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notizia del 26/03/2007 messa in rete alle 17:02:52
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Il Ministro Amato a Gela
La giornata del riscatto. Potrebbe essere il titolo di un romanzo, invece sono le parole che sono corse sulla bocca di personalità che sono venute in visita nella nostra città. La data di giovedì 22 marzo sarà sicuramente ricordata come la giornata del riscatto. Ma riscatto da chi e da cosa? La risposta è facile se si pensa ai giorni bui che la nostra città attraversava poco più di un decennio addietro quando i morti ammazzati si contavano a decine per le strade con la guerra di mafia. Una anziana che veniva uccisa da un proiettile vagante, Grazia Scimè, un commerciante ucciso perché si ribellava al pagamento del pizzo. Seguono anni bui e la stampa nazionale ci addita come la città di frontiera, del racket, del pizzo e la capitale della mafia. Ci viene addirittura affibbiato il nome francese di Mafiaville. Anni bui dove le infiltrazioni mafiose ci fanno chiudere il Consiglio comunale, seguono anni dove non si riesce a venir fuori dalla morsa del racket. Falliscono due tentativi di Associazione antiracket. Neppure la costante presenza di Tano Grasso riesce a convincere i commercianti a non pagare il pizzo. Getta la spugna e se ne va. Non torna più se non dopo tanti anni. Ci voleva il sindaco Rosario Crocetta a rilanciare l’appello che il pizzo non si paga. E’ stato costantemente il suo cruccio, la sua idea fissa che lo sviluppo di un popolo passa dalla via della legalità.
“In questa città abbiamo un solo bene confiscato per mafia – ha detto Rosario Crocetta – troppo poco e per di più si tratta di una casa persino abusiva. Ma in questi ultimi anni sono avvenuti fenomeni epocali. Sequestrati beni per decine e decine di milioni di euro. Si comincia a fare sul serio, perché la polizia, la guardia di finanza e i carabinieri cominciano a fare sul serio. Si fa sul serio perché c’è una società civile che organizza la lotta degli imprenditori e si fa sul serio perché c’è un’amministrazione comunale che comincia a mettere regole sugli appalti che non si sono mai viste a memoria d’uomo, si fanno denunce, si fa sistema. C’è una città soddisfatta. La chiesa, la società civile, le associazioni di volontariato, le Istituzioni. Ognuno di noi è una parte del sistema, ognuno di noi sa che gli altri hanno bisogno del nostro singolo aiuto. Legalità è sviluppo. “E” con l’accento. In questi cinque anni il sottoscritto è stato accusato di parlare sempre di legalità, di avere condotto una lotta per la legalità. Si parlerò sempre di legalità perché è la parola necessaria per determinare lo sviluppo di questa città. Oggi non c’è più il Conapro al Petrolchimico, non ci sono più cassintegrati. Quante volte sono venuto qui all’Agroverde a rassicurare tutti che ce l’avrebbero fatta. Questa cooperativa stava fallendo per colpa della non legalità. Con la legalità si riprende. Rappresenta circa trecento associati, circa tremila posti di lavoro. Noi abbiamo fatto un lavoro eccezionale che non ha equivalenti in Sicilia. LO abbiamo svolto insieme a Peppe Lumia, Tano Grasso, Don Ciotti, Renzo Caponetti, Stefano Italiano, la Giordano. I cittadini di Gela hanno creduto a questo progetto che andrà avanti perché cammina con le gambe della gente”.
