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notizia del 15/10/2007 messa in rete alle 17:53:51
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Crocetta da Maurizio Costanzo
C’era da aspettarselo, Maurizio Costanzo, grande giornalista ed “animale televisivo”, non si è lasciato sfuggire l’ occasione, per avere, come ospite della sua fortunatissima trasmissione, il sindaco di Gela, Rosario Crocetta. Una sua vecchia conoscenza (lo aveva già avuto come ospite nel passato, per discutere di mafia e di problemi cittadini).
Ma sul palco Crocetta era in buona compagnia, con personaggi di primissimo piano, che, come lui, a livello nazionale, si battono contro ogni forma di ricatto e di sopraffazione posta in essere dalla criminalità organizzata ( si chiami mafia, stidda, ndrangheta, sacra corona unita, non ha importanza ).
Al teatro “Parioli” di Roma c’erano il Procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso; l’attore Massimo Dapporto, che si è calato brillantemente nel personaggio del giudice Giovanni Falcone nella fiction televisiva andata in onda qualche tempo fa; l’ attrice Giulia Bevilacqua; il presidente della FAI ( Federazione Antiracket Italiana ), Tano Grasso; l’ imprenditore Giorgio Scimeca, oggetto di estorsioni nella sua cittadina, Caccamo, in provincia di Palermo; il collega Francesco La Licata, inviato speciale della “Stampa” di Torino, autore di numerosissimi reportages e di libri sul fenomeno mafioso in Sicilia e sugli intrecci mafia-politica.
Fra il pubblico che affollava il teatro, ove si registrava la puntata del “Maurizio Costanzo Show”, andata in onda giovedì sera, c’erano anche due rappresentanti dell’Associazione Antiracket di Gela, la signora Franca Giordano e Renzo Caponetti.
La puntata ha avuto un avvio al fulmicotone, con Costanzo che ha, senza perifrasi, fatto riferimento “alla cazzata del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, che ha – cito testualmente – criticato l’intitolazione dell’aeroporto di Palermo ai magistrati palermitani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino….”. Secondo l’esponente di Forza Italia, quei nomi andrebbero cancellati, perché costituirebbero un grave danno all’ immagine della Sicilia (sic!).
Parlando della situazione di Gela, il Procuratore Antimafia ha detto che “gli attentati di susseguono in un numero tale che rende difficile capirne le reali ragioni”.
Ma Crocetta, alquanto contrariato, ha precisato “che a Gela, da quando è cambiato il capo mandamento della mafia, quest’ ultima ha sancito la pace con gli uomini della “stidda”, pervenendo addirittura ad un accordo, con la spartizione dei proventi delle estorsioni”.
Proprio dall’ accordo fra le due fazioni – che per anni si erano fatte la guerra con centinaia di morti e feriti – sarebbe scaturita la preoccupante recrudescenza di attentati incendiari (recentemente, in una sola nottata, ne sono stati compiuti nove). Proprio per questo, Crocetta non ha risparmiato critiche ad alcuno, rivendicando il diritto dei cittadini gelesi ad essere tutelati dalle istituzioni ed il dovere di quest’ ultime di assicurare la reclamata tutela.
Il sindaco ha puntato il dito sui mafiosi, facendosi interprete del ripudio della città nei loro confronti. Crocetta, però, non ha ribadito la sua proposta di inviare l’Esercito a Gela. Evidentemente, i no che gli sono piovuti addosso da più parti – dal ministro Bindi al Prefetto Petrucci, dal presidente dell’Antimafia nazionale Forgione allo stesso Tano Grasso – devono averlo scoraggiato.
Autore : Elio Cultraro
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