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notizia del 22/01/2012 messa in rete alle 16:27:10
Addizionale Irpef, Il Consiglio glissa
Introduce i lavori il presidente Fava facendo un resoconto dell’incontro avuto nella mattinata con i capigruppo consiliari. Dopo avere annunciato che sarà presente alla manifestazione di sciopero dell’indomani, invita il segretario a fornire il chiarimento ai consiglieri circa l’obbligatorietà o meno di votare la relazione del sindaco. Era una richiesta che nella scorsa seduta non era stata fornita. Dopo una serie di riferimenti a leggi e regolamenti il segretario informa che non c’è l’obbligo di votare l’atto. Non esiste, infatti, nel nostro statuto l’obbligo di votare la relazione del sindaco.
Guido Siragusa interviene affermando che la legge però interviene su questi casi sostenendo che una certa verifica va fatta. Pertanto chiede che si possa votare la relazione.
Gioacchino Pellitteri prendendo la parola afferma che sulla scorta dei dati tecnici forniti dal segretario, c’è da capire se una valutazione debba concludersi necessariamente col voto. Pertanto conclude dicendo di essere d’accordo col segretario generale nel ritenere che ci possa essere una valutazione esprimendo un giudizio.
Giovanna Cassarà ritiene che debba essere applicata la legge così come informa il segretario comunale. Invita quindi tutti ad evitare disquisizioni giuridiche, probabilmente riferendosi al collega Pellitteri, perché così facendo si perderebbe solo tempo immergendosi in una vicenda che porterebbe lontano. Conclude infine con l’apprezzare almeno “lo sforzo di questo sindaco, a differenza di atri, di portare la relazione in aula”.
Il presidente Fava condivide appieno il suo ragionamento sostenendo che la relazione semestrale non è un atto che produce effetti giuridici.
Anche Luigi Farruggia afferma che la relazione non va votata, però nessuna norma sancisce che non va valutata. “Non si valuta in termini numerici – continua Farruggia – ma in termini di accettabilità o meno. Ciascuno di noi può esprimersi sostenendo se quella relazione è o meno accettabile”.
Maria Pingo afferma che ciò che interessa alla città è cosa ha dato e fatto il sindaco in sei mesi.
Si passa quindi al secondo punto riguardante l’ addizionale Irpef.
Sulla questione si innesca un dibattito che probabilmente per impreparazione o incomprensione, porta a discussioni polemiche tra maggioranza ed opposizione. Trattandosi di un atto delicato che va a toccare le tasche dei cittadini, nella mattinata la conferenza dei capigruppo aveva deciso di invitare l’amministrazione a ritirare l’atto per rimodularlo e ripresentarlo in consiglio qualche settimana prima della scadenza del 31 marzo. Il colpo di scena in aula quando il vice sindaco Ferracane si rifiuta di ritirarlo ritenendo che non presenta nulla di illegale, illegittimo o di incompletezza. Così il vice sindaco Ferracane: “Un’altra volta ritirai l’atto, ma in questo caso l’atto non è illegittimo e quindi non lo ritiro. Il consiglio comunale può rinviare l’atto o fare cadere il numero legale, così nel frattempo potrà essere migliorato”.
A quel punto Giacomo Gulizzi ricorre ad un escamotage tecnico per scongiurarne la trattazione, sostenendo che non si può votare l’atto se non si conoscono tutte le fasce di reddito ed altri parametri.
Terenziano Di Stefano si rammarica della richiesta tecnica pronunciata da Gulizzi e quindi chiede come Mpa che si dia seguito a quanto stabilito durante la conferenza dei capigruppo. E’ quasi uno scontro verbale sul quale cerca di mediare il presidente Fava indicando ai colleghi che l’intervento di Gulizzi andava inteso in senso costruttivo.
Guido Siragusa nel richiamare quanto deciso in conferenza di capigruppo, ribadisce che si è deciso di chiedere all’amministrazione un ritiro tecnico e non politico in considerazione della scadenza del 31 marzo.
Enzo Cirignotta dichiara che a suo parere quando ci sono delle delibere di questo tenore i consiglieri debbono essere coinvolti sulla formazione delle delibere finanziarie.
Segue un breve battibecco tra il consigliere Gallo ed il vice sindaco. A quel punto Gulizzi suggerisce due soluzioni o rinviare la seduta oppure abbandonare facendo mancare il numero legale. Nel frattempo l’ufficio si attiverà per reperire i dati necessari qualche tempo prima del 31 marzo.
C’è un tentativo di Pellitteri di convincere Ferracane ma quest’ultimo pur condividendo le motivazioni del collega, non recede dal suo proposito. Fatto l’appello, l’assemblea si scioglie per mancanza di numero legale.
