1 2 3 4 5
Corriere di Gela | Morinello, fondatore del movimento “Sicilia Democratica”, mina vagante per Crocetta
Edizione online del Periodico settimanale di Attualità, Politica, Cultura, Sport a diffusione comprensoriale in edicola ogni sabato
notizia del 05/11/2006 messa in rete alle 15:58:38

Morinello, fondatore del movimento “Sicilia Democratica”, mina vagante per Crocetta

Qualche settimana fa in un hotel palermitano è nato un nuovo movimento autonomistico che ha come leader il gelese Salvatore Morinello (nella foto), ex deputato ed assessore regionale. Con lui hanno aderito esponenti provenienti da tutte le province siciliane che hanno deciso di presentare “Sicilia Democratica” e tanti ex comunisti gelesi.
Sabato 11 novembre a Palazzo Ducale è prevista la prima iniziativa in città. Ne parliamo con il coordinatore regionale Salvatore Morinello, che dopo la presentazione anche a Gela del suo movimento politico, potrebbe annunciare ufficialmente la sua candidatura a sindaco della città.
Con lui abbiamo affrontato temi che investono la politica regionale, i rapporti con i partiti e con l’altro movimento autonomista (Mpa), i settori legati allo sviluppo del territorio, partendo dal progetto di costituzione del Consorzio dei comuni anzichè della Provincia di Gela
– On. Morinello, cos’è Sicilia Democratica?
"E’ un movimento che pone al centro della vicenda politica la questione dell’autonomia, del riscatto della Sicilia dalla condizione di marginalità in cui versa. Il giudizio che diamo sul modo in cui l’autonomia si è manifestata in questi decenni è profondamente negativo. Pesanti sono per noi le responsabilità delle classi dirigenti che hanno dissipato quel grande patrimonio che è racchiuso nello Statuto della Regione del 1946. Per questo noi parliamo di una fase nuova dell’Autonomia siciliana".
– Quali sono le vostre contestazioni ?
"L’autonomia fin qui sperimentata è fallita. La Sicilia è una regione centralista, palermocentrica. E’ una macchina burocratica elefantiaca e inefficiente. Il costo di questa macchina è spaventoso. Un vero sistema di potere lega i pezzi di questa macchina che alimenta a suo volta un intreccio perverso di malgoverno e di corruzione. Tutto si diparte dagli assessorati i quali sono per lo piu’ centri di potere clientelare in cui latitano la programmazione e il coordinamento. La Regione oggi si trova sull’orlo del baratro finanziario".
– Cosa proponete?
"Una profonda e radicale riforma della Regione che attraverso il decentramento e lo snellimento del suo modo di essere permetta di liberare risorse per sostenere una nuova qualità dello sviluppo che veda protagonisti i ceti produttivi. Una Regione che sia al servizio di chi vuole intraprendere, investire le proprie risorse umane e i capitali. Una Regione non più assistenziale e clientelare che dia futuro ai giovani e ai meno giovani".
– In concreto?
"Questo significa smantellare l’attuale configurazione dei poteri e degli uffici. A Palermo si deve solo programmare e coordinare, nei comuni si deve gestire e spendere. Si devono sciogliere le miriadi di enti inutili, come per esempio l’Esa. Si devono drasticamente ridurre gli Ato rifiuti, oggi 27, e gli Ato idrici, che sono nove. Costano tantissimo ai contribuenti. Si devono riformare i Consorzi di bonifica e le Asi. E chiudere gli uffici speciali della Regione".
– E le province?
"Sono mere bardature burocratiche. Costano tanto e non servono a granchè. Grandissima parte del loro bilancio è costituito da spese correnti per pagare gli stipendi dei dipendenti. Le loro residue funzioni vanno trasferite ai Comuni. Per queste vanno soppresse".
– E la provincia di Gela?
"Io che ho presentato nella scorsa legislatura due disegni di legge per la sua istituzione, riconosco che una rivendicazione più realistica e pertinente è semmai il ritorno alla previsione dello Statuto mai attuata, che consiste nella formazione dei Liberi Consorzi dei Comuni, aventi omogenee affinità dal punto di vista economico e sociale. In ogni caso l’attuale ordinamento politico-amministativo imperniato sulle nove province esistenti non ha senso".
– Quali rapporti intendete avere con l’altro importante movimento autonomistico, l’Mpa di Raffaele Lombardo?
"Rapporti di dialogo ed eventualmente di collaborazione sui temi della difesa degli interessi siciliani nei confronti dei poteri romani. La Sicilia conta poco negli equilibri politici nazionali e questo era vero col governo Berlusconi, che con il 61 a 0 dato dalla Sicilia alla sua maggioranza non ha fatto nulla e non poteva fare nulla per l’Isola, dato che l’asse della sua politica era imperniato su Tremonti e Bossi. Conta pochissimo col governo Prodi, che ricordiamolo non ha alcun ministro siciliano, e visto che ai due vice ministri siciliani non sono state assegnate deleghe e poteri reali. Abbiamo il dovere di reclamare i nostri diritti. E per essere credibili, noi di Sicilia Democratica riteniamo che la Sicilia deve avere le credenziali a posto. Difendere i nostri diritti, quindi, non è mero rivendicazionismo, ma capacità – attraverso un processo di autoriforma, di autorigenarizione e di bonifica degli istituti e dei governi dell’Isola – di chiedere a Roma ciò che ci è dovuto".

