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notizia del 23/01/2005 messa in rete alle 17:15:41
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Sulla vicenda Donegani I ds si fanno male da soli
Lo si dava per spacciato. Lo si criticava a destra e manca, cioè tra le fila del centro destra e tra quelle del centro sinistra. Lui, il primo cittadino. Si diceva che ormai era caduto sulla classica buccia di banana, lasciandosi andare a sfoghi ed esternazioni di stampa che lo avrebbero ingabbiato.
Lui, l’assessore Miguel Donegani. (foto)Invece nulla di tutto questo. Ed in questa affermazione non vorremmo essere tacciati di partigianeria. All’occhio del cronista, che è stato presente in aula consiliare praticamente sino alla fine della discussione, è sembrato proprio che da quell’Agone in cui si è trasformata l’aula consiliare lunedì 17 gennaio non ci siano stati morti per strada, né vincitori, né vinti. E se dovessimo dare un giudizio sportivo con un punteggio finale, sicuramente non sbaglieremmo se dovessimo concludere la partita con un risultato di parità. Però il vero vincitore è lui: Saro Crocetta.
Anche se il sindaco potrebbe apparire un protagonista marginale, oserei dire di secondo piano, invece alla fine è il suo intervento risolutore, l’ingrediente fondamentale per chiudere un percorso spinoso che si stava delineando in Consiglio comunale. Cosa ci fosse di così importante da discutere è presto detto. La questione “Ghelas Multiservizi” da una parte, una patata bollente che si trascina da tempo e per la quale c’era da stabilire percorsi e definire assetti amministrativi alla presenza di tutti gli Denti a vario titolo interessati alla questione.
E poi c’era il sindacato che premeva per ottenere il massimo dalla società, sia in termini di servizi da espletare sia per quanto concerne i diritti acquisiti dai lavoratori che avrebbero dovuto essere assunti e tutto il resto con i corsi di formazione professionale. Il timore che si paventava a destra era quello che la neo società potesse fare la fine di Gela Sviluppo. Ed infine il caso Donegani il quale, nonostante avesse chiarito subito dinanzi al suo partito (Ds), il senso delle sue dichiarazioni riportate sulla stampa locale, è stato trascinato in aula consiliare da un ordine del giorno voluto da An e votato anche dai suoi compagni di partito per una questione di principio.
Si voleva in sostanza che Donegani facesse nome e cognome di chi fra i consiglieri comunali Ds gli avessero fatto proposte “oscene”, altrimenti avrebbe dovuto avere la dignità di dimettersi. Era questo che voleva An e Forza Italia pur con sfumature diverse nelle loro richieste.
Qualcuno ha voluto agganciare la vicenda alla questione morale, cavallo di battaglia di Crocetta, della giunta e per certi versi di tutto lo schieramento politico di qualunque colore esso sia. Del resto, lo ha detto bene Franco Liardo (An), la stessa Angela Galioto (An) che su Gela ci sono i riflettori accesi e che tutta l’Italia ci guarda per la battaglia che tutte le forze politiche con il sindaco in testa stano portando avanti sui temi della democrazia, della legalità della lotta alla mafia. Quindi proprio per questo motivo – si è affermato in aula consiliare – quando si fanno delle denunce gravi, bisogna essere consequenziali ed andare fino in fondo. E Donegani è andato fino in fondo? E’ stato consequenziale o ha fatto marcia indietro? Ha chiarito il suo pensiero? I consiglieri gli hanno creduto? Ne è uscito bene? Le domande poste in questi termini starebbero bene nella bocca di chi ha voluto cavalcare la tigre politica dell’attacco politico a tutti i costi ed approfittare del momento di una “scivolata” dell’assessore (così ha definito Donegani la sua esternazione trascritta sul quotidiano siciliano) per colpirlo ai fianchi e riuscire a determinare un unico percorso, quello delle sue dimissioni. Allora il discorso è mol-to più profondo. Lo scenario che si è delineato è stato quello di un confronto di posizioni dove ciascuno ha fatto la sua parte utilizzando le proprie cartucce e sparandole bene. Ne è venuto fuori un dibattito appassionato con un finale che premia tutti.
Donegani, Crocet-ta, opposizione di centro destra e maggioranza di centro sinistra. Sul finire del confronto non è mancata qualche gaffe da parte di un consigliere dai banchi del centro sinistra, sottolineata e perdonata dal sindaco e volutamente sorvolata dai consiglieri dei banchi della Ca-sa delle Libertà. Si era detto ormai tutto e si era in dirittura di arrivo. Se veramente i riflettori d’Italia fossero stati puntati sul nostro Consiglio comunale, senza ombra di dubbio si sarebbe potuto affermare che la democrazia è di casa nostra, che sono finiti i tempi del sospetto ad ogni costo e che se ci sono problemi gravi riguardanti il tema della legalità e della democrazia, se ne discute pubblicamente per arrivare a chiarire nel nome della trasparenza.
