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notizia del 26/09/2010 messa in rete alle 15:58:48
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Il Consiglio comunale vuole un confronto sul piano industriale Eni
"Premesso: che a seguito di quanto illustrato dal Sindaco in merito al piano industriale dello stabilimento Raffineria di Gela emergono con chiarezza le criticità e i punti di debolezza di tale piano, nonché le refluenze che tale piano avrà sugli assetti economici ed occupazionali della città.
Dopo ampio dibattito questo consiglio comunale dà mandato all’Amministrazione:
Di avviare l’iter necessario alla costituzione del tavolo istituzionale avente l’obiettivo di raggiungere un accordo di programma ai sensi della legge 13/09;
Di attivare un tavolo urgente presso gli uffici del Prefetto al fine di affrontare le emergenze legate agli esuberi dell’indotto e mettere in atto strategie utili a evitare conflitti sociali e risolvere le problematiche occupazionali;
Dare mandato al Presidente del C.C. di convocare con urgenza un Consiglio comunale monotematico alla presenza dei vertici della Raffineria, dei rappresentanti dei Comuni viciniori, del Presidente della Provincia e del Consiglio Provinciale nonché delle parti sociali del territorio, della deputazione provinciale, dell’assessore regionale all’Industria».
Questo il documento votato all’unanimità, con la presenza di 22 consiglieri, dall’Assise civica nella seduta monotematica dedicata alla situazione occupazionale, diretto ed indotto, della Raffineria di Gela, mercoledì 22 settembre.
Si è giunti alla stesura del documento dopo un ampio dibattito dove ciascun consigliere ha avuto la possibilità di esporre il suo punto di vista riguardo al modo di aggredire il problema che rischia di esplodere da un momento all’altro. Il suo punto di forza poggia sul fatto che due organi istituzionali, sindaco e presidente del consiglio, vengono investiti di due mandati specifici e differenziati. Il primo dovrà curare l’avvio di un tavolo istituzionale con il coinvolgimento del prefetto per trovare soluzioni adeguate agli esuberi dell’indotto ed ai problemi occupazionali in genere. Il secondo viene incaricato di convocare urgentemente una seduta consiliare alla presenza dei vertici della raffineria, con la partecipazione dei consigli comunali di Butera, Riesi, Niscemi, Mazzarino e Butera, nonché gli organi istituzionali provinciali e regionali.
L’obiettivo da raggiungere è quello di avviare un confronto con il governo nazionale e regionale per quella che è stata definita la “vertenza Gela”, forti dell’unione di amministrazione comunale di Gela, Consiglio comunale, rappresentanze parlamentari di Gela, forze sociali, imprenditoriali e sindacali. Una volta per tutte il consiglio ha detto basta allo strapotere dell’Eni che per cinquant’anni ha sfruttato il territorio gelese traendone vantaggi economici senza di contro provvedere a bonificare l’ambiente fortemente compromesso e ad investire in modo adeguato.
L’obiettivo da raggiungere è quello di avviare un confronto con il governo nazionale e regionale per quella che è stata definita la “vertenza Gela”, forti dell’unione di amministrazione comunale di Gela, Consiglio comunale, rappresentanze parlamentari di Gela, forze sociali, imprenditoriali e sindacali. Una volta per tutte il consiglio ha detto basta allo strapotere dell’Eni che per cinquant’anni ha sfruttato il territorio gelese traendone vantaggi economici senza di contro provvedere a bonificare l’ambiente fortemente compromesso e ad investire in modo adeguato.
Sindaco e consiglieri hanno rimarcato la grave situazione economica che la nostra città sta vivendo in forma molto più grave che nel resto d’Italia. Alla crisi economico-finanziaria che ha colpito da qualche anno il mondo intero e che ha le sue refluenze anche nella nostra debole economia, si accompagna quella che ha origini ormai lontane dovuta al graduale disimpegno dell’Eni dal nostro territorio attraverso le varie fasi di dismissione degli impianti con conseguenti contrazioni della forza lavoro sia nel diretto che nell’indotto.