– Cosa chiedete in particolare?
"Per effetto del distorto modello di sviluppo che ha fatto sì che nella nostra isola si producessero enormi devastazioni al tessuto ambientale e al territorio, attraverso l’ubicazione di siti industriali altamente inquinanti, e per il fatto che la Sicilia è esportatrice di energia, noi chiediamo la defiscalizzazione dei prodotti petroliferi. Le benzine devono costare la metà ai siciliani e il metano deve essere venduto ai nostri agricoltori, agli artigiani e agli industriali ad un prezzo ridotto, in modo da risarcire i nostri ceti produttivi dalla condizione periferica in cui sono costretti ad operare per l’assenza o inadeguatezza delle reti di comunicazione che consentano loro di accedere ai mercati nazionali ed internazionali".
– Un’ ultima cosa. Si candiderà a Sindaco di Gela?
"Deciderò prossimamente. Ricevo continue sollecitazione a farlo. Sono pronte allo scopo almeno quattro liste civiche rappresentative di diversi segmenti della società civile gelese. In ogni caso tengo qui a ribadire che la mia non sarebbe né una candidatura a dispetto, né una scesa in campo risarcitoria per il torto che oltre a me ha subito la città di Gela che, per effetto della scelta fraudolenta di Oliviero Diliberto, si trova ad essere priva di rappresentanti al Parlamento nazionale. Gela ha bisogno di un sindaco che rappresenti il meglio che la nostra comunità può offrire, indipendente dalle convinzioni e dalle idee di ognuno. Un sindaco che non pensi a costruire la sua immagine personale sui mass media nazionali, ma che amministri con serietà ed equilibrio la città".


Autore : Rocco Cerro

» Altri articoli di Rocco Cerro
In Edicola
Newsletter
Registrati alla Newsletter Gratuita del Corriere di Gela per ricevere le ultime notizie direttamente sul vostro indirizzo di posta elettronica.

La mia Email è
 
Iscrivimi
cancellami
Cerca
Cerca le notizie nel nostro archivio.

Cerca  
 
 
Informa un Amico Informa un Amico
Stampa la Notizia Stampa la Notizia
Commenta la Notizia Commenta la Notizia
 
㯰yright 2003 - 2024 Corriere di Gela. Tutti i diritti riservati. Powered by venturagiuseppe.it
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120