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notizia del 01/03/2009 messa in rete alle 16:03:46
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Il rimpasto di la da venire, D’Arma rompe gli indugi
Che fine ha fatto il rimpasto in giunta annunciato da Crocetta? Non è mancato per lui dice il sindaco, aggiungendo che il Pdci non gli ha fatto sapere chi dovrà sostituire l’assessore Romano. “Nulla di più falso – afferma il consigliere Giovanna Cassarà – il sindaco sa che il Pdci non ha rappresentanti in giunta e che se lui avesse voluto, avrebbe potuto farlo quando ci sono state varie proposte di compagni rappresentativi, non ultimo il segretario, nella persona di Anna Bunetto, su cui lui stesso ha sempre riposto grande fiducia”. Intanto Carmelo Romano nel bel mezzo della settimana, annuncia di rimettere il suo mandato di assessore nelle mani del segretario del suo partito e del sindaco. Lui stesso afferma di averlo fatto da tempo ma che il sindaco le aveva congelate. A questo punto Crocetta esce allo scoperto e dice di attendere istruzioni dal Pdci. Nel frattempo inventa l’iniziativa tutta sua di incontri bilaterali.
Il socialista Lo Nigro e Rinelli (IdV)gli rispondono subito picche. Il Pdci dice di non avere tempo da perdere in chiacchiere inutili e dilatorie, atteso che il sindaco ha tutto l’interesse a mantenere lo status quo. Anche Cafà (DeS) gli risponde che non se ne fa niente. Come atto di buona volontà dovrebbe rinunciare a certi punti chiave che si è creato in termini di assessorati e apparato di potere burocratico. Perché – si chiede Cafà – debbono esserci dei santuari intoccabili? Perché la vicesindacatura rimane off limit?
Intanto incombono le europee: Una grana in più per il sindaco, ora che non c’è più Veltroni a capo del Pd. Laì sua candidatura potrebbe sfumare. E a sbarrargli la strada potrebbe essere Speziale, che qualche settimana addietro ebbe a dire che Crocetta continuerà a fare il sindaco e che nel Pd dovrà mettersi in coda.
Totò D’Arma, capogruppo consiliare oltre che segretario a tutti gli effetti del Pd, per un certo tempo ha assecondato la volontà del sindaco facendogli da spondaì, ora sembra essersi “rotto” e parte con una iniziativa autonoma, promuovendo un incontro con tutte le forze politiche dentro e fuori al centro sinistra con l’intento di trovare un’intesa su pochi punti programmatici. E sembra avere avuto già il consenso di alcuni partiti.
Incontriamo Totò D’Arma nel suo Ufficio della Cia. La discussione cade subito sulla questione dell’apparato di potere creato da Crocetta e sulle recenti dichiarazioni di Paolo Cafà. D’Arma a mezza voce dice che Edilponti, appalti sui rifiuti solidi urbani sono questioni molto delicate e che non si possono liquidare con dichiarazioni di principio. Vanno valutate attentamente e con la dovuta trasparenza.
– Segretario D’Arma, il sindaco ricorre adesso agli incontri bilaterali. E’ d’accordo?
«Assolutamente no. Tutti assieme, sulla base di punti fermi, dobbiamo elaborare piattaforme rivendicative che ci vedano uniti all’interno ed all’esterno del Consiglio comunale e marciare insieme per obiettivi che sono di fondamentale importanza per il territorio».
– Mi sembra di capire che lei esce allo scoperto, stanco di andare dietro a Crocetta ed parte con una sua iniziativa personale. Cosa succede?
«Noi abbiamo il dovere di andare oltre Crocetta. Nelle mie proposte programmatiche sottoposte ai partiti dentro e fuori il centro sinistra ho inserito tra le altre cose, la revisione dell’accordo complessivo con Caltaqua, la questione Eas».
– Su quali aspetti il sindaco manifesta la sua indisponibilità?
«La vicesindacatura e l’assessorato ricoperti da Elisa Nuara non devono essere messi in discussione. Stessa cosa dicasi per l’apparato di consulenze (Longo-Lauretta) che la legge gli consente, ma che un po’ tutti i partiti gli contestano per l’esosità della spesa».
