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Corriere di Gela | Consiglio comunale, sfoghi amari
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notizia del 26/10/2003 messa in rete alle 17:39:40
Consiglio comunale, sfoghi amari

Una seduta molto rassegnata quella di giovedì sera, dove un pò tutti i consiglieri di qualunque schieramento non fanno difficoltà ad affermare che si sentono demotivati e frustrati nel loro ruolo istituzionale. Impotenti a incidere sugli atti proposti dalla giunta e per nulla abilitati a proporne in alternativa. Si arriva persino al paradosso, come ha affermato il consigliere Di Dio della Margherita a farsi promotori di una proposta da consegnare al parlamento regionale che preveda lo scioglimento dei consigli comunali ormai svuotati nelle loro funzioni. Non una voce isolata, ma fortemente condivisa da tanti altri suoi colleghi.
Il tema iniziale della seduta si è articolato con numerosi interventi su una sorta di interrogazione, poi trasformata in atto di indirizzo votato all’unanimità dal Consiglio comunale.
E’ stato il consigliere dell’Udeur Di Giacomo ad aprire i lavori leggendo la sua interrogazione, il cui contenuto sarà trasmesso per conoscenza alla Procura. In sostanza Di Giacomo ha chiesto al-l’amministrazione “se i centri interessati alla cottura dei cibi nelle scuole sono stati oggetto di una verifica di potabilità dell’acqua”. Infine ha voluto sapere “di conoscere se preliminarmente all’apertura dei centri gli stessi sono stati dotati di eventuali impianti di potabilizzazione atti a garantire l’utilizzazione dell’acqua, se è stata richiesta l’autorizzazione sanitaria in merito”. Ha concluso proponendo di informare l’Ufficio d’igiene, ed altri organi competenti atti a verificare quanto da lui dichiarato poiché la questione “costituisce grave pericolo per la salute dei bambini che frequentano le scuole”.
Considerato che il problema sollevato da Di Giacomo non era inserito all’ordine del giorno, l’interrogazione è sta-ta trasformata in atto di inidirizzo all’amministrazione.
Il consigliere Liardo sulla stessa lunghezza d’onda di Di Giacomo ha proposto che sin dall’indomani sarebbe stato necessario informare della questione gli uffici preposti.
Gulizzi, componente della Commissione acque, ha pre-annunciato che già da lunedì assieme ad altri componenti della commissione si recherà nelle scuole per andare a ve-rificare sulla esistenza della potabilità dell’acqua. Di Dio, dopo le dichiarazioni del consigliere Galioto che ha riferito di avere riscontrato durante una sua visita alla re-fezione scolastica un numero insufficiente di accudenti, ha messo in dubbio che sia stato rispettato il capitolato d’ap-palto e siano stati effettuati i dovuti controlli chiedendo che venisse stilata una relazione su quella ispezione.

Il capogruppo forzista Giudice appoggiando Di Dio ha so-stenuto l’urgenza che la commissione verifichi subito se siano stati rispettati i patti. Anche il comunista Bonura ha riferito di aver saputo da alcuni utenti che i bambini si portano da casa persino la carta igienica. Ma la parte più eloquente e che ha visto un pò tutti i consiglieri sulla stessa lunghezza d’onda, è stato l’amaro sfogo di Giuseppe Di Dio che prendendosela con una certa parte della stampa si è sentito ingiustamente accusato come consigliere di prendere gettoni di presenza consistenti. Ha chiamato in causa in proposito i parlamentari regionali su cui maggiormente ci sarebbe qualcosa da dire dopo gli ultimi aumenti milionari.
“Ai consiglieri comunali – ha affermato – non si possono chiedere impegni gravosi e di controllo quando esistono gli assessorati e i tecnici delle ripartizioni con quei compiti specifici. Eppure i consiglieri lavorano in aggiunta al loro lavoro per mantenere la propria famiglia”.
In chiusura del suo intervento si è chiesto se il ruolo istituzionale del Consiglio abbia ancora motivo di esistere e se non debba essere sciolto, visto che il suo ruolo si esaurisce il più delle volte a formale atti di indirizzo e non a produrre atti.
Ma l’argomento portante della serata consiliare riguardava l’apertura dei termini per il condono fiscale. Su quest’atto che nella seduta precedente non si era potuto votare in quanto era tecnicamente im-preciso, abbiamo parlato con il consigliere di An Franco Liardo che preannunciando che chiederà le dimissioni dell’assessore Lana ha usato parole roventi nei riguardi dell’amministrazione.
“Mi sembra molto azzardato ed anticipato ciò che ha fatto l’assessore Lana andando ad preannunciare in televisione in conferenza stampa i grandi risultati del condono e parlando di proroga invitando i cittadini a mettersi in regola con ti termini. Ciò non va bene per vari motivi. Primo: perché quest’esito dipende dal Consiglio che potrebbe anche non approvare la proroga. Si creerebbero delle aspettative e poi le carte potrebbero restare quindi in tipografie inutilizzate. Secondo: mi sembra paradossale che un’amministrazione che impugna il condono manifestando illiceità e dandoci dell’ignorante, e poi se ne va in conferenza stampa esaltandone i contenuti. Mi piacerebbe sapere la posizione del sindaco sulla conferenza stampa organizzata dall’assessore Lana. Per tornare al senso dell’atto da votare voglio dire che esso servirà a permettere ai cittadini ad esercitare il diritto al condono per quei contributi divenuti definitivi con accertamenti non impugnati. Questo diritto potrà essere esercitato entro il 31 ottobre prossimo”.
Sulle pesanti dichiarazioni di Liardo abbiamo ascoltato la replica dell’assessore Lana. “La ratio di rendere pubblico l’atto di giunta con cui si proroga il condono e si invita il consiglio a deliberare sul punto è solo quella, visti i tempi ristretti, di render nota la circostanza quanto prima possibile alla città di modo che si guadagnasse qualche giorno in più per i contribuenti. Quanto al discorso della impugnativa del condono e del renderne pubblici gli esiti, vorrei fare presente che occorre scindere i due profili: quello dell’impugnativa processuale e quello che invece attiene al dovere che l’amministratore di portare avanti e comunque in ogni caso l’atto cercando di offrire un servizio migliore per tutti gli utenti”.


Autore : Nello Lombardo

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