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Corriere di Gela | Cosa prevede il sistema elettorale per il prossimo rinnovo dell’Ars
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notizia del 22/09/2012 messa in rete alle 16:23:55
Cosa prevede il sistema elettorale per il prossimo rinnovo dell’Ars

Secondo lo Statuto, i siciliani eleggono a suffragio universale, con voto diretto e segreto, il Presidente della Regione Siciliana e, contestualmente, i 90 deputati all'Assemblea Regionale Siciliana. Il sistema elettorale “misto” (maggioritario+proporzionale) è definito da una serie di disposizioni legislative fino alla più recente L. R. 7/2005, nel pieno esercizio della potestà esclusiva riconosciuta alla Regione Siciliana in materia elettorale.

Anticipiamo da subito che si vota nella sola giornata di Domenica 28 ottobre 2012 e su un'unica scheda, dove l'elettore può esprimere 2 preferenze. L'una, sbarrando il contrassegno della lista provinciale e scrivendo al fianco, in carattere stampatello, Cognome e Nome del/la candidato/a all'Ars. L'altra, sbarrando Cognome e Nome del candidato alla presidenza e/o sbarrando il contrassegno della lista regionale (che da questo momento chiameremo solo listino) di cui il candidato stesso è capofila. Pertanto, l'elettore può benissimo votare una lista provinciale ed un listino (ed un candidato alla presidenza) anche fra loro non collegati (voto disgiunto). Qualora, però, l’elettore ometta di votare per il listino (e per il candidato alla presidenza), il voto validamente espresso per una lista provinciale si intende anche espresso (quindi, esteso) a favore del listino collegato e di conseguenza al candidato alla presidenza sostenuto (assenza di voto confermativo).

Il listino è composto da 9 candidati. Oltre al capolista (n.1), candidato/a alla Presidenza della Regione Siciliana, gli altri 8 devono essere ordinati numericamente in senso progressivo (n. 2, n.3, n. 4, n. 5, n. 6, n. 7, n. 8, n. 9), rispettando il criterio della alternanza di genere. Essi, ad eccezione del capolista, devono essere contestualmente candidati in una delle liste provinciali collegate. Il collegamento tra listino e gruppo di liste provinciali esprime la “coalizione” a sostegno del candidato alla presidenza. Il collegio del listino è unico (l'intera regione) e viene proclamato eletto alla carica di Presidente della Regione, nonché di deputato regionale, il capolista del listino che consegue il maggior numero di voti validi in ambito regionale (sistema maggioritario a turno unico, senza ballottaggio). Viene altresì proclamato eletto deputato regionale il capolista del listino che ottiene un numero di voti validi immediatamente inferiore a quella conseguito dal listino più votato.

Dei 90 deputati all'Ars, ben 80 seggi sono scelti nei 9 collegi provinciali, all'interno di quelle liste che hanno superato il 5% in ambito regionale (soglia di sbarramento). Più precisamente, gli 80 seggi vengono ripartiti sulla base di 9 collegi provinciali secondo questa distribuzione: 20 seggi al collegio di Palermo; 17 seggi al collegio di Catania; 11 seggi al collegio di Messina, 7 seggi al collegio di Agrigento ed altrettanti 7 al collegio di Trapani, 6 seggi al collegio di Siracusa 6, 5 seggi al collegio di Ragusa, 4 seggi al collegio di Caltanissetta; 3 seggi al collegio di Enna (sistema proporzionale con metodo Hare). Nelle liste provinciali il numero massimo dei candidati all'Ars è pari al numero dei seggi distribuiti al collegio, mentre il numero minimo dev'essere pari alla metà dei seggi. Altresì, la rappresentanza di un genere non può superare i 2/3. Nell'esempio a noi più vicino, vale a dire il collegio di Caltanissetta che assegna 4 seggi all'Ars, ogni lista provinciale può contenere al massimo 4 candidati, minimo 2 ed a fronte di 3 candidati di genere maschile la quarta casella dev'essere necessariamente occupata dal genere femminile.