– A che punto stanno le cose riguardo a punti programmatici da condividere e assetto della giunta? Sembra che lei stia camminando su un campo minato.
«Il senso di responsabilità ci costringe a volte ad andare avanti pur in presenza di ostacoli voluti o occasionali. Rispetto alle esternazioni del sindaco ho risposto con un comunicato ufficiale del Pd. Il mio auspicio è che si trovino sbocchi che vadano nella direzione della chiarezza di rapporti e di prospettiva, altrimenti rimane tutto ambiguo e fumoso. Cercherò di determinare quelle condizioni di unità delle forze del centro sinistra, a prescindere dalla volontà o meno del sindaco e pur apprezzando la sua apertura molto parziale e provvisoria. Il nostro obiettivo come Pd è traguardare il futuro con la riaggregazione, attraverso il piano programmatico, di tutte quelle forze interne ed esterne che orbitano nel centro sinistra».
– D’Arma, la pregherei di essere chiaro. Lei si sta muovendo su mandato del sindaco o autonomamente?
«In precedenza ho lavorato per una ricomposizione organica delle forze politiche su mandato del sindaco. Probabilmente sono stati dei mandati finalizzati a non fare nulla».
– E’ molto strano che lo dica solo ora. Pur sapendo allora della loro inutilità come mai è stato al gioco del sindaco?
«Non è questa la chiave interpretativa. Di volta in volta le questioni si sono acuite al punto tale che anziché riunificarci, ci siamo divisi. Questo fallimento non è stato dovuto solo per volontà del sindaco, ma anche per colpa di altre componenti, come la compagna Cassarà alla quale era stato detto di rimuovere questa contraddizione. Purtroppo questo partito non vuole ragione sulla possibile alternativa. Non possiamo continuare con questa ambiguità dentro e fuori».
– Ma lei sa bene che la Cassarà ha replicato parlando invece di ambiguità del sindaco e di linearità del Pdci.
«Dico solo che mi impongo di evitare situazioni di frammentazione. Questa fase a noi serve per rilanciare complessivamente il centro sinistra al di là delle rappresentanze sulla base delle questioni aperte sul territorio e sulla base della volontà dei partiti del centro sinistra di essere assieme, di avere un motivo che consiste nel rilancio programmatico e sulle priorità».
– Quali sono i punti programmatici e le priorità?
«Piano regolatore, zona franca, bilancio previsione, problema acqua. Riguardo al Piano regolatore non possiamo accettare di subire sollecitazioni e poi rallentare l’iter. Per il bilancio noi chiederemo un incontro preventivo urgente con l’amministrazione. In un momento di ristrettezza vogliamo impegnare risorse per far fronte a una grave povertà e impoverimento delle fasce più deboli del territorio cercando di utilizzare risorse interne. Dobbiamo dare priorità alle spese più urgenti: spese sociali, lavoro ecc. E’ necessario uscire dalle emergenze continue sul fronte acqua e porre in maniera definitiva la questione. Credo che si debbano riprendere tutti gli accordi stipulati a suo tempo con Caltaqua, rimuovere tutte le clausole dannose al cittadino come le tariffe, riprendendo il progetto originario».
– D’Arma, non le sembra che i suoi sono solo buoni propositi? Non mi pare che allo stato ci sia nulla di concreto e che faccia pensare ad una rimodulazione della giunta?
«Io non so se ci sono le condizioni dell’azzeramento, a tre mesi dalle elezioni europee. Noi dobbiamo costruire adesso per determinare comunque...”
– Il dopo Crocetta?
«Dirò di più. L’impostazione che ci stiamo dando come centro sinistra va al di là. Noi vogliamo creare le condizioni per non perdere pezzi del centro sinistra. Non sarà possibile ora, magari fra tre mesi. Penso che in questo il sindaco sarà possibilista. Con quali condizioni? Col sindaco deputato europeo o come sindaco? L’importante è che attorno a questa telenovela ci sia chiarezza di tutti per poi assieme cercare una visibilità più politica che amministrativa».
Nello Lombardo
Autore : Nello Lombardo
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