La seduta consiliare inizia puntualmente alle 20,30. L’ala riservata al pubblico è stracolma di gente. Sono gli Lpu, gli Lsu, gli ex posteggiatori rimasti senza posto. La sala è piena ma sono molto composti. Attendono di avere spiegazioni e chiarimenti dopo l’incontro della mattinata svoltosi nell’Ufficio del sindaco tra la società Ghelas Multiservizi il sindacato e la mediazione di Crocetta. All’assemblea civica c’erano il presidente della società Crocifisso Morinello, per Cgil, Cisl e Uil Emanuele Scicolone, Salvatore Licata, Maurizio Castania e altri rappresentanti sindacali. Oltre agli interventi dei consiglieri comunali ci sono stati quelli dei tre rappresentanti confederali, un rappresentante della Cisal provinciale, di Rosario Goldini (Lpu), Elio Metellino, Saverio Di Blasi. Nel corso della seduta a chiarire gli aspetti normativi ed amministrativi ed a fare un pò la storia di come si è pervenuti all’accordo finale con il concorso dei sindacati è stato l’assessore al bilancio Riccardo Lana. Per conoscere quali sono stati gli aspetti più importanti dell’accordo lo abbiamo chiesto a Emanuele Scicolone della Cgil che così si è espresso: “Con questo accordo si è evitato che crollasse il progetto complessivo. Un nuovo piano avrebbe comportato una lungaggine, non avrebbe garantito tutti e avrebbe di fatto vanificato lo sforzo che fino ad oggi l’amministrazione comunale ha fatto e che noi come sindacato riteniamo utile.
Il rischio, se non si fosse fatto questo accordo, sarebbe stato il fallimento anticipato di questa società”. Abbiamo raccolto anche una dichiarazione del presidente della “Ghelas Multi-servizi” Crocifisso Morinello. “Una vicenda un pochino travagliata – egli ha affermato – ma è preferibile il travaglio iniziale per chiarirci tutte le posizioni. Siamo riusciti nell’intento della stabilizzazione dei lavoratori che si prefiggeva l’amministrazione comunale. Tant’è che i contratti di assunzione a tempo pieno sono stati già regolarmente predisposti un paio di giorni fa, con inizio 3 gennaio 2005. Con il Consiglio comunale informale di questa sera, sentite le organizzazioni sindacali, le parti sociali, gli stessi lavoratori, l’amministrazione comunale, le intere forze politiche, si è addivenuti nella stragrande maggioranza e pur con qualche piccola perplessità da parte di qualche consigliere comunale, ala riduzione del tirocinio formativo originariamente previsto nel piano d’impresa in 24 mesi nella durata di 12 mesi. Per quanto attiene poi – ha continuato Morinello – alle avance fatte gli emolumenti retributivi, sono state recepite e nel piano finanziario saranno sicuramente accettate. Bisognerà avviare tutti i servizi. Se si evidenzieranno delle deficienze di natura organizzative, di dirigente, questo consiglio di amministrazione è nelle condizioni di apportare gli opportuni rimpasti”. Abbiamo raccolto anche le dichiarazioni di Salvatore Licata della Cisl che ha sostenuto che si tratta di un buon accordo. “Tutto è perfettibile – ha continuato il dirigente sindacale – con questo tipo di decisione assunta stamattina ed i lavoratori sono soddisfatti, va bene così. L’obiettivo primario era di riuscire alla fine di stabilizzare questi lavoratori. Il punto più significativo raggiunto è stato certamente l’abbassamento del periodo formativo da 24 a 12 mesi”.
I primi 29 Lpu hanno già firmato il contratto e successivamente lo faranno gli altri 122.
Anche il sindaco Crocetta è intervenuto per ricordare come si delineò questo percorso. Tutto era partito con un incontro richiesto dai lavoratori nel 2003 e che chiedeva a gran voce di affrontare il problema della stabilizzazione. L’argomento approdò anche in consiglio. Con le leggi del momento fu pensata la costituzione di una società mista formata da Italia Lavoro e dal Comune di Gela detentore del 51% del pacchetto azionario. Nacque la Ghelas Multiservizi. Si fece un piano di assunzioni progressive, furono trovati i finanziamenti e si è partiti. Si è realizzato quindi un processo di stabilizzazione, anche accelerato che si concluderà alla fine di quest’anno.
Calato il sipario su questo argomento c’è stata una breve pausa, il tempo che l’aula si svuotasse e che i consiglieri rientrassero tutti in aula. E’ Angela Galioto, vice presidente del Consiglio a presiedere. Il consigliere Catalano chiede il prelievo del punto 17 e 16. Vorrebbe che il sindaco presentasse al consiglio il neo assessore Ugo Granvillano e che venisse affrontata la questione del chiarimento dovuto dall’assessore Donegani ai consiglieri comunali. Considerato che l’assessore si è allontanato si passa alla discussione del pun-to 16.