Nel corso del dibattito più consiglieri hanno sottolineato la situazione esplosiva che potrebbe presentarsi da un giorno all’altro, dopo l’annuncio da parte della raffineria, presentando il suo piano industriale. Il grido d’allarme il sindacato lo ha lanciato già da qualche anno nel più totale disinteresse della classe politica, forse più intenta a farsi la guerra per obiettivi personali, anziché darsi un programma ed una strategia per incominciare a pensare ad una alternativa al petrolchimico, o meglio di quanto è rimasto del petrolchimico. La domanda che tutti si pongono è se questa parvenza di unità delle forze politiche, imprenditoriali e sindacali, avrà la forza e l’autorità di gestire il salvabile e di pensare al futuro con metodo e con le dovute strategie. E’ l’augurio di tutti noi. Senza fare il processo alle intenzioni e volendo essere moderatamente ottimisti, va detto che il primo passo è stato fatto e si tratta di andare avanti nel percorso senza colpi di testa e marciando uniti, così come si legge nel documento consiliare. Occorre solo accelerare i tempi prima che scoppi il bubbone essendo già all’orizzonte le prime avvisaglie. Per ora è scontato che la raffineria investirà i famosi 400 milioni, ma bisogna spingere, come più parti richiedono, perché gli investimenti vadano ad essere incrementati per dare spazio alle bonifiche e occasioni di lavoro alla massa di manodopera che potrebbe rimanere senza lavoro proveniente dall’indotto. Abbiamo dalla nostra il nuovo piano regolatore, valido strumento di programmazione che potrebbe fungere anche da volano dell’economia del territorio. Ma è necessario che la nostra classe dirigente comprenda che non è più tempo di tatticismi, ma di azione comune. Che si avvii una buona volta per sempre una seria programmazione pensando ad una alternativa reale all’industria prendendo atto delle nostre potenzialità e vocazioni, che vanno dalla marineria, all’agricoltura, alla pesca, alle varie tipologie di maestranze cha all’estero ci vengono invidiate.
Anche se quanto detto è frutto di una opinione personale del cronista, va detto che essa trova riscontro anche nei vari interventi che si sono susseguiti nel corso della seduta. A richiedere la convocazione della seduta monotematica è stato il consigliere Terenziano Di Stefano, con la firma successiva di altri consiglieri. La seduta ha avuto inizio con una introduzione ed alcune comunicazioni da parte del presidente del consiglio Giuseppe Fava che subito dopo ha dato la parola al consigliere Giovanna Cassarà che ha comunicato all’organo consiliare la composizione del gruppo Pd che ha eletto all’unanimità a suo capogruppo il consigliere Giuseppe Arancio. Per la cronaca, esso si compone dei seguenti consiglieri: Giuseppe Arancio, Giovanna Cassarà, Rocco Giudice, Antonino Biundo, Nuccio Cafà, Giuseppe Collura, Enrico Vella, Giacomo Gulizzi, Giuseppe Ventura, Carmelo Casano e Giuseppe Fava. I primi sei consiglieri sono stati eletti nella lista dei Democratici per Gela.
L’annuncio è stato accolto con grande attenzione e l’auspicio generale è che finiscano el diatribe e le contrapposizioni che hanno caratterizzato aspramente la precedente campagna elettorale. Tutto sembra fare sperare bene. Il sindaco, forte della maggioranza che ora lo sostiene, potrà volare alto considerano che avrà sempre dalla sua parte il sostegno del consiglio comunale. I tempi che ci attendono sono difficili, ma se si è uniti potranno essere meno pesanti e più agevoli da affrontare. Qualcuno inizialmente pensava di sospendere la seduta, in attesa dell’arrivo del sindaco, ma alla fine si è preferito avviare il dibattito dopo che Di Stefano ha illustrato le motivazioni per la richiesta di una seduta monotematica. In sostanza l’obiettivo finale era di volere ascoltare il sindaco per sapere cosa è emerso dal suo incontro con i vertici della Raffineria e su questo avviare il dibattito in aula. A prendere la parola è il democratico Rocco Giudice che chiede la sospensione della seduta, ma di lì a qualche minuto arriva il sindaco che viene invitato a relazionare al consiglio. Dalle sue parole emerge tutta la sua preoccupazione per il via vai di gente che va a trovarlo al Comune. Giovani che chiedono lavoro, donne in gravi difficoltà economiche, una situazione di degrado e difficoltà economica che investe tutti i ceti e le classi imprenditoriali. Ha appena il tempo di muovere forti critiche a chi ha governato il territorio nei decenni precedenti, parlando di grande miopia politica. “Si richiede assunzione di grande responsabilità da parte di tutti – afferma il sindaco Angelo Fasulo – per gestire ciò che è possibile gestire dopo che ci è stato presentato dalla raffineria di Gela il piano industriale. Esso parte con una particolare attenzione alla sicurezza con l’investimento di alcune somme. Credo che però occorra stare vigili e controllare periodicamente come le somme vengono spese. Prendiamo atto che verranno effettuati investimenti sugli impianti, sulla sicurezza, sulla formazione per garantire occupazione, riqualificazione e funzionalità dello stabilimento”.