Legalità è sviluppo. Questa la grande scritta in nero a carattere grassetto che presso l’ampio salone della Cooperativa Agroverde campeggiava su un telone bianco 10 metri x 4 dietro il tavolo al quale sedevano autorità di tutto rispetto venuti a Gela per testimoniare che lo Stato è presente ma anche per testimoniare che la nostra città si è riscatta del passato con le parole ma soprattutto con i fatti, al punto di essere citata come esempio e da indicare a tante altre città della Sicilia perché ne seguano l’esempio. Quando il Ministro dell’Interno Giuliano Amato, giunto a Gela su invito dell’Associazione antiracket “Gaetano Giordano”, ha affermato che tutte le altre città della Sicilia dovrebbero seguire l’esempio dei cittadini di Gela che hanno trovato il coraggio della denuncia e che si spendono, a partire dal sindaco Crocetta, per la causa della legalità, è qualcosa che gratifica soprattutto tutti quei commercianti che hanno deciso di ribellarsi e denunciare gli estorsori. Sentir dire che l’Agroverde dopo un periodo buio per le falcidie operate dagli uomini del racket e adesso si sta riprendendo sia sotto il profilo finanziario che del numero degli associati, gratifica e soddisfa sicuramente chi ha preso il coraggio con mano e da un certo punto in poi ha saputo dire basta ai soprusi e alle ruberie. E basta lo ha detto Stefano Italiano assieme ai consiglieri dell’Agroverde a coloro che stavano affossando l’azienda. Sono stati momenti difficili e di forte preoccupazione, ma a poco a poco la fermezza di quella decisione ha cominciato a dare grandi frutti. Il presidente dell’Agroverde da solo non ce l’avrebbe fatta. E dinanzi ad una grande platea lo ha detto forte e deciso che adesso la sua cooperativa sta crescendo e se è riuscito a superare i momenti bui, lo deve al conforto ed alla continua vicinanza del sindaco Crocetta e dell’On. Tano Grasso. La battaglia contro il racket non si vince da soli – è stato detto da più parti – ma insieme ed uniti.
“Lo Stato è qui con voi – ha detto il Ministro degli Interni Amato – e siamo qui per far capire ai mafiosi una volta per tutte che lo Stato è contro di loro, perché sono loro contro la civiltà e contro l’onore di cui asseriscono di essere protagonisti. E’ l’ora che in questa isola, ci tengo a dirlo che è la mia terra di provenienza e quindi sono profondamente partecipe della sua cultura, si dica che la mafia è il simbolo del disonore, che i suoi uomini sono uomini del disonore, dell’offesa della dignità degli altri. La mafia è il brigante che offre protezione da se stessa. Questa è la cosa più disonorevole che si possa fare. Non c’è alcun principio etico. C’è solo il ricatto di chi dispone della violenza. Sono solo banditi dotati della forza del danaro che estorcono alla gente inerme. Noi dobbiamo liberare l’isola da questi. Occorre coraggio. Ed è accaduto qui a Gela quel giorno del 1992 e in tante parti dell’isola ed ha creato una prima rete di cui dobbiamo sapere che è minoritaria, però ci dice che quel ricatto non è necessariamente vincente. In coscienza dei risultati ci sono. Guai a credere che siamo già arrivati. Le denunce sono aumentate e questo è un risultato di per sé. Questa Cooperativa ha rischiato di chiudere per il ricatto mafioso a causa del coraggio di chi ha finalmente denunciato. Si sta riprendendo. Le regole degli appalti pubblici sono cambiati e questo è un elemento importantissimo. Se fossimo in Europa si direbbe che quella di Gela è una best practices. Questa di Gela è una delle pratiche migliori che dovremmo additare agli altri in uno dei Comuni in cui è più difficile che non in altri arrivare ad adottare pratiche di questa natura. Sono stati sequestrati beni per circa 80 milioni di euro. Ci sono dei risultati. Cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo farli crescere. Dobbiamo convincere tutti, come diceva Crocetta: legalità è sviluppo. Dobbiamo creare un clima ed un’economia libera da balzelli. Si guadagna di più quando non si deve dare il pizzo ai delinquenti. Cosa possiamo metterci noi Stato? Intanto la presenza che conta molto. Noi in questa amministrazione abbiamo cominciato a seguire una prassi di presenza. Sono qua oggi e tra qualche tempo sarò ancora qua. Abbiamo fatto rifinanziare il fondo. Vogliamo infine collaborare con le vostre associazioni perché ciò può contribuire a far diventare maggioranza quella minoranza che oggi denuncia. La collaborazione con noi contribuirà a far circondare con un cintura di sicurezza le imprese che ci sono e credo che Agroverde debba parte della ripresa che fortunatamente sta avendo in raccordo con l’Associazione. Ma anche alle imprese che verranno e che potranno venire, l’Associazione potrà dare una sorta di bollino di sicurezza aiutandola a identificare i propri interlocutori e ad assumere correttamente i propri dipendenti. Quella di oggi può essere una bella giornata ma lo può essere se non sarà l’ultima. In un Paese come l’Italia le donne ci dicono spesso: cancellate l’8 marzo e dateci tutti gli altri giorni dell’anno. Ecco anche qui, facciamo valere la stessa regola”.