Il presidente a questo punto legge una lettera che gli è stata fatta pervenire dall’assessore Donegani il quale lo informa che la questione che lo riguarda è stata dallo stesso chiarita all’interno “dell’organo democratico del partito smentendo l’articolo pubblicato dalla stampa locale nell’interpretazione” delle sue parole. Si dichiara sempre disponibile ad un ulteriore chiarimento. Il presidente del consiglio rivolto a Donegani lo informa che lui non può ritirare l’ordine del giorno in quanto essendo stato votato dal civico consesso, deve essere quest’organo a deciderne la revoca o meno. Lo invita quindi a fare quel chiarimento che ha effettuato nella sede del suo partito.
Donegani riferisce che le sue affermazioni hanno avuto diverse letture errate. Dalle dichiarazioni che sono scaturite attraverso la stampa si è data una interpretazione che non corrispondeva al suo pensiero. “Mi rendo conto – afferma – che a volte le dichiarazioni sul giornale possono essere interpretate in modo soggettivo rispetto alla lettura e vengono enfatizzate in modo inopportuno. Nell’articolo spiegavo che noi c’era alcun minimo sospetto da parte del sottoscritto a persone, a consiglieri del mio partito e tanto meno all’organo consiliare. Non era intenzione mia nel giornale, come è stato detto, dare né nomi né cose. Né tampoco ho parlato di pressioni come ho sentito vociferare da più parti. Non vi nascondo che questa vicenda mi ha logorato soprattutto per il rapporto personale che io ho dei compagni del mio partito e per il rispetto che ho dell’organo consiliare”.
A conclusione del suo intervento si apre il dibattito. Prende la parola il socialista Rosario Italiano che ritiene esaustivo l’intervento dell’assessore e che quindi no si debba procedere alla trattazione dell’ordine del giorno.
Il consigliere Udc Robilatte accoglie con piacere quanto ha chiarito Donegani. Però lo invita a non sparare più nel mucchio e gli sta bene il chiarimento avuto nel suo partito. Alla fine chiede che i Ds si esprimano sulla questione. Angela Galioto invece ritiene che la cosa non deve ritenersi chiusa a suo avviso.
“Il dato inquietante rimane – afferma la Galioto – quando si parla in maniera incontrollata bisogna rendersi conto che si produce danno. Ciò non può essere consentito tranne che per facilitare la barbarie. Io non ci sto”.
Forte e inequivocabile l’attacco di Massimo Catalano che si dichiara molto deluso per i comportamenti dell’assessore Donegani e soprattutto per la richiesta al presidente di ritirare l’ordine del giorno. “Il sindaco dice che è una questione dei Ds – afferma Catalano tra le altre cose dette – e mi dicono che può continuare a fare l’assessore. Mi sarei aspettato da lui un chiarimento. Una simile questione non può essere chiusa in questa maniera. Infine chiedo a Donegani di ritirare quella lettera e di avere il coraggio di fare il nome di questo consigliere comunale oppure si alzi e chieda scusa alla giornalista che ha scritto quell’articolo. A questo punto vada via quel consigliere che ha fatto le proposte oscene o la prego di dimettersi. Infine dico al sindaco che non può fare il Ponzio Pilato della situazione. Chi sbaglia deve pagare”.
Alle affermazioni polemiche di Catalano l’assessore Donegani replica che le dichiarazioni da lui fatte in aula sono molto più gravi e le ha indirizzate a lui solo perché ha del livore personale. Ribatte che non ha mai messo in dubbio la moralità ed etica dei consiglieri e dovrebbe evitare di fare la cosiddetta politica del sospetto.
Interviene anche Franco Liardo (An) che ritiene la questione non di appartenenza ai soli Ds, ma a tutti quando si tratta di una questione morale.
Il capo gruppo dei Ds Salvatore D’Arma nel suo intervento parla di una vicenda nella quale Donegani ne esce come il capro espiatorio. “Quando furono fatte quelle affermazioni sulla stampa – dice D’Arma – non abbiamo atteso il centro destra. Sulla questione morale noi abbiamo annesso sempre priorità assoluta. Abbiamo subito invitato Donegani a fare chiarezza, a fare i nomi e a denunciare delle cose se ce ne sono. Abbiamo preso atto infine del chiarimento e delle sue smentite. Lui parla di scivolone involontario. Ora possiamo andare avanti per una verifica politica complessiva”.
Anche per il segretario dei ds Antonio La Folaga la questione può ritenersi chiusa.
Conclude Crocetta sostenendo che è legittimo e non osceno fare delle proposte al sindaco o all’assessore. “E’ grave – ribadisce il sindaco se dietro quella proposta si nascondono interessi privati per trarne vantaggi personali. Quando ho letto quegli articoli mi sono messo a ridere. Dietro questa vicenda c’è una questione morale? Ma no. C’è una questione da ridere. Onestamente quella dichiarazione la leggo come ciò che può essere utile o non utile. Quando l’assessore dice che ha chiarito ogni cosa, va bene così. Non capisco la necessità di questa discussione”.
Autore : Nello Lombardo
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