Così al question time di martedì 17
Question time con qualche polemica. Si è tornato a parlare della frazione di Manfria, martedì 17 gennaio scorso, ma in termini più complessivi e di programmazione del territorio, in quanto una recente legge impedisce di creare nuove frazioni. Ad occuparsene è stato il consigliere socialista Lo Nigro richiamandosi ad una precedente mozione del consigliere Di Stefano di un anno addietro. Quella di Manfria è una storia lunga. Era stata Giovanna Cassarà ad occuparsene sotto la spinta degli abitanti che sollecitavano l’istituzione della frazione. Allora assessore ai lavori pubblici, aveva promosso tantissimi incontri fino all’approvazione unanime del civico consesso. Però nonostante quella delibera fosse stata esitata favorevolmente ed esecutiva, non ebbe più un seguito passando nel dimenticatoio.
Nella sua mozione Piero Lo Nigro traccia una cronistoria della vicenda che approdò in consiglio comunale il 24 gennaio 2006. “Da quel momento – ha detto Lo Nigro – nessun atto è stato predisposto né dal consiglio comunale, né dalla giunta. Adesso è intervenuta la finanziaria che nega la possibilità di istituire frazioni. Però ritengo che si possa andare al di là attivando una discussione serena e pacata per dare seguito alla procedura o comunque avviare ogni utile iniziativa”. Lo Nigro ha chiesto “ogni utile atto deliberativo o conferenza di servizio che completi l’iter sul progetto.
Terenziano Di Stefano ha ringraziato Lo Nigro per avere presentato questa mozione che porta nuovamente alla ribalta la frazione di Manfria. Anche lui si è richiamato alla storia più che millenaria di quella zona, considerata un punto strategico di grande importanza. “Per noi – ha detto Di Stefano – potrebbe avere una grande importanza turistica. Ciò che potremmo fare è quello di renderlo quanto meno più vivibile, mettendo a posto le strade, la segnaletica stradale. Chiedo all’amministrazione di assumere un impegno serio per quello che potremmo considerare un quartiere della città”.
Enrico Vella ha parlato di autentico imbroglio quando fu detto che per mancanza delle liberatorie dei privati cittadini non era possibile realizzare la rete idrica. “Spero che entro il 2014 – ha sostenuto fortemente dubbioso e scettico – si utilizzino i finanziamenti. Quindi diamoci da fare”.
Sono seguiti acuni momenti di pausa e anche una tiratina d’orecchi da parte del presidente Fava all’indirizzo del vicesindaco Fortunato Ferracane che si attardava accanto allo scranno del consigliere Maria Pingo disturbando l’intervento di Vella. Fava non si era accorto che il vicesindaco, che tra l’altro è medico, si era avvicinato alla Pingo per farla riprendere da un breve malore che nello stesso istante aveva accusato. Sono subito intervenute le scuse del presidente ad entrambi. E così è rientrato il piccolo incidente di percorso, consentendo a Vella che stava esponendo il suo punto di vista, di continuare il suo intervento. Il consigliere Salvatore Gallo ha chiesto al segretario se la mozione iscritta all’ordine del giorno fosse da ritenersi valida, visto che Lo Nigro ha dichiarato che l’avrebbe ritirata. Qualche commento e la conferma che la mozione era valida.
Anche Rocco Giudice si è dichiarato perplesso del fatto che non c’è stato alcun atto consequenziale alla istituzione della frazione di Manfria. Ha lanciato infine un appello affinchè si passi dalle parole ai fatti. Giovanna Cassarà ha ringraziato i colleghi per avere ripreso una discussione che è servita a farle rinfrescare le idee.
E’ intervenuto in forma propositiva Guido Siragusa invitando tutti a fare ciò che è fattibile.
Il capogruppo Pd Arancio si è compiaciuto della proficuità del dibattito ed ha sottolineato la necessità che a Manfria si debbano creare le infrastrutture. Anche il consigliere Morselli si è dichiarato concorde, ma riguardo a rimodellare Manfria ha manifestato forti perplessità per via del fatto che molte costruzioni si trovano prima dei trecento metri dalla battigia. Si è votato quindi sulla mozione con le integrazioni proposte avendone l’unanimità dei consensi. Passando al 5° punto all’ordine del giorno Di Stefano ha illustrato lo stato di abbandono e di pericolo in cui si trovano le dighe di Comunelli, Disueri e Cimia, proponendo un tavolo tecnico con la Regione. Anche la mozione Di Stefano è passata all’unanimità. Quindi tutti a casa per mancanza di numero legale, dopo che il consigliere Vella aveva ritirato una mozione di cui era firmatario asieme ad altri due consiglieri.
Autore : Nello Lombardo
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