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notizia del 21/11/2004 messa in rete alle 16:24:38
Una nuova professione: Operatore della legalità!
Legalità e trasparenza: chi può non essere d’accordo nel perseguire, come metodo di vita e di azione, questi due modelli? Forse soltanto quella piccola parte della popolazione che si dedica ad attività delinquenziali, criminali o mafiose. La stragrande maggioranza dei cittadini vuole ed apprezza la legalità, che garantisce i propri diritti (e direi anche i doveri) e la trasparenza. Su legalità e trasparenza, però, si è creato un indotto lavorativo niente male, che fa bene sperare per il futuro occupazionale dei nostri giovani.
Avete un figlio disoccupato, che nonostante gli sforzi suoi e le possibili richieste di raccomandazione vostre, continua a passeggiare? Avete un figlio che non trovando lavoro si è parcheggiato all’università e rischia di conseguire la terza laurea? Vostro figlio si trova in crisi depressiva perché non trova lavoro? Niente paura, la legalità risolverà i vostri problemi!
La nuova professione di “operatore della legalità” potrà permettere ai vostri rampolli di raggiungere il successo, la notorietà televisiva e l’indipendenza economica.
Guardatevi intorno, ed osservate quanta gente lavora e scala i traguardi della vita in nome della legalità, ma non solo, anche del volontariato. Come dite? Il volontario svolge un’attività sociale non retribuita, cioè da “volontario”? Ma allora non avete capito nulla! L’attività sociale la svolge, è vero, ma quasi sempre retribuita, magari come “rimborso spese”. E’ sufficiente costituire una associazione, registrarla, magari collegarla a qualche circuito nazionale, e poi presentare un progettino ai Comuni, alle Province, alla Regione, facendosi finanziare profumatamente, magari per realizzare un corso di formazione per “operatori della legalità”. Il finanziamento pubblico garantirà ai promotori dell’iniziativa e ai loro amici-dipendenti-volontari un discreto stipendio per qualche anno. Poi ci vorrà il politico di turno per ottenere il rinnovo, e via di questo passo.
Però bisogna essere pazienti: potrà capitare che qualche volta il contributo comunale ritardi, per motivi burocratici. Allora occorrerà scioperare e manifestare minacciando la chiusura dell’attività e la cessazione dell’attività di “volontariato”. Ma alla fine ogni cosa si sistemerà, perché magari potranno mancare i soldi per rifare le strade, ma quelli per la legalità no di certo.
Anch’io, ora che a Gela è stato firmato il “patto per la legalità” mi sento invaso da un forte e indicibile sentimento di legalità, anche se ancora non riesco ad iscrivermi alla “società civile” (se qualcuno conosce dov’è la sede, me lo faccia sapere), e anche se non ricordo di avere mai sentito parlare di Rita Borsellino prima che la mafia uccidesse il grande Paolo Borsellino, procuratore antimafia di Palermo. Ma i convegni, i seminari, le iniziative che seguiranno la firma del “patto per la legalità” (a spese delle pubbliche istituzioni e a beneficio di pochi “volontari” di professione) mi rischiareranno la memoria. E magari potrò anche iscrivermi alla “società civile”.
A proposito, durante la cerimonia è stato detto che Gela ha ormai assunto l’identità di città della lotta alla mafia. Sarà forse vero, ma non sarà per questo motivo che le presenze turistiche sono crollate, passando da 66.000 nel 2002 alle 22.000 del 2003?
Autore : Giulio Cordaro
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