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notizia del 03/11/2012 messa in rete alle 17:43:22
«Gela, non ti deluderò!»
Gli ultimi ringraziamenti se l’è riservati per la sua Gela che ama tanto, la città più bella del mondo o che diventerà la città più bella del mondo. Il suo arrivo in città martedì 30 ottobre era previsto per le 18, ma è giunto in piazza con tanto di scorta con un’ora e mezza di ritardo. Comprensibilissimo. La sua agenda giornaliera comprendeva, incontri, comizi, interviste da studi televisivi, video conferenze.
Impegni molto fitti cui solo lui riesce a reggere e lo sanno molto bene i collaboratori che gli stanno a fianco diciotto-venti ore al giorno.
Nessun fischio ma interminabili ovazioni lo hanno accolto appena messo piede a terra con una macchina blindata che si è fermata proprio dietro il palco allestito in Piazza Umberto. Un bagno di folla che giungeva sino al sagrato della cattedrale
“Rosario – gli abbiamo gridato, microfono alla mano tra una marea di colleghi che cercava affannosamente di farsi spazio per riprendere ed ascoltare le sue prime battute da presidente della regione siciliana - appena hai saputo con certezza che eri diventato governatore della Sicilia, a chi hai pensato in quel momento?” “Ma quale governatore! – ha risposto Crocetta - Io sono il sindaco di tutti i siciliani”. Questa la sua prima battuta, poi una smorfia ed una pausa, non perché stesse ricercando la giusta risposta, ma solo perché stava pensando alla sua cara mamma della quale si rammarica per le circostanze della sua morte. Aveva saputo dalla Tv dell’attentato mafioso sventato nei suoi confronti dalla polizia. Lo aveva chiamato ma lui cercò di rassicurarla minimizzando l’accaduto, ma da quel momento cominciò a morire giorno dopo giorno. Al cronista che gli poneva quella domanda, con un sorriso così rispondeva: “La prima cosa a cui ho pensato è stata mia mamma e poi ai miei concittadini gelesi cui voglio tanto bene”. E via di filato sul palco, tra un cordone di agenti che nulla potevano di fronte a tante manifestazioni d’affetto. Al suo seguito c’era il senatore Giuseppe Lumia, tanti esponenti del Pd , dell’Udc e del Psi che lo hanno sostenuto. C’era il segretario regionale Lupo, Lillo Speziale, il neo eletto deputato Pd Giuseppe Arancio, il presidente del consiglio comunale Peppe Fava, i consiglieri Giovanna Cassarà, Nuccio Cafà, Antonino Biundo, Giacomino Gulizzi e tanti altri ancora, gli amministratori comunali. Da Niscemi è venuto a congratularsi l’ex sindaco Di Martino e suo fratello candidato che non ce l’ha fatta per una manciata di voti e il sindaco di Butera Casisi. Una volta giunto sul palco ha afferrato, quasi in un abbraccio ideale i quattro microfoni dinanzi a lui e così ha esordito: “
”Che dire a miei concittadini dopo un successo così esaltante? Un grande vi voglio bene. In questa città siamo usciti con la maggioranza assoluta con oltre il 50% dei voti, eppure c’è anche chi ha cercato di pescare nel torbido. Però voglio dirvi che sono orgoglioso di essere gelese”. Non è riuscito più a parlare, coperto dalle urla di ovazione e dagli applausi. Poi ha ripreso. “ Oggi tutta la stampa europea ha voluto intervistarmi ed è contenta che Rosario Crocetta, il vice presidente della commissione antimafia europea, il sindaco antimafia di Gela, è stato eletto Presidente della Regione siciliana. Certo ci sono anche certi “rascapignati” che si prestano a campagne diffamatorie nei miei riguardi, ma non importa, daremo ai bambini bisognosi i soldi del risarcimento danni milionario che otterrò dal tribunale. Io ho fatto una sola cosa: restituire l’onore a questa città che era stata calpestata dalle mafie e dalla mala politica. Sono dieci anni che non mi affaccio dal balcone di casa mia. E quando arrivo a Gela, nessuno lo sa che sono arrivato perché la mia condizione di libertà è profondamente cambiata. Da Gela è nata la rivolta e la svolta della Sicilia. Ognuno di noi è chiamato di fronte alla responsabilità della storia”.
E’ un vulcano Crocetta e continuando nel suo discorso interrotto continuamente da applausi, ha ricordato di essere il primo nisseno, dopo Giuseppe Alessi (primo presidente della Regione) a ricoprire la massima carica di governo e che è dai tempi di Salvatore Aldisio che la nostra città non ha mai avuto un uomo di governo che abbia contato veramente. “ Siete stati grandi anche per questa ragione – ha proseguito il neopresidente – Gela è stata per troppo tempo bistrattata dalla Regione, non ottenendo quanto le spettava avere. Mi sento anche di ringraziarvi per avere eletto altri due parlamentari della provincia che son anche gelesi. Peppuccio Arancio del mio partito e Pino Federico di un altro partito. E ci si arrabbia per l’ambiente che non si bonifica, per l’Eni che non può dire ho sbagliato, me ne vado e non risano niente. Cara Eni te la vedrai con me, oggi. La faremo insieme questa battaglia. Non ho una maggioranza a Palermo. Noi abbiamo 39 deputati contro una maggioranza di 45. Io non mi dispero, perchè ho governato anche senza alcuna maggioranza, in quanto alla fine le maggioranze si trovano. Penso che a Palermo troveremo tanti uomini e tante donne che governeranno. Siete tutti voi i sindaci. Io sono sempre Rosario Crocetta”.
Un discorso toccante e appassionato dove ha anche detto di essersi mortificato per i fischi che gruppi di scalmanati hanno riservato a quanti venivano a parlare in piazza.
Alla fine, quasi singhiozzando nel ricordare appellativi disdicevoli pronunciati dai suoi denigratori, come “traditore” per avere abbandonato la città a se stessa per le sue aspirazioni personali, ha detto al suo popolo salutandolo: “ Non l’ho fatto per ambizione personale, credetemi. L’ho fatto per voi e per la Sicilia. Ho fatto il mio dovere. Grazie gelesi”.
Autore : Nello Lombardo
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