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Corriere di Gela | Un catalogo per il nuovo sindaco
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notizia del 23/07/2010 messa in rete alle 00:17:40
Un catalogo per il nuovo sindaco

Siamo tutti in attesa di cogliere i primi segnali che caratterizzino la nuova sindacatura. Quello che in campagna elettorale si dice ha prevalentemente un carattere tattico. Si ci gioca il tutto per tutto in pochi giorni. Quando poi le responsabilità si assestano allora iniziano a venir fuori le volontà, i metodi ed i fini, in una parola l’essenza della gestione pubblica. Leggere ciò e decifrarlo è compito di ogni buon cittadino, non fosse altro per conservarne memoria.

Per interpretare tali segnali ci può venire in aiuto uno psicologo statunitense di origine ebraiche: Abraham Maslow, padre di una teoria sulla gerarchia delle motivazioni. In sintesi lo studioso sostiene che esistono motivazioni, nel comportamento umano, volte a soddisfare una catena di bisogni piramidale. Tale che, se non si soddisfano i bisogni di livello più basso, non si sente la necessità di soddisfare quelli di livello più alto. Infatti alla base di tale piramide abbiamo le motivazioni fisiologiche o di necessità, seguono la sicurezza, l’appartenenza, la stima e l’autorealizzazione. Una sorta di percorso che va dalla sopravvivenza ad una crescita verso il benessere fisico e psichico. Su tale teoria si sono basate molte metodiche premianti nel campo aziendale e lavorativo.

Se prendiamo a prestito tale teoria e tentiamo di applicarla alla nostra città, e per converso all’agire futuro del nostro nuovo sindaco, potremmo ipotizzare alcune deduzioni utili per un catalogo dei temi cittadini, magari con la scoperta di alcune eccezioni correttive.

Intanto va posto un quesito: ciò che vale per l’individuo vale anche per l’amministrazione di una città? Ossia, la rigida sequenza evolutiva che Maslow prospetta per l’individuo può ispirare una gestione pubblica? Occorre cioè soddisfare tutti i bisogni di base per passare ai successivi? E Gela di bisogni prioritari ne ha e anche ben atavici: la rete idrica urbana (mi piace definirla così perché la ritengo ancor più prioritaria rispetto alla disponibilità delle fonti d’acqua), lo stato degli edifici e dei servizi scolastici dell’obbligo, la sicurezza dei cittadini e la legalità, la salute pubblica, lo sviluppo edilizio regolamentato, la riqualificazione dei quartieri periferici, la mobilità, il lavoro, non ultimo lo stato delle casse comunali. I temi di base non mancano.

Eppure nella gestione pubblica non si può rigidamente seguire la sequenza di Maslow. Dico “rigidamente”, ossia tutti i temi delle cinque categorie vanno affrontati, ma con maggior attenzione i primi. Questo perché l’affettività e l’entusiasmo di essere cittadini di una città scaturisce dagli ultimi livelli della piramide, che sono quelli che innescano la spinta ed il piacere di far evolvere la città in un meccanismo virtuoso ed affettivo. Ecco perché è bene che il nostro futuro sindaco abbia ben in mente tutto l’arco delle motivazioni cittadine e, pur distribuendo i pesi della propria attenzione in maniera maggiore sulla rilevanza dei bisogni, deve dare segnali di fattività anche verso le motivazioni all’apice della piramide.

Ma vediamo di coniugare tali categorie reinterpretandole nel passaggio da un ambito individuale ad un ambito cittadino. Sui temi di tipo fisiologico o di necessità si è già accennato, sono noti a tutti, con l’accortezza di sottolineare che la risoluzione di tali temi passa anche attraverso lo scontentare un po’ tutti in modica misura. Non si può infatti affrontare la ricostruzione della rete idrica cittadina o il miglioramento della viabilità, o ancora il corretto sviluppo urbanistico senza imporre alcune rinunce collettive e la vigilanza sulle regole. Tale livello potremmo chiamarlo “livello strutturale”.