Come sopra affermato, concorrono alla ripartizione dei seggi solo le liste provinciali che hanno superato lo sbarramento regionale (5%) ma ciò non significa vederseli automaticamente assegnati. Si pensi, per fare il classico esempio, al collegio di Palermo dove il quorum indicativo affinché scatti il deputato è il 5%, poiché i seggi da assegnare sono 20 (100:20=5). A Caltanissetta, invece, dove i seggi ottenibili sono 4, il quorum indicativo è ben più alto: 25% (100:4=25). In altri termini, liste minori che riescono a superare lo scoglio dello sbarramento a livello regionale, hanno maggiori possibilità di conquistare il seggio nei collegi più grandi (dove il quorum indicativo si abbassa) anziché in quelli più piccoli (dove il quorum indicativo si innalza). Ne deriva che nel caso in cui una lista supera lo sbarramento a livello regionale costruendo questo dato prevalentemente nei collegi più piccoli, può rischiare (evento raro ma non impossibile) di non ottenere comunque alcun seggio.

Prendendo ancora ad esempio il collegio nisseno, le prime 4 liste provinciali concorrenti (di candidati all'Ars) che, oltrepassato lo sbarramento (5%) a livello regionale, superano e/o raggiungono e/o si avvicinano al 25% ottengono i 4 seggi in palio (ciascuna 1 seggio). All'interno delle liste che hanno ottenuto il seggio, quest'ultimo è assegnato al candidato in esse più votato. Nella scorsa tornata elettorale del 2008, nel collegio provinciale nisseno i 4 seggi andarano ad appannaggio di Pdl (25,3%), Mpa (24,4%), Pd (24%) e Udc (11,4%). All'interno delle rispettive liste, i più votati furono Torregrossa (Pdl), Federico (Mpa), Speziale (Pd) e Maira (Udc). Essendo 2 seggi già assegnati al Presidente neoeletto ed al primo dei candidati alla presidenza battuti, per arrivare a 90 ne rimangono 8. Al riguardo si possono verificare 3 condizioni: a) quando le liste che sostengono il Presidente neoeletto ottengono da 46 seggi a scendere, scatta sempre il premio maggioritario pieno e tutti gli 8 candidati del listino del presidente neoeletto sono deputati all'Ars (è chiaro che per raggiungere una maggioranza numerica minima di 46 deputati compreso il presidente neo eletto, le liste che lo sostengono devono ottenere almeno 37 seggi); b) da 47 a 53 seggi il premio maggioritario è parziale: sono parlamentari regionali tanti candidati del listino del presidente neoeletto quanti sono quelli necessari affinché venga raggiunta la maggioranza che la legge considera stabile e la cui soglia è individuata in 54 deputati, escluso il Presidente neoeletto; c) infatti, da 54 seggi a salire non scatta il premio maggioritario e gli 8 seggi vengono assegnati (attraverso sistema proporzionale) alle liste provinciali non collegate al listino più votato (e dunque che non sostengono il Presidente neoeletto) purché abbiano superato la soglia di sbarramento a livello regionale.

Nelle scorse elezioni regionali del 2008, si verificò proprio l'ultima delle ipotesi considerate: le liste a sostegno di Lombardo ottennero 60 seggi (34 il Pdl, 15 l'Mpa e 11 l'Udc). Non scattò il premio maggioritario e gli 8 seggi residui vennero peraltro tutti assegnati al Pd, in quanto l'unico a superare lo sbarramento nell'ambito delle liste non collegate alla candidatura di Lombardo. Sicché, anche nel collegio nisseno scattò un ulteriore seggio, il 5°, assegnato a Donegani, giunto immediatamente alle spalle di Speziale nella lista provinciale del Pd.


Autore : Filippo Guzzardi

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