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notizia del 31/01/2005 messa in rete alle 17:08:30
Bilanci e gestioni allegre
Chi ha qualche familiarità con la ragioneria sa che vi sono vari tipi di bilancio: quello preventivo e quello consuntivo, quello intermedio, quello di gruppo, il bilancio consolidato, e via dicendo. Tutti i bilanci, sia di Enti pubblici che di aziende private, comportano una sequela di aride cifre, in mezzo alle quali occorre in qualche modo raccapezzarsi: in pratica, occorre sapere “leggere” i bilanci per poterli giudicare. I numeri, come dicevo, sono aridi, la loro lettura non appare particolarmente piacevole, anzi provoca spesso tristezza.
Ma esistono anche i bilanci “allegri”, quelli cioè dove non traspare la preoccupazione di raggiungere un risultato positivo, un utile, ma anzi i numeri (sempre se letti nel modo opportuno) sono sintomatici di una gestione altrettanto “allegra”.
Il bilancio del Comune di Gela è stato oggetto di feroci polemiche tra la Giunta e la ripartizione Bilancio, da una parte, e il Collegio dei revisori, dall’altra.
Adesso giunge notizia che la Procura del Tribunale vuole vederci chiaro, e ha fatto sequestrare gli atti, nominando tre consulenti che si divertiranno a verificare quanta “allegria” c’è nei conti pubblici.
Ma c’è un altro bilancio che lo scorso anno è stato oggetto di roventi polemiche, ed è quello del Gela Jt, un’azienda privata che però gestisce la squadra di calcio che rappresenta la città, ed è annualmente “foraggiata” con centinaia di migliaia di euro di contributi comunali, provinciali e regionali. Poiché si tratta di soldi dei cittadini, non sarebbe sbagliato che chi amministra e ha amministrato la Società presentasse un adeguato rendiconto di incassi e spese, nell’ambito di un principio generale che dovrebbe prevedere che tutti i soggetti che, a qualunque titolo, ricevono denaro pubblico, ne debbano rispondere in merito all’utilizzo effettuato.
Perché parlo del Gela Jt? Perché da qualche giorno parte della stampa locale, giornalistica e televisiva, esprime grande meraviglia e preoccupazione per i debiti pregressi della Società, debiti che hanno portato gli Ufficiali Giudiziari a sequestrare al botteghino parte dell’incasso della partita con il Manfredonia.
Certamente chi si meraviglia avrà trascorso le vacanze estive al centro dell’Amazzonia, dove non arrivavano notizie di sorta. Per essere chiari, ricapitoliamo. Quando l’ex patron Fraglica ha deciso di ritirarsi, una prima trattativa con un gruppo di imprenditori facente capo all’ex presidente Lisciandra si arenò perché i potenziali acquirenti non ebbero modo di visionare i libri sociali. Gli emissari di Fraglica si presentarono con un foglio di carta in cui erano scritti numeri capaci di dimostrare che la Società era finanziariamente “sana”. E che la Società fosse sana, e non avesse alcun debito, Fraglica lo ha gridato ai quattro venti per lungo tempo. Poi è andata in porto la trattativa con Romano e Cammarata, grazie ai buoni auspici di Crocetta e Donegani, e venne fuori che sì, qualche debituccio in effetti c’era, e allora il Comune ha deciso di tenerne conto e di aumentare l’importo della sponsorizzazione, proprio per permettere ai nuovi dirigenti di far fronte alle pendenze della vecchia gestione. Pendenze che sicuramente la nuova dirigenza avrà accertato in tempi non sospetti, e di cui si presume sia stata a conoscenza, a meno che i vecchi proprietari del Gela Jt non siano stati dei fenomeni ad occultare certe voci di bilancio.
Dunque, nessuna meraviglia per la situazione finanziaria del Gela Jt, ma più semplicemente i nodi di una passata gestione “allegra” che vengono al pettine, e di sicuro non in modo inaspettato. Perciò si eviti di scandalizzarsi per i debiti: piuttosto ci si scandalizzi su come e perché questi debiti sono stati nascosti all’opinione pubblica e agli Enti sponsorizzatori.
Autore : Giulio Cordaro
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