Il Ministro Amato con il suo seguito ha avuto una giornata fitta di incontri che ha avuto inizio alle 11,50 presso il palazzo di città.
Amato è giunto a piazza San Francesco in perfetto orario sulla tabella di marcia che è stata consegnata ai giornalisti. Un protocollo rigido, come rigido il servizio di sicurezza. Tutte le strade d’accesso fino ad un raggio di oltre un chilometro erano sgombre di macchine. Cartelli mobili di divieti di sosta erano disseminati nelle vie Cairoli, Bresmes, Generale Cascino ed altre vie principali. Un servizio eccellente di controllo da parte della polizia municipale che aveva dislocato uomini e mezzi nei posti nevralgici, come negli incroci. Si parlava del servizio di sicurezza predisposto dalle forze di polizia (Carabinieri, Polizia di Stato e Finanza) che hanno curato tutto nei minimi particolari. Il capo della Polizia ci ha riferito che due tiratori scelti in borghese stazionavano in un balcone di due abitazioni, mentre altri poliziotti in borghese tenevano sotto controllo il Palazzo Bianco.
Ma torniamo alla cronaca della giornata. Il prof. Giuliano Amato era giunto alle 10,20 all’aeroporto di Sigonella dove è stato ricevuto dai prefetti di Caltanissetta Pietro Lisi e di Siracusa Benedetto basile. A Gela il Ministro Amato è stato accolto presso il Palazzo di città dal sindaco Rosario Crocetta. All’interno del Palazzo dove ai giornalisti è stato vietato l’ingresso, sono giunte altre personalità così come previsto dal protocollo. Era stata annunciata una riunione alla quale hanno preso parte il vice ministro Marco Minniti, il vice capo della Polizia Antonio Manganelli, il sottosegretario aglio Interni Ettore Rosato, il sottosegretario Alessandro Pajno, il capo della segreteria del Ministro Consigliere Luigi Merolla, il presidente della federazione delle associazioni antiracket Tano Grasso.
Successivamente il Ministro si è incontrato con amministratori, deputati regionali e nazionali. Infine presso l’aula consiliare Amato si è intrattenuto in conversazione con autorità locali e magistrati. C’è stato dapprima il saluto del prefetto Lisi e quindi ha parlato il presidente della Corte d’appello dott. Francesco Ingargiola. Erano presenti per la circostanza il questore di Caltanissetta Filippo Piritore, il comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Diego Bramo, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Colonnello Vito Straziota, il Comandante della Dia Tenente colonnello Domenico Benavita, il Comandante provinciale dei VV.FF. Vittorio Cannemi, il procuratore generale Giuseppe Barcellona, il presidente del Tribunale di Gela Raimondo Genco, il procuratore della repubblica di Gela Nicolò Marino, il capo Gip Lirio Conti, il procuratore aggiunto DDA Renato Di natale. Come si diceva, la stampa non è stata ammessa a Palazzo di città e pertanto reporter, inviati speciali di varie testate giornalistiche, operatori TV (c’era la Rai e SKY oltre alle Tv locali) hanno stazionato a lungo dinanzi all’androne del Palazzo dove hanno potuto assistere ad una protesa di alcune persone del quartiere “Rabbatello”. Si denunciava il problema della mancanza d’acqua causa di tanti guai nella nostra città, non ultimo quello di un cinquantenne morto mentre si stava recando nel terrazzo all’ultimo piano per verificare perché non arrivava acqua dalla cisterna. Scivolato, aveva battuto il capo a terra morendo mentre i suoi soccorritori lo trasportavano all’ospedale. La parte molto attesa è stata quella in cui il Ministro Amato ha potuto parlare ed ascoltare i rappresentanti della nostra realtà presso la cooperativa Agroverde. Hanno preso la parola il sindaco di Gela Rosario Crocetta, il presidente della provincia regionale Filippo Collura, il presidente della Camera di Commercio, l’onorvole Tano Grasso che ha coordinato tutti gli interventi, Franca Evangelista vedova Giordano, Stefano Italiano presedente dell’Agroverde, Renzo Caponetti presidente dell’Associazione antiracket di Gela, Filippo Scandurra presidente della Fai, Ugo Fiorello rappresentante del movimento per il consumo critico “Addiopizzo” di Palermo. Le conclusioni sono state affidate al Ministro degli Interno Amato.
