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notizia del 14/02/2005 messa in rete alle 17:04:31
Mostra di Franco Pardo all’Oasi Club
'Cartoline che passione', questo è il titolo della mostra di immagini, cartoline e fotografie d’epoca, che il Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” inaugurerà sabato 12 febbraio, alle ore 18, presso l’Oasi Club di viale Rio de Janeiro.
Una mostra, della collezione Franco Pardo voluta dal presidente del club ing. Renato Mauro e dal suo vice dott. Nunzio Catania, che sarà aperta al pubblico per ben due settimane. Sono presenti foto di fine Ottocento di famiglie gelesi, foto di gruppo con papà e bambino seduto sulle ginocchia in primo piano, con consorte e famiglia numerosa tutt’attorno, fotografie di matrimoni d’epoca con scatti a lampo, fotografie di musicisti della vecchia banda municipale che allestiva concerti dentro la villa “Garibaldi” all’interno del palchetto metallico in stile liberty, ora scomparso.
Fotografie di una Gela della memoria, di una Gela quando ancora era nominata Terranova di Sicilia con i suoi cortili barocchi, le sue sartorie, i sellai, i fabbri ferrai che mettevano i ferri ai muli, ai cavalli e agli asini, i mugnai, i carrozzieri (di carri agricoli), gli “gnuri”, le polpettare, i venditori di “robba cotta” o di “cacoccili spinusi”, le “putie” di vino, le salsementerie e la pescheria “nuova” di Piazza Roma, anch'essa in ferro in stile liberty, da non confondere con quella vecchia, ubicata sull’attuale piazza Municipio.
Una Gela che ci è stata espropriata dalla incultura di governo di amministratori incapaci a guidare la nostra città e a conservare quello che di bello e di storico aveva, a partire dalla strade lastricate con balate di lava e gli usci in pietra comisana.
Una Gela rimasta nella memoria e storicizzata da queste immagini che ci parlano di tempi così vicini e che sembrano distanti mill’anni addietro. E così scopriamo la bellezza dello chalet a mare, il lido Gela costruito tutto in legno dove ballò negli anni Trenta del secolo scorso Mussolini quando venne a visitare la nostra città: “Duce, niente vogliamo: Gela provincia e bacile fontano”. Aspirazioni negate di un popolo sempre violentato dal potere politico che ha curato meschinamente solamente i propri interessi elettorali. E scopriamo ancora il nuovo lido “La conchiglia” e i “casotti” sul bagnasciuga, le cuccagne a mare, il fiume Gela navigabile, la piazza Umberto senza il chiosco dell’acqua seltz e le carrozze posteggiate davanti l’albergo Trinacria, ora scomparso assieme al palazzo neoclassico che lo ospitava.
Una Gela della memoria e della commozione, dove si snodano anche personaggi ora scomparsi come Ninu, Angilu balla balla, u mutu ed altri ancora che ci hanno preceduto e che parlano di noi col cuore in bocca.
Autore : Emanuele Zuppardo
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