Passiamo al livello della sicurezza. Questa non va intesa solo in termini di incolumità. L’incolumità del cittadino e dei suoi beni va coniugata con l’incolumità della propria intraprendenza, sul lavoro specialmente. Gela, su questo, con l’amministrazione Crocetta, ha tracciato un segno nella storia di questa città. Un segno, tanto più criticato dai “pianificatori di civiltà”, quanto più aspra è stata l’azione di contrasto alle illegalità. Gela ha quasi vissuto, con quella sindacatura, una frattura, dolorosa ma necessaria e adesso, grazie a ciò, può parlare di sicurezza e legalità non più a voce bassa. Potremo reinterpretare tale livello come “livello della stabilità”.

Il terzo, l’appartenenza, è quello generato dall’aggregrazione cittadina. L’aggregrazione cittadina è un valore che trova attuazione tramite luoghi, iniziative ed eventi. E’ quel livello cittadino che consente alla gente di interagire affezionandosi alle cose che si fanno. I cinema, i teatri, i luoghi di incontro non dispersivi, le iniziative culturali, le iniziative sportive e aggregative, anche per le fasce più giovani fino ai bambini, sono i luoghi ove coltivare tale valore. Tutto questo crea appartenenza. E purtroppo in una città ove non si riesce a trovare neppure la strada per stimolare l’iniziativa di un imprenditore, affinché investa in una multisala cinematografica, la dice lunga sulla opacità dei ragionamenti in tale campo. E non mi riferisco a imprenditori locali, ma nazionali, perché Gela deve ambire ad essere una città aperta e non chiusa in un localismo infruttuoso. Per il resto la città ha saputo dimostrare che un’ampia fetta della popolazione è attratta da iniziative aggreganti anche nel campo della cultura di nicchia. Potremmo chiamare tale livello appunto come “livello dell’aggregazione”.

Il quarto livello è la stima. In ambito cittadino si può tradurre nei concetti di responsabilità e reputazione. Una città dotata di valori condivisi positivi genera tali attributi. Ne fa una bandiera, li propaganda e li attua, li traduce in prassi e in obiettivi per le nuove generazioni.

Un’amministrazione affidabile e una cittadinanza rispettosa delle regole rendono l’ambiente cittadino un’attrazione, percepita come si percepisce l’atmosfera di quelle cittadine ove uno vorrebbe trasferirsi, attratto non solo dal luogo ma dalla facilità con cui si vive il contesto civile e nel quale i servizi basilari sono assicurati e consolidati. Su questo Gela ha molto da fare, ed una prima leva è quella di agire su quelle lobby legali che fanno di Gela una città chiusa e basata sulla furbizia, che da noi viene battezzata volgarmente come la filosofia della “spirtizza”. Tremenda attitudine individuale a vincere fregando l’altro, anziché a vincere un po’ di meno ma tutti insieme. Questo livello può chiamarsi “livello della reputazione”.

L’ultimo è quello individuale dell’autostima. In termini cittadini è quasi improponibile. Dovrebbe corrispondere all’anima della città e della sua cittadinanza. Quella che spesso si dichiara come “l’orgoglio di essere gelesi”. Che, però, non deve essere un incitamento ma una netta percezione. E per arrivare a questo occorre condividere almeno una storia di buon governo cittadino, che francamente può essere, per ora, una legittima aspirazione. Lo chiamerei “livello dell’orgoglio cittadino”.

Riassumendo, la reinterpretazione dei cinque livelli in chiave cittadina, ci propongono, in sequenza, un catalogo del tipo: livello strutturale, della stabilità, dell’aggregazione, della reputazione e dell’orgoglio.

Non si indisponga il neo-Sindaco se viene incalzato da ragionamenti collettivi, un sindaco non deve solo amministrare i temi, deve lavorare anche sulla cornice dei temi, perché impostare una gestione ed una sindacatura richiede la stessa arte degli strateghi ateniesi, dei Pericle, per intenderci, che agivano solo dopo aver tracciato mete e perimetri.


Autore : Sebastiano Abbenante

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