Un fresco profumo di frutta e verdura regnava al’interno del capannone in prefabbricato di cemento. E ciò perché con una coreografia sapientemente curata dal fiorista Totò Migliore, in ogni angolo del salone campeggiavano zucchine, carote, peperoni, carciofi, pomodori e tanti altri prodotti d’ortofrutta.
Hanno detto
Stefano Italiano (presidente Associazione Agroverde)
“Abbiamo avuto modo di esternare al ministro le nostre preoccupazioni, dopo che le avevamo esternate alla Lega Nazionale delle Cooperative cui aderiamo. Mi sono convinto che dopo un periodo di oscurità adesso si possa iniziare ad intravedere la luce, cercando di recuperare e tornare ad essere quotati come eravamo prima. Sono contento del fatto che oggi sia venuto il Ministro. Questo è un forte segnale di rilancio per l’azienda. Siamo adesso in una fase di graduale miglioramento ed avere quel posto che ci siamo guadagnato nella categoria commerciale”.
Renzo Caponetti, presidente dell’Associazione antiracket
“Oggi Gela reclama il suo cambiamento. Noi siamo in prima linea impegnati a realizzarla perché indietro non si può tornare. Questa è una città impegnata in una battaglia ingaggiata da qualche anno nella quale si cimentano le forze sane della città affianco alle Istituzioni e dall’altro la criminalità mafiosa la cui azione in anni non troppo lontani, ha raggiunto livelli di impegno notevoli. Gela ha saputo reagire con un progetto di rinnovamento con la totale rottura col passato. La nostra associazione dopo essere partita con solo quattordici soci fondatori grazie all’impegno di noi tutti ed all’opera di Tano Grasso, oggi annovera ottanta aderenti ed altrettanti operatori economici sono in attesa di vedere accettata la loro domanda di adesione”.
Salvatore Tringali, coordinatore cittadino Forza Italia
“Credo che sia nelle cose che la lotta alla mafia non sia prerogativa di una sola parte. Il rispetto della legalità penso che sia alla base delle regole del convivere civile. No credo che ci debba essere né destra, né sinistra né centro. Il non rispetto delle regole è la cosa peggiore che ci possa essere. La testimonianza è un dovere da parte di tutti i cittadini”.
Franca Evangelista, vedova di Gaetano Giordano
“A differenza di dieci anni fa, adesso c’è la volontà di fare antiracket. C’è la disponibilità di tanti elementi che si prodigano affinchè l’associazione vada avanti. Al Ministro Amato è un uomo che sa cosa ci vuole perché una città lavori in modo tranquillo. Abbiamo bisogno di più uomini e forse più di quelli presenti in provincia”.
Miguel Donegani, assessore allo sport turismo e spettacolo
“E’ questo un indice di attenzione che Gela ha saputo mettere in campo in questi quattro anni di governo. Non c’è stata solo la visita del Ministro Amato, ma ci sono state altre visite altrettanto importanti di sottosegretari e di Ministri. Oggi la presenza del Ministro Amato è una testimonianza di legalità e di sviluppo per la nostra città. L’auspicio è che non tutto si vanifichi con le presenze e con le testimonianza. Che tutto vada avanti secondo progetti seri dio legalità e di sviluppo parallelamente ad un rinascimento che possa partire soprattutto nel dare cittadinanza ai nostri giovani, ai disabili e alla cittadinanza tutta”
Autore : Nello Lombardo
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