Dopo essere sceso nei particolari del piano, analizzando con qualche commento critico alcuni aspetti dello stesso, ritiene di dovere rappresentare delle considerazioni personali.
Sottolinea che questo è un momento decisivo e pertanto è necessario vigilare che gli investimenti si facciano e per Gela. Anzi se ne devono aggiungere altri, non perdendo d’occhio le nostre vocazioni come l’artigianato, l’agricoltura, la marineria. Parla di grande opportunità che potranno derivarne dall’adozione del Piano regolatore generale, ma anche dal contratto d’area. Importante, a seguito degli enormi investimenti che pioveranno su Gela, sarà il problema sicurezza di cui dovranno occuparsi prefettura e questura.
“Dobbiamo impegnarci tutti – conclude Fasulo – ad evitare uno scontro sociale. Dobbiamo sederci tutti attorno ad un tavolo che dovrà vederci attori principali e gestori attivi del nostro futuro”. Il discorso del sindaco viene molto condiviso, ma anche integrato da altre iniziative da intraprendere insieme proposte dai consiglieri. Al dibattito intervengono i consiglieri Arancio, Farruggia, Gallo, Giocolano, Tonino Ventura, Siragusa, Mendola, Trainito, Costa, Vella.
La seduta del giorno precedente è stata dedicata al question time. Erano 9 i punti all’ordine del giorno: sei mozioni, 2 atti di indirizzo e la proposta di un ordine del giorno sulla grave crisi occupazionale della Raffineria. Quest’ultimo è stato ritirato, considerato che se ne sarebbe parlato il giorno dopo in una seduta monotematica.
Passa la mozione riguardante l’istituzione dello Sportello famiglia (proponente Cirignotta). La proposta è quella di promuovere e sostenere un’azione di informazione, orientamento, sostegno e consulenza psicologica alle famiglie. Disco verde anche per la riapertura dei termini di condono dei tributi locali (Ici, imposta comunale sulla pubblicità, tarsu e tosap) dovuti alla data del 31 dicembre 2009. La definizione agevolata dei tributi consentirebbe a tanti contribuenti di mettersi in regola mediante il pagamento di una somma pari alle imposte non versate senza sanzioni e interessi, e all’ente di evitare ritardi nella riscossione coattiva. La mozione di Salvatore Gallo prevede invece il rifacimento del muretto di via Istria a ridosso delle mura Federiciane, mentre la proposta approvata su sollecito di Guido Siragusa riguarda l’istituzione dell’ isola pedonale in via Palazzi dalle 19 di sabato alle 2 di notte di domenica all’incrocio con via Europa fino a quello con via Licata.
Otto consiglieri hanno proposto un atto di indirizzo sul Parco lineare urbano. L’atto approvato impegna la giunta affinchè adotti il progetto per consolidare e valorizzare il versante collinare che costeggia la bretella di via Borsellino. Ciò con l’obiettivo di realizzare il parco archeologico di Gela, dalle mura di Caposoprano, attraverso il centro storico federiciano e il bosco Littorio, nell’area archeologica del parco delle Rimembranze.
Infine è stato approvato l’atto di indirizzo proposto da Piero Lo Nigro sull’utilizzo dell’ex chiesa San Giovanni come luogo di sala prove e concerto per l’orchestra di Gela. L’ex chiesa, di proprietà comunale, già oggetto di lavori riguardanti la sistemazione del tetto di copertura, risulta inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, il cui progetto preliminare di ristrutturazione prevede destinazione d’uso culturale ricreativo, ben si presta per tali finalità.
Ritirate le due proposte di istituzione della commissione speciale per i rifiuti e le acque e della commissione speciale Ambiente.
Autore : Nello Lombardo
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