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notizia del 26/10/2004 messa in rete alle 17:50:03
La chiesa a tariffa, altro che offerte
Non so se il buon Dio, nella Sua misericordia, mi permetterà di andare, quando sarà il momento, in Paradiso e di sedere tra le anime beate. Non ho, almeno credo, peccati enormi sulla coscienza: sicuramente qualche peccatuccio, come quasi tutti del resto.
Il precetto evangelico, tra l’altro, su alcuni punti è assolutamente chiaro: ama il prossimo tuo come te stesso, non rubare, e via dicendo.
Tra le usanze dei cattolici (ma non solo di loro) c’è quella di onorare i morti, e di esprimere le condoglianze ai parenti dei defunti. Dalle nostre parti coloro che partecipano ai funerali esprimono la loro partecipazione mediante la compilazione di una “cartella”, fornita dalla Parrocchia dietro il compenso di un’offerta “per l’anima del defunto”.
Parliamo di “offerta”, secondo la disponibilità dell’acquirente della cartella, e non di “tariffa”. Anche in questo caso entra in gioco la consuetudine: qualche anno fa si usava dare mille lire per ogni cartella, poi il costo è raddoppiato, passando a un euro. Ma non di solo spirito vive l’uomo, e le necessità economiche della Parrocchia sono tante, per cui alla Chiesa di San Francesco hanno alzato l’ingegno aumentando il costo della cartella a 1,50 euro, il 50% in un colpo solo!
E se l’addetto alla parrocchia rifiuta di consegnarmi la cartella a un euro e pretende gli altri 50 centesimi, siamo in presenza di un’offerta o di una tariffa?
Se non ricordo male, Gesù a Gerusalem-me cacciò violentemente i mercanti dal tempio. Siamo forse tornati, dopo duemila anni, a mercanteggiare nelle chiese?
In Romagna, dove i cosiddetti “mangiapreti” sono numerosi, le cartelle funerarie vengono gestite da associazioni benefiche laiche, al di fuori dalle chiese. A Gela ci hanno sempre pensato le parrocchie, e nessuno pensa di cambiare sistema. Ma per favore, non si pretenda che una libera offerta diventi una tariffa fissa e dovuta, snaturando l’essenza stessa della cartella funeraria.
Dopo quest’articolo, probabilmente, sarò destinato a qualche millennio di Purgatorio. Ma sarà sempre meglio dell’inferno di chi sta zitto.
Autore : Giulio Cordaro
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