ma purtroppo temo che alla fine saranno eletti sempre le stesse persone.e gli stessi metodi vecchi e inconcludenti. Appartengo a una generazione di sfigati a cui hanno detto di studiare – ha continuato Nuccia - per avere un ruolo nella società e poi hanno detto che la laurea non serve a niente ed era meglio imparare un mestiere. Alla fine chi di noi ha un lavoro, ce l’ha da super precario, senza ferie pagate, zero malattia, zero tredicesime, zero Tfr, zero diritti sindacali. Tutto ciò circola su facebook».
L’astensionismo è la crisi della democrazia, che si somma alla crisi dell’economia: una società frantumata che, avendo sperimentato solo cattiva politica, non crede più di averne bisogno.
«Sono in possesso di laurea specialistica e ho svolto e svolgo lavori d’ufficio, sempre con impegno e diligenza., ma ciò non ha portato a niente – ha proferito Stefania Ardigò impiegata gelese ventottenne – la nostra generazione è senza futuro, siamo rappresentati da una classe politica inetta. Non è accettabile la rielezione di un politico che abbia già mostrato incapacità a svolgere il suo ruolo – ha continuato Stefania – Non andare a votare non risolve il problema, ma scegliere chi votare è impossibile. I candidati sfuggono al confronto, la campagna elettorale è fatta di gigantografie con improbabili slogan e niente più. Temo che abbiamo poche speranze. Il primo presidente della Regione eletto direttamente dal popolo (Cuffaro - ndr) si trova in carcere, il suo successore si è rivelato anche peggio e ci fa vergognare di essere siciliani».
Ma se la tendenza del momento è quella dell’astensionismo, non mancano i giovani che nei processi decisionali vogliono starci. Allora sta al politico non deluderli mirando a difendere e promuovere il bene comune, lontano da forme clientelari.
L’astensione è davvero un’astinenza totale dalla politica, se non prepara nè una nuova forma di presenza, né una richiesta di nuova rappresentanza. Ma sottrarsi alla politica è impensabile. Ciò porterebbe ad una società fantasma che rinuncia alla propria libertà o alla propria liberazione. Non esiste una democrazia dell’assenza e questo vuoto politico sarà presto riempito, da poteri che ancora non si vedono ma che si presenteranno sulla scena.
Autore : Filippa Antinoro
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